Luna: fermi alla Stazione Futuro, in attesa della rivoluzione culturale
Giornalista, scopritore di talenti imprenditoriali, tra i massimi esperti di tecnologia in Italia. Se si potessero precorrere i tempi, Riccardo Luna, presidente di Wikitalia e già direttore di Wired, sarebbe l’uomo del web 3.0: il 2.0 è ormai preistoria. E’ stato lui nel 2010, a lanciare “Internet for Peace“, con l’obiettivo di candidare la rete a Premio Nobel per la Pace. E se l’innovazione significa evoluzione, anche sul piano ambientale una società sempre più tecnologica e smart potrebbe fare passi da gigante per inquinare sempre meno e preservare la natura che ci circonda dal degrado. Parlando con lui abbiamo conferma però che, sotto questo profilo, l’Italia ha ancora molta strada da fare.
D) Riccardo, ti definisci un ambientalista?
R) Non possiamo non definirci ambientalisti. Forse il più grande successo dell’ambientalismo è stato modificare la nostra cultura. Non è ancora finita pero, c’è tanto lavoro da fare…
D) Nella grande mostra Stazione Futuro, per i 150 anni dell’Unità alle OGR di Torino, hai portato al grande pubblico un buon numero di invenzioni tecnologiche “green”. Ci fai qualche esempio?
R) Mi sono concentrato in particolare su una rivoluzione nell’edilizia: la Casa da 100k di Mario Cucinella. Mi sembra un delitto che un progetto così semplice e importante non sia diventato lo standard per nuove abitazioni. E poi, sulla bioplastica di Marco Astorri: ne sentiremo parlare presto.
D) Il mercato però non accenna a cambiare i suoi standard di riferimento. Poche aziende si dedicano a tecniche innovative: ad esempio in agricoltura, la diffusione della “serra idroponica” resta ancora un sogno lontano. E poca attenzione reale c’è da parte dei governi nazionali. Perchè?
R) Manca la cultura e quindi manca la politica. Sull’energia qualcosa è stato fatto, favorendo le alternative. Si dice spesso che investire in queste tecnologie sia costoso. Ma quando parliamo di costi, dovremmo mostrare i costi ambientali di un processo produttivo.
D) Credi all’utilità delle conferenze mondiali sul clima? O la rivoluzione ambientalista dovrebbe partire dal basso, dai comuni, dai singoli?
R) Non sono alternative. Ma senza la spinta dal basso le conferenze sono inutili passerelle di potenti.
D) Per quanto riguarda la tua vita quotidiana, quali sono i gesti di attenzione all’ambiente? E’ possibile cambiare senza traumi i nostri stili di vita, per andare verso società meno impattanti?
R) Io detesto lo spreco, vale a dire buttare le cose. Riuserei sempre tutto. Mi sembra il consiglio più utile da tenere a mente, e cerco di trasmettere questa impostazione anche ai miei figli.
D) Qual è il tuo “Paradiso terrestre”?
R) Su due piedi direi una masseria pugliese. Ma in Italia, in verità, ce ne sono tantissimi. Sta a noi non perderli!
D) Se fossi Ministro dell’Ambiente per un mese, quale provvedimento adotteresti per migliorare la qualità della vita nelle città italiane?
R) Il mio decreto legge sarebbe pronto: “Arrivare al 90% di raccolta differenziata”. A tutti i costi.
Letizia Tortello