PuroSole, il caffè biologico tostato con i raggi del sole
Una torrefazione a cielo aperto che produce caffè biologico senza emissioni di CO2, solo con il calore e la luce del sole. E’ PuroSole, il “caffè solare”, unico al mondo, che viene tostato esclusivamente con i raggi del sole, grazie a un impianto innovativo brevettato in Italia.
L’idea è della startup Digitarch Farm, nata da tre amici romani, ora soci, esperti di software e robotica che per alcuni anni hanno sperimentato e affinato la tecnologia degli eliostati, quegli specchi che ruotano inseguendo il sole, solitamente impiegati per produrre energia elettrica. “Il tutto è iniziato da un progetto di ricerca per realizzare un eliostato economico ad uso domestico – racconta uno dei fondatori, Antonio Durbè – fino a quando al nostro amico e attuale socio Luca del Bufalo è venuta l’idea di utilizzare questa tecnologia per cuocere i chicchi di caffè verde”. Una bella sfida, in un paese che conta il maggior numero di torrefattori al mondo.
Dall’idea ai fatti sono passate centinaia di prove, ma oggi questa tecnologia innovativa e unica al mondo è stata brevettata proprio grazie a questo primo progetto di “caffè solare”. La luce del sole viene concentrata nel punto di tostatura grazie a un eliostato costruito con 100 specchi, penetra nel caffè crudo (ancora verde) che in pochi minuti cambia colore e sprigiona il suo aroma. Si tratta della tostatura più naturale e sana che esista. In questo modo, rispetto alle torrefazioni tradizionali, si evitano 400 kg di Co2 per ogni 1.000 kg di caffè prodotto. Dai chicchi, provenienti da piantagioni selezionate in Vietnam (con tanto di certificazioni sulla produzione e sulle condizioni di lavoro) nasce una miscela di caffè pregiato, denominata Nero22, dal gusto unico, perché la torrefazione solare, rispetto a quella a gas, produce una migliore uniformità di cottura del chicco, esaltandone le caratteristiche organolettiche. “Alla fine abbiamo ottenuto risultati migliori rispetto alle nostre aspettative – confessa Durbé – Assaggiatori, industriali ed esperti della tostatura hanno confermato la qualità di questo caffè”.
Il primo impianto è stato installato nella casa di campagna del socio Luca, che è diventato il primo produttore ufficiale. Ma sono già in programma altre due installazioni: una in Puglia, in un campo agricolo sequestrato alla mafia e oggi gestito da giovani, e l’altro nel Lazio. Sì perché l’idea della startup è anche quella di diffondere questo tipo di tecnologia e torrefazione innovativa in tutto il territorio nazionale, attraverso una sorta di franchising. In altre parole, promuovere la nascita di molteplici piccoli produttori di caffè solare unendoli in un comune progetto di collaborazione. E’ sufficiente uno spazio di circa 200 mq all’aperto, dove viene installato, in comodato d’uso gratuito, l’impianto, fornito il caffè crudo e condivise le ricette per la tostatura, così da produrre la miscela che potrà essere commercializzata in maniera indipendente o attraverso la piattaforma di PuroSole. “Il progetto è partito da poco ma abbiamo avuto già una decina di contatti interessati”, rivela Durbé. Certo, si tratta di creare un business di piccole dimensioni, da affiancare ad altre attività di agricoltura o di impresa. L’impianto base cattura circa 15 kW di sole, permettendo di tostare da 5 a 10 kg di caffè ogni 15 minuti. “Sono cifre ridicole in confronto alle macchine industriali – spiega – si tratta di una produzione artigianale adatta a piccoli imprenditori o agricoltori biologici che vogliano allargare o diversificare la propria attività”.
Ad oggi questo caffè si può acquistare in grani, cialde o capsule compatibili. Il prezzo non è economico, ammettono i produttori: “E’ un caffè un po’ prezioso, perché nelle giornate nuvolose o in alcune ore del giorno non si può produrre – sottolinea Durbé – Bisogna quindi considerare che deriva da un processo di produzione artigianale ed estremamente naturale”. Insomma un prodotto di nicchia, adatto a un cliente che ama il caffè ma è anche attento e sensibile agli aspetti ecologici.
Riguardo al prodotto, anticipano da PuroSole, i prossimi passi saranno quelli di rendere disponibile anche il caffè macinato, così come di introdurre le capsule e le confezioni biodegradabili, per chiudere il cerchio ecologico in piena coerenza.
Ma non solo. I tre amici romani stanno già allargando gli orizzonti al di fuori del caffè, perché questa tecnologia innovativa degli eliostati può essere impiegata anche in altri ambiti. Per esempio, per scaldare l’acqua a o addirittura purificarla, facendola bollire, così da affrontare il problema della potabilità e mancanza di energia elettrica in aree del mondo “difficili”, come l’Africa. “Stiamo anche perseguendo l’idea di impiegare gli eliostati per l’essiccazione della frutta, soprattutto nei paesi del Sud America dove spesso accade che elevate quantità di frutta non riescano ad arrivare in tempo ai forni e marciscano, con un elevato spreco di cibo”. Altre idee innovative, insomma, che stanno germogliando…sotto i raggi del sole, per smentire l’antico detto biblico nihil sub sole novum.
Redazione Greenews.info