Rossano Ercolini: il maestro ecologista premiato con il “Nobel” per l’ambiente
Ha un’agenda fitta di impegni Rossano Ercolini, maestro elementare toscano di Capannori (Lucca), vincitore del Goldman Environmental Prize 2013, prestigioso premio ambientale che non veniva assegnato a un italiano dal 1998. Insieme a lui, sono stati premiati altri cinque attivisti internazionali provenienti dalla Colombia, dal Sudafrica, dall’Indonesia, dagli Usa e dall’Iraq. Il premio in denaro, 150.000 dollari destinati al proseguimento delle attività, rappresenta la più grande somma corrisposta per l’attivismo ambientale di base. La Fondazione Goldman ha voluto premiare Rossano Ercolini, poiché, come si legge nella motivazione del premio “quando sentì parlare dei progetti di edificazione dell’inceneritore nel suo comune, ritenne di avere la responsabilità, come educatore, di proteggere il benessere degli studenti e di informare la comunità in merito ai rischi dell’inceneritore e alle soluzioni per la gestione sostenibile dei rifiuti domestici del paese”. Un passato nel movimento politico dei Verdi italiani, dai quali tuttavia fu cacciato perché bollato come “eretico ed estremista”, Rossano Ercolini ha dedicato gran parte della vita e della sua energia alla ricerca di alternative possibili all’attuale sistema di gestione e smaltimento dei rifiuti e oggi è presidente dell’associazione Zero Waste Europe, per la diffusione della strategia Rifiuti Zero, a cui oggi aderiscono 125 Comuni, tra cui anche Capannori. Nel frattempo, come lui stesso rivela a Greenews.info, l’8 maggio Rossano Ercolini è atteso dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi.
D) Ercolini, come è nato il suo interesse per le tematiche ambientali e, in particolare, per la riduzione dei rifiuti?
R) Un primo approccio c’è stato addirittura nel 1976, quando si voleva costruire una discarica in una frazione di Capannori, il mio comune. Allora facevo il liceo scientifico e, siccome parlavo bene, mi scelsero per rappresentare il comitato che si batteva per le alternative alla discarica. In seguito ho continuato a occuparmi di sostenibilità anche se sul tema dei rifiuti ho avuto modo di tornare con forza a partire dal 1994, quando feci parte di un comitato che si batteva contro la costruzione di un inceneritore a Pietrasanta, sempre in provincia di Lucca.
D) Che esperienze ha avuto nei movimenti politici che si battono per l’ambiente ?
R) Ho fatto parte del movimento politico dei Verdi dai quali, tuttavia, sono stato anche uno dei pochi a essere stato espulso, nel 1997. In precedenza mi ero candidato alla carica di consigliere regionale, nel 1990, risultando il primo dei non eletti. In seguito alla rinuncia di uno degli eletti, subentrai poi in Consiglio Regionale fino al 1995. Ho quindi un passato all’interno dei Verdi che, tuttavia, quando si sono, per così dire, istituzionalizzati, hanno tradito le mie e le loro battaglie. Prima, infatti, quando erano all’opposizione, i Verdi erano contrari agli inceneritori. Poi, però, cambiarono completamente atteggiamento: una volta dentro la maggioranza, infatti, in nome di un malinteso realismo, si sono dichiarati invece favorevoli agli inceneritori, compreso quello di Pietrasanta che io avevo avversato e che continuavo ad avversare facendo parte del comitato contro l’inceneritore. Ero quindi diventato improvvisamente un ribelle, accusato dagli stessi Verdi di essere troppo estremista. Estraneo, anzi, contrario, alla linea ufficiale fui quindi espulso e fondai la lista Ambiente e Futuro che, alla prima sortita, ottenne un lusinghiero 3,7% diventando in seguito importantissima per il centro sinistra toscano e dalla quale ho continuato ad avversare gli inceneritori a Lucca e in Lucchesia. Peraltro la Regione Toscana, che sembrava aver accettato la nostra linea programmatica, cambiò poi i piani di indirizzo per i rifiuti autorizzando, così, anche l’inceneritore di Pietrasanta, tuttavia chiuso definitivamente nel 2008 per opera della magistratura.
D) Guardando all’estero, ad esempio alla Germania, i Verdi sono stati un’interessante novità trasversale, che ha coinvolto molti giovani: in Italia, invece, ci può essere un futuro per l’ecologismo in politica? E, in quest’ambito, come vede l’esperienza di Grillo e del Movimento 5 Stelle?
