Thesan: con le rinnovabili alla conquista dei mercati esteri
Mentre molte aziende italiane a causa dello spalma-incentivi voluto dal governo hanno dovuto abbandonare il settore del fotovoltaico o, peggio, licenziare e in qualche caso anche chiudere, Thesan è riuscita a giocare d’anticipo. La spin off di Savio, nata nel 2008 con l’obiettivo di aggiungere altri sbocchi – risparmio energetico e rinnovabili – a quelli tradizionali del gruppo produttore di componenti per serramenti in alluminio, ha infatti deciso di puntare tutto sull’estero.
“Nel 2013 abbiamo lanciato una strategia di internazionalizzazione con la realizzazione di sei impianti fotovoltaici in Romania, a cui è seguita la costruzione di altri sei campi fotovoltaici in Ecuador, la più grande operazione di questo tipo realizzata finora nel Paese dell’America Latina”, spiega l’AD Aimone Balbo. E per il 2015 e 2016 l’azienda guarda anche a Brasile, Messico, Turchia, Giappone e si prepara per sbarcare negli Stati Uniti. “In una prima fase abbiamo realizzato impianti conto terzi. Poi, un anno fa, abbiamo deciso di affiancare a questa attività la produzione e vendita di energia rinnovabile a livello mondiale, attraverso grandi impianti fotovoltaici di cui manteniamo la proprietà. A questo scopo, abbiamo costituito la Thesan Clean Energy”. Entro il 2015, Thesan prevede di raggiungere i 30 MW di potenza installata, con una capacità di produzione annuale di 50.000 MWh. “Il fotovoltaico è un settore itinerante: i mercati nascono, esplodono e velocemente si saturano. Sopravvivono le aziende che capiscono questa dinamica e sono capaci di arrivare sui mercati in fase embrionale e cercare nuovi sbocchi al momento giusto. Quando in Italia c’è stata la chiusura dei conti energia, Thesan aveva già messo radici in altri Paesi”, aggiunge Balbo.
Oltre al fotovoltaico, l’azienda di Chiusa San Michele (Val di Susa) sta anche facendo i primi passi nel settore dell’idroelettrico. Thesan, in collaborazione con il Consorzio Interuniversitario Cineca, ha infatti realizzato il prototipo di una turbina innovativa, in grado di produrre energia anche nel caso di corsi d’acqua con portate ridotte o irregolari. Il progetto si è aggiudicato l’HPC Innovation Excellence Awards, un riconoscimento internazionale per le applicazioni più innovative nel settore del supercalcolo. Il prossimo passo, racconta Balbo, sarà l’eolico.
Accanto alle rinnovabili, c’è l’altro settore in cui Thesan ha deciso di specializzarsi: il risparmio energetico. “Gli edifici oggi sono responsabili in Europa del 40% dei consumi energetici, e nel 2008 non ci si era ancora focalizzati su come renderli più efficienti. Per questo abbiamo pensato che il settore del risparmio di energia potesse offrire interessanti spazi di crescita”. Un tema che l’azienda affronta però in modo originale. “La prima linea di prodotti realizzata da Thesan è Aircare: si tratta di sistemi di ventilazione degli ambienti che associano il ricambio d’aria all’efficienza energetica e al filtraggio dell’aria stessa, per eliminare particolato, PM10 e PM2,5, batteri, pollini, funghi e acari”. Per la loro azione di abbattimento degli inquinanti, Aircare viene esportata nelle aree urbane in Cina, India, Malesia, Indonesia, Tailandia, Singapore e Messico, tra le più inquinate al mondo. Il sistema a scambiatore di calore, grazie al quale in inverno l’aria interna in uscita cede calore a quella esterna in entrata (e viceversa in estate), senza che i due flussi si incontrino mai direttamente, rende Aircare attrattivo anche per i Paesi del Nord Europa, dove la spesa per il riscaldamento è consistente.
Negli ultimi anni, l’azienda piemontese ha visto aumentare il suo fatturato in maniera consistente: “Siamo passati dagli 11 milioni del 2013 agli oltre 17 del 2014, e per il 2015 puntiamo a raggiungere i 25-30 milioni”, spiega Balbo. Una quota importante del fatturato – circa l’8% – è destinata all’innovazione. Il motore su cui Thesan punta per crescere del 20-30% l’anno in termini di fatturato e potenza installata.
Nel futuro dell’azienda c’è da una parte la conquista di nuovi mercati, dal Giappone agli USA, dall’altra lo sviluppo di prodotti innovativi per ridurre gli sprechi di energia: “Stiamo lavorando a un progetto per ridurre il consumo di acqua calda sanitaria. All’Environment Park di Torino stiamo inoltre testando “Energy Skin”, un sistema di pannelli esterni alla casa che scambiano calore con l’ambiente circostante e lo convogliano all’interno”.
Veronica Ulivieri