“Mettersi in gioco per rinnovarsi”. Lettera estiva dal Parco CollinaPo di Torino
Pubblichiamo la versione integrale della lettera aperta diffusa da Ippolito Ostellino, direttore delle Aree Protette del Po e della Collina Torinese, divenute recentemente Riserva MAB Unesco.
Stiamo vivendo per tanti versi una stagione densa di momenti nei quali le certezze su processi avviati vacillano, in cui percorsi che parevano sicuri diventano pieni di insidie e precarietà. Tanti si domandano come trovare strade nuove, oppure già percorse ma precedentemente abbandonate, per ritrovare l’equilibrio e una rotta giusta che permetta di raggiungere obiettivi di giustizia sociale e ambientale.
Il nostro successo mondiale ottenuto con il riconoscimento UNESCO del marchio CollinaPo ha appena avuto un riscontro locale sul territorio lo scorso 30 giugno alle Vallere, nella prima partecipata Assemblea post-nomina fra gli 85 Comuni (oltre una cinquantina le rappresentanze presenti) riconosciuti con il Parco del Po e Collina Torinese a Riserva Urban MAB (prima in Italia). L’incontro multidisciplinare intitolato OLTRECONFINE, oltre ad essere un connubio tra natura e cultura di assoluto livello (e con costo minimo per noi), è stato un riscontro molto bello su quanto avevamo seminato in particolare negli ultimi diciotto mesi, perché sia in sala congressi durante il raduno tra gli Amministratori che nel Convivio che ha preceduto il concerto e danza nella corte della cascina, si è sentita nell’aria – da parte delle centinaia di persone che sono arrivate – una risposta, che è arrivata dall’atteggiamento positivo e propositivo della stessa gente che ha preso parte alla giornata.
Esiste credo, ancora “un’altra via possibile” – come titola una mostra simbolica sui ponti a firma del fotografo Gerry Di Fonzo. Non ci sono risorse che tengano, non ci sono atti che obblighino, non ci sono regolamenti che bastino per darci modo di costruire un futuro comune. Esiste però una cosa: mettere in gioco la propria individuale coscienza e la capacità personale di ognuno di noi – tecnico, forestale, amministrativo, progettuale etc – di mettere del valore aggiunto a quello che comunemente si porta avanti attraverso l’adesione educativa al MAB. E questo esiste, sia che si faccia parte di questa Riserva come Attori del processo o come Dipendenti pubblici del Parco che guidano e governano le sue azioni sul territorio. Si tratta di quel valore aggiunto intorno al quale ci fa riflettere Nicholas Humphrey nei suoi libri intorno al concetto della coscienza.
La volontà individuale nell’avvicinare le persone, nel confrontarsi con le competenze, nel portare esperienze piuttosto che cibo da condividere, nella curiosità nel chiedere le opinioni degli altri su quanto stiamo vivendo: queste sono le sensazioni che abbiamo avuto occasione di percepire nelle modalità sia degli Operatori che dei Sindaci, specie di quelli appena entrati nel loro incarico. Allora diciamocelo: non esiste solo uno stantio approccio amministrativo, un calcolo elettorale o un vecchio stile egoico avido di opportunità più o meno motivate. Esiste, e io l’ho respirato insieme ai colleghi che erano con me, anche la voglia di fare il giusto, di raccogliere le capacità di fare bene e migliorarsi nonostante le avversità, di saper guardare oltre e sperimentare il nuovo, o di riproporre un antico dimenticato valore: il senso di Comunità.
Dal chiedersi cosa fare per affrontare le novità portate dal cambiamento climatico, a come mettere insieme i proprietari dei terreni collinari per gestire meglio il bosco, a come collegare nuovi percorsi ciclabili per raggiungere meglio i nostri territori a basso impatto ambientale ed alto valore per la salute, a come difendere gli insetti dei nostri campi per permettere che l’impollinazione degli alberi da frutto continui e con loro una agricoltura sana, fino a come attrarre nuove utenze e portare anche ai più restii il messaggio sulla sostenibilità e condivisione delle risorse della riserva della biosfera….Questi sono tutti obiettivi che si raggiungono se le persone, amministratori o cittadini che siano, decidono di mettersi in gioco, innanzi tutto partendo da se stessi, e muovendo la propria persona alzando l’astina rispetto all’ordinaria amministrazione del proprio operato – ovvero, quanto già ho detto prima: muovere l’individuale coscienza di ognuno di noi, ovvero fare qualcosa in più di buon senso e di positivo senza che siano sempre gli altri a incalzarci a farlo. Questo per me è aderire profondamente a un progetto come questo. E’ lo stesso monito che Aurelio Peccei lanciava dalla pagine dei suoi saggi già negli anni ’80 citando W. Shakespeare: “Non della nostra stella è colpa, caro Bruto, ma di noi stessi...”.
Mettersi in gioco: così un territorio riprende vita e isola ignoranza, cattiveria e interessi particolari, facendo vincere chi si riunisce intorno al Cerchio della Vita. Do il mio Grazie a chi di Voi si è speso in questo senso. Mi rammarico invece con chi non ci è riuscito, per rigidità interiore, per ricordo dei vecchi tempi che non esistono più, per pura presa di posizione, per propri limiti di coscienza, o per semplice pigrizia mentale. Me ne dolgo e mi auguro che l’estate porti consiglio, perché il mondo va in un’altra direzione, ormai.
Dunque Buona estate a Tutti. Che sia un‘estate di natura, ma anche di riflessioni sul fatto che occuparsi di natura e ambiente in un parco come il nostro, vuol dire anche rinnovarsi nel modo in cui lo si fa.
Ippolito Ostellino