Mizù, il leone vegetariano di Margherita Oggero
C’era una volta un paese come tanti, con un negozio di alimentari, una tabaccheria, il bar, il ristorante sulla strada principale. E poi c’era Mizù, leone timido e vegetariano che nessuno vedeva, ma che era un ottimo compagno di giochi e avventure. Si intitola “L’amico di Mizù” (Edizioni Notes) e affonda la fantasia in un giallo con i toni da fiaba l’ultimo libro di Margherita Oggero. Dopo “Il compito di un gatto di strada” (e numerosi romanzi da milioni di copie per adulti, alcuni dei quali divenuti anche fiction tv, come “Provaci ancora Prof“ con Veronica Pivetti sulla RAI, o film come “Se devo essere sincera” con Luciana Littizzetto), ancora un animale a fare da protagonista alle sue storie. E nella parodia della vita, accade che i mammiferi a quattro zampe siano più saggi e giudiziosi degli uomini, anche nei confronti dell’ambiente che li ospita.
D) Professoressa Oggero, dove vive?
R) Nel capoluogo sabaudo, in uno dei corsi più trafficati e inquinati della città. Soprattutto da quando è stato eliminato un sovrappasso, idea che ha prodotto solo ingorghi e intasamenti a tutte le ore del giorno.
D) Auto, bus, metro, bici. Quali mezzi di trasporto utilizza abitualmente per muoversi in città?
R) Non guido la macchina da oltre 30 anni, per cui mi sposto a piedi se il raggio d’azione è relativamente breve: non amo le maratone. Mi piace camminare, ma se la meta è a portata di gambe, diversamente giro coi mezzi pubblici o in taxi.
D) Quanto a qualità della vita, come giudica Torino?
R) Siamo una delle città più inquinate d’Italia, e si sente! Se metti a stendere la biancheria fuori casa la ritiri che è una grigeria, a dispetto del nome. Non ho le competenze per dire quali siano le possibili misure per ridurre smog e dannose polveri sottili. Ma posso suggerire di partire dalle questioni di maggiore buon senso, per esempio convincere la gente a usare meno l’automobile. Forse bisognerebbe anche che ci adattassimo tutti ad avere nelle case temperature più basse. Da ultimo, bisognerebbe pensare a forme di energia meno inquinanti per l’alimentazione degli autoveicoli. Ma su questo occorre uno sforzo comune dei singoli, ma soprattutto dei governi e delle compagnie petrolifere e automobilistiche, che è ben lungi dal realizzarsi.
D) Nel suo condominio, quanti gradi ci sono d’inverno?
R) 19-20 gradi al massimo. Quando sto a casa e lavoro, io sono sempre in tuta felpata, perché cerco di evitare lo spreco. Il privato può attenersi a norme di intelligente parsimonia, che non vuol dire penuria: cominciare dall’abc, a non sprecare acqua e luce, fare la raccolta differenziata. Ma per davvero! La coscienza ecologica parte dalle piccole cose. Ci sono aree della Campania che fanno cadere le braccia: è vero che c’è la Camorra, che può essere un’attenuante all’ordine e alla pulizia dei territori, ma è mai possibile che i singoli non contribuiscano a migliorare la situazione: c’è chi non fa sei passi in più per gettare il sacchetto della spazzatura nel bidone, chi apre la finestra e la butta dal balcone, non curante di chi la raccoglierà.
D) Qual è l’angolo di verde della città che considera più letterario?
R) Il Valentino. E’ uno dei parchi più belli, non solo di Torino. Intanto perché è sul fiume, valore aggiunto che hanno in pochi. Passeggiare per i suoi viali alberati è una gioia, se non lo si fa in orari pericolosi. Si aprono davanti agli ochi squarci bellissimi, resteresti ore ad ammirarlo, anche dall’altra sponda del Po, perché è incantevole con la sua luce magnetica”.
D) La sua coscienza critica, tesa sempre a smascherare le diplomazie vuote di contenuto, è nota. Cosa ne pensa dei summit mondiali di governi e climatologi? Crede alla loro utilità?
R) Non servono a molto, a quanto mi sembra di capire. Sia gli stati che hanno problemi economici, sia quelli ricchi, tipo la Cina, non hanno molta voglia di investire nell’ambiente. I paesi in cui lo smog è stato un problema serio, durante i miei viaggi, sono stati proprio l’India e la Cina. Mi sentivo svenire per strada. In Cina, passata ventata di Olimpiadi, l’aria è tornata ad essere irrespirabile. Nonostante le parole, i grandi stati vogliono affrontare altri problemi, che danno loro maggior consenso elettorale e visibilità, fino a quando non si arriverà a punto di non ritorno. Sa come si dice in piemontese?.
D) No, ci dica…
R) Le soluzioni escogitate dai vertici di politica mondiale sono come en papin ‘n s’na gamba d’ bosch. Che significa un rimedio completamente inutile.
D) Non le è mai venuta l’idea di trarre spunto dai temi ambientali per un romanzo?
R) Conosco e leggo la letteratura apocalittica, come il romanzo della Montrucchio “E poi la sete”. Ma sono convinta che di questi temi parlerei in modo troppo superficiale. Per trattare bene certi argomenti occorre una preparazione professionale seria.
D) Scrive di gatti, è un’amante di questi animali?
R) Veramente preferisco i cani. Ne ho avuto diversi, ora l’impegno di portarli fuori a passeggiare 3-4 volte al giorno non è più sostenibile. D’altra parte, il mio elemento naturale non è certo la campagna. Sono io stessa un animale cittadino. Fuori da casa non riesco a lavorare, ho bisogno del caos intorno. Amo la montagna e forse ancora di più il mare. Ma quando sono in vacanza poso la penna, in viaggio non scrivo affatto, tanto so già che all’aria aperta e al relax tutte le idee cadono.
Letizia Tortello