Sebastiano Somma: “Vorrei fare una fiction ecologica”
Sebastiano Somma è un volto noto della televisione: è il procuratore Luca Bartoli nella fiction “Sospetti” e l’avvocato Rocco Tasca nella serie “Un caso di coscienza”. Ha girato più di dieci film per il cinema e recita a teatro (in autunno ricomincerà la tournée con Il giorno della civetta, tratto dal romanzo di Sciascia). Nato a Castellammare di Stabia, Somma ha il mare nelle vene: “Amo il mare, per me è un elemento essenziale, mi fa sentire vivo”. Ed è per questo che ha accettato di essere il testimonial della campagna “Ma il mare non vale una cicca?” lanciata dall’associazione Marevivo in collaborazione con JT International per sensibilizzare le persone a non buttare rifiuti – mozziconi di sigaretta, ma anche lattine, accendini e bottiglie – in spiaggia. Lo abbiamo raggiunto mentre stava girando la quinta serie di “Un caso di coscienza”, che andrà in onda il prossimo febbraio su Rai 1. “Purtroppo la società di oggi vive in uno stato catatonico in cui la natura sembra l’ultima delle cose a cui pensare, ed è anche per questo che ho aderito alla campagna di Marevivo, per cercare di far capire quanto invece sia importante il rispetto dell’ambiente, in particolare nel caso marino”, spiega.
D) Sebastiano Somma, come è nata questa collaborazione con Marevivo?
R) E’ un’associazione che conosco da anni. Io amo il mare, sono nato sul mare e lo frequento in estate e in inverno, perciò, quando mi hanno contattato, non ho potuto che accettare la loro proposta. Mi sembra importante comunicare alle persone un messaggio che sembra semplice, ma che ancora oggi non è del tutto chiaro: non possiamo sporcare un luogo che ha bisogno di respirare.
D) Che cosa farà in concreto come testimonial della campagna?
R) Sto cercando, soprattutto attraverso interviste, di trasmettere questo messaggio. Penso sia importante che noi attori sfruttiamo la popolarità che ci dà il nostro lavoro per sostenere cause come questa. E poi continuerò anche a livello personale a cercare di sensibilizzare le persone sul tema della pulizia del mare.
D) Nella sua carriera ha mai interpretato personaggi che avessero in qualche modo a che fare con questioni ambientali?
R) Non in maniera specifica. L’avvocato Rocco Tasca, protagonista di “Un caso di coscienza”, difende le fasce più deboli della popolazione e si schiera a fianco dei cittadini indifesi, ma per ora non si è mai confrontato con tematiche ecologiste. Nella vita privata, però, cerco di rispettare l’ambiente.
D) In che modo?
R) Per esempio cerco sempre di evitare gli sprechi, a partire dallo spreco di acqua. È un mio cavallo di battaglia, che ripeto sempre alle persone che mi stanno intorno. L’acqua è un bene troppo prezioso per essere sprecato, dà lì è partita la vita e ci sono troppe persone che muoiono di sete per usarla in modo poco oculato.
D) Nei film e nelle serie televisive si parla poco di problemi ambientali. Perché secondo lei?
R) Purtroppo questi problemi non vengono avvertiti come reali. C’è molta disattenzione, perché, almeno in apparenza, non si tratta di questioni eclatanti. La società di oggi vive in uno stato catatonico in cui la natura sembra l’ultima delle cose a cui pensare, ed è anche per questo che ho aderito alla campagna di Marevivo, per cercare di far capire quanto invece sia importante il rispetto dell’ambiente, in particolare nel caso marino. In ambito televisivo, non si riesce quasi mai a scrivere una drammaturgia in cui siano presenti delle questioni ambientali. Eppure, quando succede, il pubblico apprezza. Basterebbe approfondire un po’ di più queste tematiche.
D) Un esempio?
R) La serie “A un passo dal cielo” con Terence Hill, ambientata in Val Pusteria. Lì si mostrava l’ambiente della montagna, e il pubblico ha molto apprezzato con buoni livelli di ascolto. Mi è piaciuta, e spero di fare anch’io presto una fiction che parli anche di ecologia.
Veronica Ulivieri