Quattro regioni italiane a Bruxelles per un accordo contro lo smog
Intorno al tavolo, dodici grandi regioni europee, tra cui, per l’Italia, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto. L’appuntamento è a Bruxelles, tutti uniti per lanciare l’appello e promuovere una maggiore integrazione tra le politiche europee sulla qualità dell’aria e una maggiore flessibilità normativa in questo campo. In un memorandum d’intesa i punti salienti per affrontare “le criticità in materia di qualità dell’aria in un’ottica europea e con lo spirito di coniugare sviluppo economico e sostenibilità”.
Cosa vorrà dire in concreto? Maggiore “tolleranza” in una situazione già molto ciritica per la salute del cittadino? “Con l’Unione europea si vuol fare un percorso condiviso, perchè noi vogliamo assolutamente che i limiti imposti dall’Unione europea siano limiti rispettati e rispettabili“, spiega l’Assessore all’Ambiente, all’Energia e alle Reti della Regione Lombardia, Marcello Raimondi. “Quindi, che sia considerato in modo realistico e praticabile l’impegno che tutte le regioni stanno mettendo in campo”. “E’ molto importante – ha proseguito Raimondi – che si arrivi a una condivisione insieme e che l’Unione europea ci doti di strumenti e di politiche che permettano effettivamente di raggiungere i limiti”.
“Non si tratta quindi di non rispettare i limiti”, sottolinea l’Assessore della Regione Veneto alla Programmazione per la Salvaguardia Ambientale, la Tutela del Suolo e l’Edilizia, Maurizio Conte. “L’obiettivo dell’accordo sottoscritto è quello di mettere in evidenza le peculiarità delle nostre regioni, del nostro territorio”, spiega. “Questo significa innanzitutto avere dei limiti che possano essere visti nel tempo e non in maniera perentoria nell’ambito dell’applicazione dei limiti stessi”. Quindi, in sostanza, una pianificazione di attuabilità, magari negli anni, in un quinquennio, e soprattutto in base agli investimenti e alle azioni che poi le regioni mettono in atto.
L’Assessore all’Ambiente e alla Riqualificazione Urbana della Regione Emilia Romagna, Sabrina Freda, si augura, nel frattempo, che l’Europa possa “integrare meglio le proprie norme, in modo anche da considerare l’applicazione delle politiche relative alla qualità dell’aria su un’area più vasta”. Per Roberto Ravello, Assessore all’Ambiente, alla Difesa del Suolo, alle Attività Estrattive e alla Protezione Civile della Regione Piemonte, “le regole devono essere rispettate ma, al tempo stesso, devono essere condivise, e soprattutto devono essere consapevoli e coscienti delle caratteristiche del nostro territorio”.
Ma il quadro sulle emissioni del settore trasporti presentato nell’ultimo rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (che pur riconosce un calo temporaneo delle emissioni nel 2009 – a causa della crisi), non sembra consentire ampi margini di compromesso. Se vorrà contenere il problema in maniera strutturale, l’Ue dovrà infatti rivedere l’intero settore trasporti per riuscire a tagliare la CO2 del 60% rispetto ai livelli del 1990, come prevede la tabella di marcia proposta dalla Commissione Europea. Secondo lo studio, nel 2009, i trasporti sono stati responsabili del 24% di tutte le emissioni di gas a effetto serra dell’Unione Europea. Nonostante un calo dovuto alla recessione però le emissioni del settore sono cresciute del 27% fra il 1990 e il 2009. Ed essendo aumentate le emissioni fra il 1990 e il 2009, in realtà l’UE dovrebbe realizzare una riduzione complessiva del 68% fra il 2009 e il 2050. “Dobbiamo pensare a un cambiamento più radicale nel sistema dei trasporti europeo - afferma Jacqueline McGlade, direttore dell’AEA – affinchè le emissioni non aumentino anche nei periodi di forte crescita economica”.
Proprio mentre le regioni italiane propongono una “negoziazione”, l’Agenzia europea suona dunque il campanello d’allarme anche sul fronte smog visto che, secondo i dati del 2009, gli obiettivi di qualità dell’aria sono stati superati in molte aree. Per quanto riguarda il biossido di azoto (NO2), che può causare asma e altri problemi respiratori, nel 2009 i valori limite annuali sono stati superati nel 41% delle stazioni di monitoraggio del traffico. Mentre la soglia limite giornaliera pm10 per le polveri sottili è stata superata nel 30% delle zone di traffico in tutti i 27 paesi dell’Ue.
Redazione Greenews.info