L’UE prepara il nuovo Programma di Azione per l’Ambiente
Quella conclusasi ieri può essere definita una lunga settimana europea dedicata, tra i vari problemi della crisi economica che hanno conquistato le prime pagine dei giornali, anche alle tematiche ambientali ed energetiche.
I lavori sono iniziati lo scorso 11 giugno con il Consiglio Europeo sull’Ambiente di Lussemburgo, dove i ministri dei Paesi membri dell’UE hanno adottato – un po’ in sordina – le linee guida per il Settimo Programma di Azione per l’Ambiente. Tra meno di un mese, infatti, scade la validità del Sesto Programma, ed è quindi urgente intervenire con un nuovo progetto che, per i prossimi dieci anni, stabilisca gli obiettivi generali e le strategie di lungo periodo per le questioni ambientali dell’UE. I Ministri hanno stabilito, per ora, quattro elementi fondanti per le future azioni ambientali europee: l’uso efficiente delle risorse e dei consumi, insieme a politiche intelligenti sul problema “rifiuti”; la necessità di progressi nell’ambito delle politiche climatiche dell’UE; nuove iniziative a sostegno della strategia sulla biodiversità; e, infine, la definizione di strumenti e strategie per l’implementazione della legislazione ambientale.
Altrettanto significativo è stato l’accordo raggiunto, sempre a Lussemburgo lo scorso 12 giugno, durante il Consiglio sulla Pesca, dove i ministri competenti – per l’Italia Mario Catania - hanno raggiunto, dopo oltre 18 ore di negoziati non stop, un accordo su un “approccio comune” che getta le basi per definire una nuova politica della pesca in Europa, che sarà negoziata, nei prossimi mesi, in co-decisione con il Parlamento Europeo. In particolare, il ministro Catania si è detto “molto soddisfatto, in quanto l’accordo è molto positivo per l’Italia che ha ottenuto tutto quello che aveva richiesto, al di là delle migliori aspettative”. Il nostro Paese chiedeva una maggiore precisione giuridica riguardo al divieto di rigettare in mare il pescato che non può essere venduto; la coesistenza sia dei piani di gestione nazionali che di quelli pluriennali di competenza dell’Unione (perché, come ha dichiarato il Ministro, “ ci teniamo ad avere una nostra capacità di decisione sulle nostre acque, regolando in questo modo tutta una serie di elementi tecnici”); e una base giuridica per un sistema di etichettatura più trasparente, che evidenzi l’origine e la tracciabilità del pescato.
Tutti risultati positivi? Nonostante la soddisfazione del ministro Catania, dello stesso avviso non è Marco Costantini, responsabile mare e pesca del WWF Italia, che ha dichiarato: “il Consiglio sembra concentrato a spingere il Parlamento Europeo verso un accordo affrettato e una riforma raffazzonata. Ci appelliamo ai membri del Parlamento Europeo perchè continuino a lavorare per una pesca sostenibile e una riforma ambiziosa. Piccoli cambiamenti superficiali da soli non salveranno nè i pesci nè i pescatori europei dal collasso”. Un po’ come dire che, per l’ennesima volta, l’Italia ha guardato il piccolo interesse del cortile di casa invece che sostenere una politica realmente lungimirante.
Più efficace e’ stato invece l’accordo raggiunto nella notte del 14 giugno dai rappresentanti dell’Europarlamento, del Consiglio e della Commissione (il cosiddetto “trilogo”) e avallato il giorno seguente dai rappresentanti dei 27 Paesi membri nella riunione del Coreper. Si tratta dell’accordo relativo alla Direttiva sull’efficienza energetica, che ora deve essere approvato da Parlamento Europeo e Consiglio. I Paesi membri, pur resi cauti dalla crisi, hanno accettato di attuare misure che portino al risparmio energetico rinnovando ogni anno il 3% degli edifici pubblici e di stabilire obblighi per le imprese di energia che portino a un risparmio dell’1,5% di energia ogni anno. Ad esempio attraverso l’installazione dei “contatori intelligenti”. Quest’ultima disposizione, in particolare, contribuirà per oltre il 50% al raggiungimento dell’obiettivo del 20% entro il 2020.
Non sono tuttavia previsti, nemmeno in questo caso, obiettivi vincolanti per i singoli Stati membri, che dovranno però applicare in modo più rigoroso le misure necessarie per arrivare a maggiori risparmi da parte di produttori, distributori e consumatori (famiglie e imprese). Inoltre, l’accordo prevede una clausola di revisione che permetterà di monitorare i progressi che gli Stati membri faranno e, se necessario, intervenire entro il 2016 per raggiungere gli obiettivi. Si tratta di un accordo molto importante, dal momento che, come ha dichiarato anche l’eurodeputata Amalia Sartori, presidente della Commissione Industria, Ricerca ed Energia presso il Parlamento Europeo, “anche il terzo pilastro della strategia europea per raggiungere gli obiettivi energetici al 2020 è stato adottato: ora l’Europa ha una tabella di marcia che permetterà l’applicazione di misure che contribuiranno in maniera sostanziale a rendere più efficiente l’utilizzo dell’energia da parte degli Stati Membri”.
L’accordo è arrivato, per altro, alla vigilia della Settimana Europea dell’Energia Sostenibile (EUSEW 2012), che, dal 18 al 22 giugno, vedrà l’energia rinnovabile protagonista in quasi 40 Paesi. L’evento, a partire dal 2006, si è confermato ogni anno come la più importante “vetrina delle attività dedicate all’efficienza energetica e alle soluzioni di energia rinnovabili”, e vedrà il coinvolgimento di più di 30.000 partecipanti che discuteranno di efficienza energetica e di fonti rinnovabili. Il programma, definito dall’Agenzia Europea per la Competitività e l’Innovazione, in collaborazione con la Direzione Generale Energia della Commissione Europea, prevede un fitto calendario di eventi collaterali (mostre, concerti, conferenze, workshop, visite gratuite, seminari, campagne mediatiche, ecc.), tutti incentrati sull’incentivazione dell’utilizzo e della diffusione delle fonti di energia rinnovabile. Inoltre, nell’ambito del programma “Eusew 2012”, le città che hanno aderito al Patto dei Sindaci potranno avere il proprio “Energy Day”, mentre la Commissione Europea ha organizzato, nella sede di Bruxelles, una conferenza sul tema dell’energia rinnovabile e l’eco-sostenibilità, durante tre giornate, dal 19 al 21 giugno. Nella speranza che l’eco arrivi a Rio+20 e che non ci si limiti solo alle parole.
Donatella Scatamacchia