Ogm, la scelta di divieti e limitazioni agli stati Ue
I Paesi membri UE si preparano a decidere circa i divieti e le limitazioni alla coltivazione di Ogm sul proprio territorio. La Commissione Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare del Parlamento ha infatti approvato il 12 aprile scorso, a larga maggioranza, la proposta di affidare agli Stati la scelta sugli Organismi geneticamente modificati.
“Questa proposta sarà per gli Stati una solida base legale per decidere”, ha detto la relatrice francese Corinne Lepage, dei liberali e democratici europei. Se il regolamento approvato diventasse legge, significherebbe la possibilità, per gli Stati membri dell’UE, di bandire o limitare le coltivazioni geneticamente modificate dal loro territorio per motivi agro-ambientali: ad esempio, la resistenza ai pesticidi, l’invasività di certe colture e la minaccia alla biodiversità.
Maggiore tutela e salvaguardia per i cittadini? I deputati sono dell’opinione che la proposta garantirà ai paesi europei maggiore tutela e salvaguardia rispetto ai divieti agli Ogm lanciati dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc). La nuova legge non modificherà, comunque, la procedura di autorizzazione a livello europeo che resterà appannaggio della Commissione, e andrà a completare le decisioni prese dai singoli Stati. “In questo modo viene riconosciuto che l’impatto agricolo e ambientale, così come anche quello socio-economico a livello nazionale, possono giustificare divieti o restrizioni da parte dei singoli Stati” ha spiegato Corinne Lepage.
La proposta di legge sarà votata a giugno, durante la sessione plenaria, ma le discussioni sulla qualità degli alimenti non finiscono qui. Sulla sicurezza dei consumatori sono in ballo svariati temi: etichettatura degli alimenti, qualità dei prodotti alimentari e nuovi alimenti. Sull’etichettatura degli alimenti c’è ancora disaccordo in Aula sulle indicazioni obbligatorie per i grassi transgenici e i paesi di origine delle materie prime. Si voterà in commissione il 19 aprile. Sulla qualità dei prodotti alimentari si propongono l’indicazione obbligatoria del luogo di coltivazione e maggiore enfasi sulla promozione dei prodotti tradizionali. Se ne discuterà in settimana. Sui nuovi alimenti dopo il fallimento dell’accordo, bisognerà aspettare la plenaria di maggio per sapere di più sui così detti “novel food“. Il nodo del dibattito tra Parlamento e Consiglio resta ancora il cibo clonato: mentre il Parlamento chiede di vietare la commercializzazione di prodotti derivati dalla prole degli animali clonati, il Consiglio vuole limitare il divieto solo alla prima generazione.
A marzo l’europarlamentare Sergio Berlato (Ppe) si era dichiarato contrario al divieto territoriale. In merito alla proposta di legge, presentata al Consiglio Regionale del Veneto – che prevede il divieto di coltivazioni Ogm nel territorio di competenza - in una nota Berlato aveva ha dichiarato che “l’approccio ideologico e di totale chiusura alle nuove biotecnologie in campo agroalimentare non rappresenta un bene per l’agricoltura che, come ogni altro campo dello scibile umano, ha la necessità di rinnovarsi e di sfruttare ogni nuova opportunità che i progressi scientifici mettono a disposizione”. Sulla sicurezza alimentare e i paventati rischi delle colture Ogm, l’europarlamentare, membro della Commissione Ambiente del Parlamento europeo, ha gettatto il sasso nello stagno ricordando che “più del 90% della soia importata nel nostro paese deriva da bio-tecnologie e parte di questa viene utilizzata per l’alimentazione animale. Anche prodotti utilizzati per alimentazione umana, per esempio alcune marche di merendine di largo utilizzo, hanno tra i loro ingredienti elementi provenienti dalle bio-tecnologie”.
Francesca Fradelloni