Coop riceve il premio Good Egg
Non sapremo mai se è nato prima l’uovo o la gallina. Ma alla Coop è nata sicuramente prima la gallina. Infatti, da sempre le uova a marchio Coop provengono da allevamenti a terra o biologici nei quali le galline possono ritornare a razzolare. Le uova Coop vengono poi controllate durante tutta la filiera di produzione in modo da garantire al consumatore requisiti igienici e di sicurezza alimentare molto elevati (galline nate e allevate in Italia senza l’utilizzo di mangime ogm e senza coloranti). Ma ora c’è di più. Dai primi di ottobre sugli scaffali degli oltre 1400 punti vendita Coop si trovano solo uova di galline allevate a terra, all’aperto e biologiche. Con questa decisione, Coop anticipa la Direttiva Europea del 1999 sulla protezione delle galline ovaiole negli allevamenti che ha introdotto il bando delle gabbie di batteria convenzionali dal 1° gennaio 2012 e, sempre grazie a questa decisione, oltre 1,3 milioni di galline vivranno fuori dalle gabbie.
In virtù di questa scelta mercoledì 20 ottobre a Parigi Coop Italia riceverà il premio “Good Egg”, un riconoscimento assegnato da “Compassion in World Farming”, la maggiore organizzazione internazionale per il benessere degli animali da allevamento. Scompaiono così dal mondo Coop gli allevamenti dove le galline sono costrette a vivere in spazi poco più grandi di un foglio di carta A4, impedite nei movimenti, obbligate a mangiare e sfornare uova a ripetizione.
Una scelta perfettamente coerente di Coop che sul fronte del benessere animale e della tutela della salute dei consumatori non accetta compromessi. «Siamo stati i primi a definire degli standard migliorativi di benessere animale nei nostri allevamenti di bovini, suini, avicoli a marchio Coop, i primi ad aderire ai protocolli sui cosmetici non testati sugli animali, i primi ad eliminare le pellicce dai capi del tessile” – dichiara Vincenzo Tassinari, Presidente del Consiglio di Gestione di Coop Italia - Ora continuiamo su questa strada non solo per quanto riguarda il nostro prodotto. Molti fornitori hanno riconvertito i loro allevamenti e noi li abbiamo incoraggiati a fare una scelta totalmente alternativa alle gabbie perché, anche se dal 2012 saranno leggermente più grandi, resta comunque uno spazio angusto e innaturale. Auspichiamo che molte altre imprese ci seguano, e confidiamo che questa nostra scelta dia un chiaro indirizzo al mondo della produzione».
E’ stato predisposto un dossier informativo per i consumatori con la supervisione scientifica del Centro di referenza nazionale per il benessere animale e con la collaborazione della LAV, la maggiore associazione animalista italiana.