I suoni del mare a portata di click
Un click per ascoltare i suoni delle profondità marine. Attraverso un nuovo programma web, Listening to the deep ocean environment (Lido), si può essere catapultati negli abissi più profondi dei mari senza bisogno di muoversi dalla propria scrivania. Il progetto, promosso da Michel André dell’Universitat Politecnica de Catalunya a Barcellona, fa parte dell’European sea floor observatory network (Esonet), il cui scopo primario è stato quello di creare, dopo lo Tsunami del 2004, una rete di strumenti diversi, interfacciati in un data base unico, per prevenire fenomeni sismici catastrofici.
Il funzionamento del Lido è semplice: attraverso l’utilizzo di 10 idrofoni, sparsi nelle acque europee ed uno in Canada, il sistema invia flussi di dati audio ad un server da cui i segnali vengono analizzati e poi pubblicati direttamente su internet . «È la prima volta che siamo stati in grado di monitorare eventi acustici su larga scala temporale e spaziale – ha spiegato André – questi osservatori erano già cablati alla riva per il monitoraggio dei dati di geofisici e astrofisici, così abbiamo sfruttato l’esistente rete per installare centri raccolta dati acustici in tempo reale».
L’ambiente marino infatti è ricco di rumori prodotti da agenti naturali, da creature viventi e, in misura sempre maggiore, dall’uomo: il software sviluppato dai ricercatori permette quindi di filtrare le diverse frequenze dei segnali acustici e identificare alcuni suoni specifici, come ad esempio il rumore prodotto dai trasporti marittimi o dai parchi eolici. Attraverso i dati raccolti dal Lido, si cercherà in primo luogo di capire l’estensione e l’impatto dei suoni antropogenici sull’ecosistema marino. Nello studio del mare, il suono è uno dei più potenti mezzi di informazione, basti pensare alle mappature dei fondali effettuate attraverso i sonar. Il Lido permetterà di raccogliere quindi anche informazioni sulla dinamica delle comunità viventi nelle profondità oceaniche, sui movimenti degli animali marini, in particolare di cetacei come balene e delfini, in relazione anche alla disponibilità di cibo; e poi ancora sull’influenza delle perturbazioni ambientali sulle specie viventi, e sulle interazioni a lungo termine tra i suoni naturali e quelli prodotti dall’uomo sulla vita del mare.
Il progetto, oltre alle finalità scientifiche, ha anche interesse per un pubblico più vasto. Tra i suoni isolati dai ricercatori ci sono anche i canti di 26 specie di balene e delfini: gli amanti del mondo sottomarino possono, attraverso il sito, accedere ad una mappa in 3D dalla quale si possono scegliere i diversi osservatori disponibili, “immergendosi” per esempio nelle vicinanze del mare Ligure, o nelle acque ai confini del Mediterraneo, in Spagna, passando per il mare norvegese o dalle Azzorre.
«Questo programma rientra in un trend molto attuale e con sviluppi molto promettenti basato sull’idea di studiare l’ ambiente senza essere invasivi sull’ambiente stesso – ha spiegato Fabrizio Borsani, esperto di bioacustica all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) – L’uso di strumentazioni particolarmente sensibili permette di registrare i ‘suoni del mare’ creando così un’ipotesi di una rete di controllo sia per i cetacei sia per il ‘traffico umano’ di navi lecite e illecite».
Marco Bobbio