Il discorso di Mikhail Gorbaciov al 6° World Water Forum
Signor Primo Ministro,
Signore e signori,
ringrazio il governo francese per l’invito a venire qui e per il grande lavoro che ha reso possibile questo Forum. Condivido il punto di vista del Presidente Sarkozy secondo il quale i problemi relativi all’acqua debbano essere messi in primo piano nelle politiche internazionali.
La presenza dei rappresentanti di più di settanta Paesi, di eminenti scienziati ed esperti conferisce a questo Forum una considerevole importanza globale.
I preparativi sono andati avanti seguendo uno slogan ben preciso: Time for Solution (È tempo di trovare una soluzione). È giunto, infatti, il momento di passare dalle parole ai fatti.
La mancanza di acqua sta diventando un problema sempre più grave e su vasta scala – considerato che, al contrario delle altre risorse, non esiste un sostituto per l’acqua.
Anche quando si cercano tracce di vita organica in altri corpi celesti, si inizia cercando tracce della presenza di acqua.
Di certo, sul pianeta Terra abbiamo acqua, ma le risorse accessibili sono limitate e la quantità d’acqua utilizzata per i bisogni dell’uomo è in continuo aumento. Mantenere il consumo di questa risorsa ai tassi del XX secolo non è più possibile.
Allo stesso tempo, nei Paesi più poveri milioni di persone muoiono a causa dell’utilizzo di acqua contaminata.
Secondo uno studio condotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in cinque regioni mondiali, l’80 per cento delle malattie infettive e delle epidemie è causato da acqua non potabile.
Pensando a un modo per contrastare la crisi idrica mondiale, bisogna innanzitutto conoscere le sue principali cause.
Queste comprendono:
- la crescita della popolazione mondiale e delle produzioni agricola, industriale ed energetica, che sono le principali consumatrici d’acqua;
- le conseguenze ambientali delle attività economiche e la distruzione degli ecosistemi naturali;
- lo spreco dell’acqua e delle altre risorse naturali in un’economia guidata dal profitto e dal consumismo estremo;
- la povertà di massa e l’arretratezza in Paesi dove le autorità non hanno le capacità, e spesso nemmeno l’interesse, per organizzare un’efficace gestione dell’acqua;
- e, infine, la corsa alle armi e l’assurdo spreco di enormi quantità di salute e risorse in guerre e conflitti.
È quindi chiaro che il problema dell’acqua non può essere considerato in maniera isolata dalle altre questioni mondiali e dal contesto internazionale.
Green Cross, della quale sono il Presidente fondatore e che ho il piacere di rappresentare qui, ha lavorato per vent’anni ai problemi interconnessi di sicurezza, povertà e ambiente.
Qualche tempo fa l’Ong ha lanciato l’iniziativa Water for Life. Abbiamo proposto di sviluppare un convegno internazionale sul diritto all’acqua. Nel 2010 le Nazioni Unite hanno deciso di includere il diritto all’acqua tra i diritti fondamentali dell’uomo. Non è stato facile per la comunità internazionale compiere un passo del genere – ma è stato fatto.
Ciò che è necessario adesso è l’attuazione pratica di questo principio. Fino ad oggi, solo pochi Paesi hanno incluso il diritto all’acqua nella propria legislazione nazionale. Tra questi c’è la Francia, che sta anche stanziando importanti risorse per assicurare l’accesso all’acqua ai Paesi in via di sviluppo.
Green Cross International sta prendendo parte attiva allo sviluppo di metodi per preservare e gestire razionalmente le risorse d’acqua.
Insieme stiamo lavorando per snellire i tempi per la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui corsi d’acqua; realizziamo inoltre progetti specifici per assicurare il diritto all’acqua.
Sono semplici soluzioni che non richiedono grandi investimenti e possono salvare molte vite umane.
Grazie al progetto pilota avviato in Ghana, 40mila persone che vivevano nel bacino del Volta oggi hanno accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici.
Un’altra importante area nella quale impieghiamo le nostre forze è quella della prevenzione dei conflitti legati all’accesso alla risorsa idrica o causati dal suo utilizzo come strumento di pressione o dittatura.
Signore e signori,
avendo cinquant’anni d’esperienza politica, posso dire che la crisi idrica è fortemente legata al flusso delle politiche e delle economie contemporanee.
Permettetemi di sottolineare due questioni a riguardo:
Ci incontriamo in un momento in cui il mondo sta ancora barcollando a seguito di una grave crisi economica globale.
I segni di ripresa dell’economia mondiale non devono trarci in inganno.
La crisi ci ha dimostrato l’insostenibilità dell’attuale modello di crescita economica. Un modello che genera ingiustizia sociale e pericolo di catastrofi ambientali.
È necessaria una rapida transizione a un modello differente, che dovrebbe essere basato sulla combinazione di mercati e iniziative private con i principi di responsabilità sociale e ambientale delle imprese, oltre a un’efficace regolamentazione da parte dei governi.
Inoltre, abbiamo bisogno di ripensare ai traguardi dello sviluppo economico. Il consumismo non deve rimanere l’unico o il principale indicatore della crescita. L’economia deve essere orientata verso obiettivi che includano il bene pubblico, come ad esempio un ambiente sostenibile, la salute, l’educazione, la cultura e la coesione sociale, compresa l’assenza di un evidente divario tra ricchi e poveri.
Se puntiamo a implementare i nostri progetti idrici, nazionali e internazionali, questi potrebbero diventare uno dei motori di sviluppo per l’economia globale.
La seconda osservazione: il mondo necessita di una nuova struttura politica, nuove formule che assicurino sicurezza, una governance globale e uno sviluppo sostenibile.
Tutto ciò dovrebbe essere basato sul rifiuto della violenza, di qualsiasi tentativo che cerchi di dominare le relazioni internazionali, e sulla smilitarizzazione delle politiche.
È solo con queste fondamenta che saremo in grado di reagire alle principali sfide di questo secolo – quelle relative alla sicurezza, alla povertà, all’arretratezza economica e alla crisi ambientale globale.
Signore e signori,
durante i quindici anni della sua esistenza, il World Water Forum ha contribuito a inserire il problema dell’acqua nell’agenda politica internazionale.
Oltre alla discussione generale tra i rappresentanti dei governi e la comunità imprenditoriale, non è ancora riuscito però a produrre soluzioni di svolta per la crisi idrica. Questo è il motivo per cui, parallelamente al forum, sono nate discussioni alternative che sono il risultato di iniziative intraprese dalla società civile.
Durante questo forum dobbiamo dare maggior risalto alla voce della gente. Vorrei dunque trasmettere a voi la posizione dei nostri partner della società civile:
“Siamo convinti che una buona gestione dell’acqua e dei servizi igienici potrà essere realizzata solo attraverso approcci che siano basati sui diritti umani e mediante il coinvolgimento di una società civile informata e impegnata. Abbiamo molto apprezzato l’inserimento, da parte delle Nazioni Unite, dell’accesso all’acqua potabile e dei servizi igienici tra i diritti umani; ora è necessario supportare i governi nazionali per assicurare che questo diritto venga effettivamente garantito a tutta la popolazione, in conformità con i diritti umani, e riconoscere l’importanza del ruolo delle comunità locali.”
Signori e signore, uniamo le nostre forze!
Pensiamo e agiamo sulla base di principi comuni: Pace per tutti, Acqua per tutti, Dignità e una vita che si riveli all’altezza di un essere umano. Non possiamo accettare compromessi.
Mikhail Gorbaciov