Roberto Soldatini, il direttore d’orchestra che vive in barca
Direttore d’orchestra, compositore e violoncellista. Roberto Soldatini, classe 1960, romano, ha fatto una scelta di vita che gli ha permesso di coniugare due grandi passioni: la musica e il mare. Attualmente, infatti, vive su Denecia, la sua barca a vela, alternando ogni anno sei mesi di navigazione in solitario a sei mesi in porto per svernare. Da pochi mesi è uscito in libreria La musica del mare, che racconta come è nata questa sua scelta e come l’ha realizzata. Lo abbiamo intervistato proprio nei giorni in cui a Genova si tiene il 54° Salone Nautico.
D) Soldatini, lei ha fatto una scelta di vita molto “green” ma sicuramente inconsueta, cosa l’ha portata a questa decisione?
R) Certamente è particolare, ma da quando l’ho fatta sento spesso dirmi: “è sempre stato il mio sogno”. Quindi ho scoperto che in realtà è una scelta che vorrebbero fare in molti. Per quanto mi riguarda è stata determinata da un insieme di fattori. Il desiderio di libertà e quello di ritorno all’essenziale. La voglia di viaggiare, con i ritmi della natura, del vento. La necessità di vivere a contatto con la natura. Il bisogno di cercare me stesso, nell’infinito del mare, ma anche negli incontri con la gente che vi naviga.
D) Come è nato il suo amore per il mare?
R) In realtà da ragazzo ero più “montanaro”. E ricordo ancora con nostalgia le vacanze sulle Alpi svizzere con i miei genitori. Poi ho frequentato a lungo una persona che amava molto il mare che mi ha contagiato. Ma penso fosse una parte di me che aspettava solo di emergere. E poi è venuta la passione per le barche…
D) Che legame c’è fra il suo amore per il mare e l’amore per la musica?
R) Il legame tra il mare e la musica è uno degli argomenti del libro. È una scoperta che non mi sento di rivelare a chi ha intenzione di leggerlo. Ma non è solo di questo che racconto. Infatti, cosa curiosa, nelle librerie sono indecisi su come collocare “La musica del mare”. Lo trovo nel settore dei viaggi, in quello della musica, in quello della vela e addirittura in quello della narrativa!
D) Quanto si sente legato all’ambiente? Qual è l’aspetto che le piace di più?
R) Nelle mie rotte vado alla ricerca di armonia. Quell’armonia che si trova dove l’uomo rispetta l’ambiente, conservandolo il più intatto possibile.
D) Quali sono le azioni quotidiane che compie per rispettarlo?
R) Vivere su una barca, che come mezzo di propulsione sfrutta il vento, è già di per sé una scelta in sintonia con l’ambiente. Inoltre ho dei pannelli solari, che suppliscono a tutti i fabbisogni energetici. E appena avrò i soldi per acquistarlo, monterò il dissalatore, che converte l’acqua salata in acqua dolce. Ovviamente per lavare, quando scarico direttamente in mare, uso saponi biodegradabili.
D) Quali sono le difficoltà di uno stile di vita come il suo? E quali invece gli aspetti piacevoli?
R) Quelle che per le persone abituate a una vita sedentaria possono sembrare difficoltà per me non lo sono. Il bilancio di oltre quattro anni di vita sull’acqua è solo positivo. E di piacevole c’è tutto. Dall’addormentarsi cullato dal lieve rollio della barca in porto, allo svegliarsi tuffandosi nell’acqua cristallina di una baia con gli occhi ancora chiusi. Dal fare colazione nel pozzetto riscaldato dal sole primaverile con il panorama del Vesuvio, al leggere un libro in inverno al caldo, ascoltando il ticchettio della pioggia sulla coperta. E poi c’è la comodità di viaggiare portandosi ovunque la propria casa al completo, senza dover fare, né portare, le valigie. Con il rischio di scordarsi sempre qualcosa.
D) Navigando in mare così a lungo, qual è la cosa peggiore che ha visto dal punto di vista ambientale? E quale la più bella?
R) La più bella: i corridoi di stuoie sulla spiaggia pubblica di Koroni, in Grecia. Conducono a delle capanne dove ci sono dei piccoli cartelli con su scritto a mano: “Per favore non disturbate le tartarughe quando depongono le uova”. Mentre, ahimè, le cose peggiori le ho viste in Italia. Le nostre coste sono deturpate. Tornando dall’Egeo, dove i greci hanno un gran rispetto delle loro isole, l’impatto con gli scempi italiani è duro da digerire. Ma c’è chi ci fa concorrenza. Quest’anno ho voluto passare per l’Albania. È da poco che in quel paese lasciano entrare e ho voluto avventurarmici. Le coste sono belle e selvagge, ma gli albanesi vi riversano di tutto, senza il minimo rispetto. Si trova immondizia ovunque e l’acqua è maleodorante. Gli uomini sono gli unici esseri viventi capaci di magnificare la natura e invece di rispettarla la stuprano. Ovunque, in ogni modo.
D) Tre aggettivi per il mare che vive ogni giorno…
R) Posso riassumerli in una sola parola: armonia.
D) Se dovesse scegliere un pezzo musicale per descrivere il mare quale sceglierebbe?
R) Quando mi siedo a prua e osservo il mare, sempre uguale e diverso al tempo stesso, mi viene in mente la scrittura di Bach, dove cellule tematiche apparentemente uguali si auto rigenerano continuamente, come le onde. In particolare il Preludio dalla Suite n.1 in Sol Maggiore per violoncello solo.
D) Ha un sogno nel cassetto che deve ancora realizzare con la sua barca a vela?
R) Io e Denecia (la mia barca) vorremo poter essere utili per monitorare, migliorare l’ambiente. Ma non so ancora come. Di sicuro mi nauseano tutte quelle operazioni che nascondono secondi fini. Fini di lucro. Specchietti per le allodole, che servono a finanziare navigazioni di velisti imprenditori…
Daniela Falchero