Una vita a impatto zero. Intervista a Paola Maugeri
Cinque ettari di terreno sono quelli che servirebbero a ciascun italiano per produrre e smaltire tutto ciò che gli occorre (con un bel po’ di sovrabbondanza) per vivere. Praticamente servirebbero quattro Italie per poter sostenere i nostri stili di vita. E allora Paola Maugeri, conduttrice televisiva e graffiante voce rock di Virgin Radio, all’andazzo degli sprechi sostituisce un altro 5. Quello dei gesti concreti per vivere la vita nel rispetto dell’ambiente.
Sono i cardini di “Una vita a impatto zero”, come dice lo slogan del docu-reality che la verace vj siciliana ha girato per la trasmissione tv “E se domani” di Alex Zanardi, in onda su Rai3. L’abbiamo intervistata per capire alla fine com’è andata, tra qualche iniziale difficoltà e il grande entusiasmo di esserci riuscita.
R) Paola, quanto tempo è durata la tua “vita a impatto zero”?
R) Ho iniziato a novembre e sto continuando tutt’ora. Infatti… scusa il fiatone…ma… sto tornando a casa a piedi, con due sacchi di tela attaccati alle braccia, dall’altra l’ombrello perché piove.
D) Un bel sacrificio…
R) No. Non uso mai questo termine. Si tratta di sostenibilissime rinunce. Bisogna un po’ organizzarsi, rivoluzionare le abitudini. Però posso dire che dimenticare l’auto in garage è più che possibile.
D) Dopo quattro mesi ancora non ti sei pentita della scelta? Dicci la verità: non hai mai pensato “chi me l’ha fatto fare”?
R) No, assolutamente. Per una settimana ho vissuto in casa a luci spente, con l’illuminazione delle candele. Ammetto che non è stato facile. Ma una volta tolti questi eccessi, il punto fondamentale, a cui tutti dovremmo davvero fare grande attenzione, è evitare gli sprechi. Chi di noi presta cura alla quantità di cibo e scarti che getta ogni giorno nella spazzatura?
D) Tu sei sempre stata un’apripista di buone pratiche “verdi”. Sei stata anche nominata ambasciatrice per il clima all’ultimo vertice di Copenaghen. Puoi consigliare cinque comandamenti alla portata di tutti per vivere nel rispetto della natura?
R) Numero uno: cambiare le lampadine a incandescenza con quelle a fluorescenza (consumano 1/5 delle vecchie) e abbassare il riscaldamento di due gradi (18° è la temperatura giusta per la casa). Numero due: dire no all’automobile e rispolverare la bici, andare a piedi, usare i mezzi pubblici. Numero tre: attrezzarsi con una compostiera casalinga (tranquilli, confermo dalla mia viva esperienza, non puzza). Numero quattro: cercare al 95% di fare gesti più consapevoli, mangiare solo frutta e verdura a chilometri zero, cucinare cibi il più possibile naturali, consumare il meno possibile prodotti in plastica. Numero cinque: servirsi di energia pulita.
D) Quali sarebbero i reali vantaggi per l’ambiente se tutti ci comportassimo così?
R) Sono convinta che ci siano risorse per tutti, ma non per l’ingordigia della gente. Non è più il tempo di delegare ad altri il destino, la sopravvivenza delle nostre città, del nostro paesaggio naturale. Proprio a Copenaghen ho capito quanto mi hanno deluso questi vertici mondiali. E allora mi sono detta: tocca a noi rimboccarsi le maniche. In Svezia le persone, singolarmente, fanno molto per mantenere puliti e vivibili i loro luoghi. In Sicilia, la mia terra, buttiamo ancora i pannolini e le batterie per terra o nei cassoni dell’indifferenziato.
D) E’ vero che sei vegetariana?
R) Sì. Da quando ho 14 anni. Questo è il passo più importante da fare per amare e rispettare la natura. Mangiare è un gesto che accomuna tutti, indipendentemente da sesso e religione. Dovrebbe scattare a chiunque la molla dell’indignazione per l’orribile morte che fanno gli animali di cui ci nutriamo. Il 70% della foresta amazzonica è stato abbattuto per fare spazio alle coltivazioni dei cereali a uso animale. Il 60% dell’effetto serra è provocato dalle deiezioni degli animali, allevati in quantità per sfamarci.
D) Anche tuo figlio è vegetariano?
R) Sì. Ma ci tengo a precisare, senza rinunce. Cucinare è una delle mie attività principali. Anche se non mangio carne, non faccio a meno del ragù, che per noi è di seitan. Neppure del vitello tonnato.
D) Vitello tonnato?
R) Sì, giuro che è possibile farlo ed è buono, senza vitello e senza tonno.
D) Oltre alla tua Milano “a impatto zero”, in cui hai dichiarato di trovarti benissimo, c’è un Paradiso Terrestre?
R) Qualsiasi paese civile in cui ci siano politiche di assistenza alle mamme, lavoratrici e non. In cui tutti i cittadini siano dotati di un orto, se vogliono. Perché è fondamentale capire da dove arrivano i prodotti che compaiono sulla nostra tavola.
Letizia Tortello