Una batteria al rabarbaro per accumulare energia in modo pulito. La sfida di Green Energy Storage
Una batteria al rabarbaro per accumulare energia in modo pulito. E’questa la nuova sfida, in concorrenza con i giganti mondiali, di Green Energy Storage, start-up italiana nata nel 2015 che, dopo aver acquistato il brevetto dalla prestigiosa Università di Harvard, ha conquistato l’interesse di Sorgenia, la prima azienda a testare sul campo il prodotto, in distribuzione sul mercato dal 2018. Una svolta rivoluzionaria che punta a offrire un’alternativa per accumuli “green” non solo ai clienti italiani, ma ai “prosumer” di ogni angolo del pianeta.
Gli uomini e le donne di Green Energy Storage sono un gruppo di professionisti dell’efficienza energetica e dello storage, che non hanno perso tempo dopo aver scoperto la geniale invenzione degli scienziati americani. “Non capita tutti i giorni che si faccia un accordo con la più grande università del mondo. Siamo molto orgogliosi di aver concepito una batteria green in Italia“. Parole di Salvatore Pinto, ingegnere, fondatore e azionista di maggioranza dell’azienda tricolore con ambizioni internazionali.
Il prodotto è a basso costo e ridotto impatto ambientale. “Nello specifico sfruttiamo una molecola prodotta dalle piante durante la fotosintesi: il chinone. Facilmente estraibile dal rabarbaro e da altri vegetali” spiega Pinto, che pensa ad una sinergia con il settore agricolo: ”il progetto può offrire opportunità ai territori attraverso, per esempio, l’estrazione dai residui del vino o da altre soluzioni“. Valorizzare gli scarti delle lavorazioni agricole ovvero recupero ambientale e valorizzazione economica, senza dimenticare la sostituzione degli elementi chimici nelle batterie che hanno oggi un forte costo ecologico.
Un primo vantaggio della batteria è l’ottimizzazione dell’autoproduzione energetica di aziende e famiglie. E’ stata pensata, infatti, per l’efficienza e il risparmio energetico di abitazioni, edifici commerciali e imprese. “Una risposta concreta alle esigenze dell’energia rinnovabile, sempre più alla ricerca di sistemi che possano garantire in maniera economica ed ecologica l’accumulo di energia” sostiene l’ingegnere, che traccia le linee di sviluppo aziendali: “il nostro mercato parte dalle case per arrivare ai campi; fino ai grandi operatori“.
Le stime di sviluppo dell’energia da fonti rinnovabili aprono un orizzonte molto interessante anche dal punto di vista economico. Per l’International Energy Agency entro il 2021 il 28% dell’energia elettrica globale verrà prodotta principalmente dal fotovoltaico e dagli impianti eolici onshore. Sono dati che il fondatore di Green Energy Storage porta a dimostrazione della validità del proprio piano di businnes : “Il mercato dello storage vale 200 miliardi di dollari, di cui il 40% in Europa. Noi siamo avanti perché la nostra tecnologia costa meno, vogliamo arrivare a 200 dollari per kilowattora nei prossimi 4 anni. E’ come andare su Marte, noi ci siamo perché presentiamo una batteria funzionante, abbiamo non un unico prodotto, ma una famiglia di batterie che partono da una capacità di 3kW per arrivare fino a 10kW e oltre. Merito del network di competenze che abbiamo messo in campo”.
Tra i protagonisti di questa impresa i cervelli di Harvard – i professori Michael J. Aziz e Roy G. Gordon – dell’Università di Tor Vergata di Roma (la docente Silvia Licoccia) e la Fondazione Bruno Kessler di Trento. Ma anche un’altra azienda italiana: “Industrie De Nora , anche loro italiani ma con un mercato mondiale: operano in 23 paesi con un fatturato di 600 milioni di euro. Alleanze fondamentali per diventare un ‘azienda globale, poi per crescere cerchiamo investimenti negli USA”, aggiunge Pinto, che in Italia ha stretto un legame con Sorgenia, che affiancherà la start up attraverso un progetto a lungo termine.“Lo sviluppo di soluzioni economiche ed ecocompatibili di stoccaggio dell’energia – spiega il CEO dell’operatore milanese Gianfilippo Mancini – consentirà ai consumatori di immagazzinare la propria auto produzione rinnovabile e, grazie anche a software evoluti di dispacciamento e di controllo dei propri consumi, di rendersi autonomi dalla rete elettrica. Abbiamo perciò individuato in Energy Green Storage il partner ideale per sperimentare e sviluppare questo nuovo modello integrato”.
La batteria ha ricevuto finanziamenti nazionali e internazionali importanti: “Possiamo contare su un investimento di 2 milioni di euro della Commissione Europea, con il programma Horizon 2020, e altri 3 milioni di euro dalla Provincia Autonoma di Trento“, conclude Pinto. Ora il giudizio passa al mercato.
Gian Basilio Nieddu