R) I Verdi italiani sono crollati sotto le macerie dell’arrivismo politico. Eppure oggi, anche in Italia, è potenzialmente egemone il partito dello “Zero Waste”, cioè dello spreco zero. Il nostro è il “partito” delle emissioni zero, della riduzione dei costi e, soprattutto, dello spreco zero. La cultura della lotta agli sprechi è trasversale e potenzialmente egemone. Grillo ne interpreta solo una parte. Una delle cinque stelle, infatti, è quella dell’ambiente. Noi ogni tanto abbiamo collaborato con Grillo ma, come abbiamo già avuto modo di dirgli, la sua iniziativa movimentista sta sconfinando nel populismo. Credo che il consenso si costruisca dal basso, attorno a quest’idea di fondo, lo spreco zero, a partire dalle comunità locali più vicine ai cittadini ma non a tutti i costi, non con l’estremismo e neppure con il pragmatismo senza valori, come hanno fatto i Verdi che, per questo, alla fine sono politicamente morti. In nome del pragmatismo a tutti i costi hanno sacrificato la loro scala di valori che li doveva far marciare avanti. Non ci può essere un pragmatismo scisso dai valori. I Verdi sono stati opportunisti e certi soggetti hanno usato i Verdi per lanciare la propria carriera politica, peraltro spesso scialba. In Europa la cultura ecologista è stata l’unica vera novità ma, specie in Italia, quella che non è ancora cambiata è la cultura del potere. Le condizioni per un movimento ecologista in Italia che guardi al futuro ci sarebbero ancora, ma a patto che si faccia una forte autocritica sul passato.
D) Lei è un insegnante: a scuola ha avuto problemi per la sua attività ecologista o, invece, le sue iniziative didattiche sui rifiuti sono state viste di buon occhio?
R) Se in politica, in nome del realismo, c’è chi ha svenduto i valori per tentare di spiccare il volo politico, nella scuola, invece, ho sempre trovato estrema collaborazione. Fin da quando, a Segromigno, andavo a scuola portandomi dietro, per le lezioni, i sacchi della spazzatura. L’educazione è costruttiva per natura e deve indicare la migliore soluzione. No ho mai avuto problemi con la scuola, anzi, sono stato incentivato nel corso degli anni anche con amministrazioni diverse avvicendatesi nel corso del tempo. Mi hanno sempre fatto i complimenti.
D) Per la strategia rifiuti zero serve un deciso cambio di mentalità. Bisogna dunque partire dal basso?
R) Serve indubbiamente un cambio di mentalità, ma non solo: bisogna pensare alla filiera dei rifiuti come ad un processo circolare, nel cassonetto ci può essere una miniera d’oro. L’80% della strategia Rifiuti Zero si può fare con politiche di raccolta differenziata, e in questo caso è fondamentale il ruolo dei Comuni e della comunità, e a valle di questa. Il restante 20 % sta nella responsabilità estesa del produttore. Abbiamo già lavorato molto con i produttori locali, il nostro obiettivo per il 2013 sarà infatti quello di coinvolgere l’industria. Indubbiamente il terreno più favorevole sono le comunità locali. Tutto è nato dall’esperienza di Ambiente Futuro, così è nata la filiera che ci ha permesso di andare avanti con le iniziative, tanto da essere stati i primi a portare Paul Connett in Italia, nel 1996, insieme ad altri esperti di chiara fama internazionale, nell’ambito dell’iniziativa “Non bruciamoci il futuro”. Da lì in avanti Connett è tornato spesso a trovarci e la nostra collaborazione non si è più fermata. A Capannori, poi, il Comune a “Rifiuti Zero”, dal 2007 siamo riusciti a creare una rete nazionale con 125 comuni aderenti, anche comuni della Campania che hanno avuto la ben nota emergenza rifiuti. Hanno capito che per evitare che simili eventi si ripetano, questa è la strada da percorrere. Oggi, grazie alla nostra rete, siamo riusciti a bloccare in Italia 50 tra inceneritori, pirogassificatori e anche certi impianti a biomasse che non davano adeguate garanzie.
D) E in Toscana? Com’è il rapporto con i decisori politici? Come si sta evolvendo la situazione?
R) L’ 8 maggio ho un incontro a Firenze con il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Ci vado indubbiamente con un’altra autorevolezza, dopo questo premio e dopo i complimenti di Obama che ci ha ricevuti e ringraziati guardandoci dritti negli occhi. Enrico Rossi mi riceverà, ufficialmente per farmi i complimenti, ma credo che qualcosa si stia muovendo. La Toscana, infatti, è prossima a rivedere la normativa sui rifiuti. Siamo disponibili a collaborare portando nelle leggi il nostro sapere e le nostra esperienze. Vado a Firenze con l’investitura di Obama…
Andrea Marchetti