“Non bere, non fumare, jogging alle 7,30″. Comandamenti per chi ha Fisico
Signora dello charme in bikini, dà il suo imprinting alle spiagge più chic, dalla Costa Azzurra alla Sicilia. Se si parla di moda-mare Cristina Ferrari, la stilista veneta di nascita e torinese d’adozione che ha inventato il marchio Fisico, è un punto fermo nell’estate di chi si può permettere di non rinunciare all’eleganza nemmeno sul bagnasciuga. Nonostante si dispiaccia di non fare una vita “molto ecologica”, sempre in moto tra impegni, appuntamenti e “su tre linee telefoniche contemporaneamente (ma come facevamo quando non esistevano questi micidiali cellulari?!)”, la sua ambizione è di “condurre una vita salutista”: sport e dieta, prima di tutto.
D) A che ora inizia la sua giornata?
R) Alle 7,30 vado a correre. Tre volte a settimana faccio jogging, anche al Valentino. Il mattino presto è il tempo che tengo per me. A volte sostituisco lo sport con dei massaggi. Poi colazione, seguendo una dieta. E poi mi immergo nel tran tran quotidiano.
D) Lei vive a Torino. La trova una città a dimensione umana?
R) La adoro. Ci lavoro benissimo. Torino ti dà respiro. Non so se vede l’arco alpino che si vede oggi in lontananza…
D) Purtoppo però le statistiche indicano che è una delle più inquinate della Penisola…
R) Sarà vero, ma io la trovo meravigliosa, qui mi ricreo. Ha spazi ampi e tutto funziona. Parcheggi, ti muovi senza troppi problemi. Niente a che vedere con Milano, anche se ci manca il dinamismo lavorativo di cui invece gode il capoluogo lombardo.
D) Il centro urbano che vince la maglia nera in Italia per qualità della vita a suo parere qual è?
R) Appunto Milano. “Inciuciata”, stretta, “sgnaccata”. Troppo piccola per quel che promette di offrire.
D) C’è un luogo metropolitano che è il suo paradiso nel mondo?
R) New York. Vado d’accordissimo con gli americani per mentalità e stile di vita, apprezzo l’entusiasmo della gente, il rispetto totale per le regole che qua manca completamente. Vai nella Grande Mela e vedi manager in scarpe da ginnastica che vanno a correre nei parchi. Sarà il popolo dei contrasti, l’America, che spende poco in alcolici e molto in armi, ma io mi trovo bene tra i suoi abitanti. Insomma, lì sono felice. Tra i paesi anglosassoni, non posso dire lo stesso di Londra, che è invece un popolo di grandi urbiaconi.
D) La sua azienda ha mai intrapreso campagne di sostegno all’ambiente?
R) Quindici anni fa, quando ho inventato i costumi Fisico a Panarea, posso dire di essere stata l’antesignana delle borse eco-compatibili in canapa riciclabile. Portavano la scritta: “Fisico salva la natura”. Poi quell’esperienza è finita. Oggi posso dire che tutte le mie tinture sono certificate, non inquinanti, e rispondono a precisi criteri di naturalezza. Diciamo che i tempi di crisi non sono proprio i migliori per avviare sperimentazioni e rivoluzioni “verdi” della produzione.
D) L’eco-design è dunque più un mito che altro? Difficile da realizzare e non particolarmente redditizio?
R) Le realtà aziendali che realizzano prodotti con fibre completamente naturali sono di nicchia. Questi tessuti costano troppo e pochi se li possono permettere. Quel che servirebbe è una legislazione più chiara e severa da parte del Ministero, che imponesse linee guida nella scelta delle tinture, del tipo il nero puoi usarlo solo se derivato da certi prodotti, e così il blu ecc per gli altri colori.
D) Crede che siano più urgenti nuove e più efficaci politiche ambientali o una vera sensibilizzazione ecologica che parta da ciascuno di noi?
R) Confido molto nei gesti che ognuno di noi può fare per risparmiare, ad esempio, energia elettrica, ma non solo. Lo insegno ai miei figli, bisognerebbe trasmetterlo nelle scuole sempre di più: chiudere l’acqua, spegnere le luci, non gettare le cicche per terra già sono segnali per combattere la tendenza al consumismo più totale a cui sono abituate le nuove generazioni.
D) Che temperatura tiene abitualmente in casa?
R) Sarò sincera, questo è l’unico punto debole del mio piano di attenzione quotidiana per l’ambiente. Sono freddolosa e a casa mia tengo il termometro a non meno di 21 gradi.
Letizia Tortello