Traffico di rifiuti: un affare da 7 miliardi all’anno
Sette miliardi di euro all’anno. A tanto ammonta, secondo i dati di Legambiente, il giro d’affari del traffico illecito di rifiuti. Perché smaltire pneumatici, olii industriali, plastiche e parti di autoveicoli comporta costi notevoli: molto più facile spedirli in paesi dell’Africa o dell’Asia camuffandoli come finte materie prime.
La cronaca di queste settimane riporta diversi casi di sequestri di rifiuti illegali. L’ultimo è stato lunedì 23 agosto a Mazara del Vallo, dove sono state bloccate dieci tonnellate di parti provenienti da attività di demolizione auto, etichettate come “pezzi di ricambio per automobili”, e destinate ad essere esportate in Paesi extraeuropei. Il 6 agosto, ad Ancona, i funzionari dell’Ufficio delle dogane hanno invece fermato 1.215 copertoni fuori uso (quindi da considerare rifiuti secondo le normative italiane e comunitarie) stipati in un container diretto in Costa d’Avorio. Il 2 agosto, a Gioia Tauro in provincia di Reggio Calabria, sono stati sequestrati due carichi di rifiuti provenienti da aziende di autodemolizione italiane: anche in questo si trattava di parti di automobili etichettate come “pezzi di ricambio per automobili” destinati a Somalia e Egitto. Sequestro analogo il 27 luglio a Civitavecchia, per oltre 18.000 chilogrammi di rifiuti destinati al Marocco. E poi 67.713 chilogrammi di oli inquinanti requisiti a La Spezia, che dovevano essere spediti in Marocco e Tunisia; 159 tonnellate di cascami, ritagli e avanzi di materie plastiche individuate a Pomezia e destinate ad un impianto di recupero in Cina; 13 tonnellate di rifiuti speciali, anche qui da mandare in Marocco, fermate a Vigevano.
Nel 2009, come riporta il Libro Blu dell’Agenzia delle Dogane, sono state sequestrate complessivamente 7.914 tonnellate di rifiuti mentre nel 2008 le tonnellate di rifiuti sequestrate erano state solo 4.603. L‘aumento, nel giro di un anno, è stato quindi del 71%.
«Quello del traffico illegale dei rifiuti è un problema sottostimato e poco conosciuto anche a livello europeo» spiega Antonio Pergolizzi, coordinatore dell’Osservatorio sull’ambiente e la legalità di Legambiente. Che poi snocciola alcuni dati che spiegano l’affare: «Smaltire una tonnellata di rifiuti non pericolosi costa circa 150 euro, mentre per quelli pericolosi si sale a 300-400 euro – aggiunge Pergolizzi. Con il traffico illecito si risparmia nel primo caso in media il 20%, nel secondo caso il 50%, ma le punte sono molto più alte. Ad esempio, eliminare un container di 20 piedi con 15 tonnellate di rifiuti pericolosi può costare 60.000 euro se si osservano le normative, ma solo 6.000 euro se si procede per vie illegali». Il trucco è semplice: «Parti meccaniche, materiali plastici e altri scarti vengono spacciati per materie prime e quindi rivenduti all’estero per essere riutilizzati in processi industriali, che spesso sono altamente dannosi per la salute».
Marco Bobbio