Lisa Casali: la regina dell’ecocucina parte con “Orto e mezzo”
Cucinare in modo sano ma soprattutto sostenibile e senza sprechi. È l’obiettivo di Lisa Casali, blogger, autrice di libri e conduttrice televisiva nota per le sue sperimentazioni culinarie a basso impatto ambientale, fra cui la cucina con la lavastoviglie. Dal 18 ottobre ci porta in un viaggio alla scoperta degli orti più interessanti d’Italia con Orto e mezzo, la nuova trasmissione di LaEffe, la tv di Feltrinelli (canale 50 del digitale terrestre), con 12 puntate in prima serata.
D) Lisa, come è nata l’idea della trasmissione?
R) L’idea è di Filippo Perfido e di Michele Comi, due professionisti delle produzioni TV ma prima di tutto due appassionati di orto e stili di vita sostenibili. L’idea è nata osservando il potere di aggregazione e il coinvolgimento che hanno gli orti, superando barriere sociali, di età e nazionalità. Raccontare queste storie e diffondere la passione per l’autoproduzione è la mission del programma.
D) Quali sono i temi affrontati?
R) Si vedranno soprattutto orti del nord e centro Italia: Roma, Bologna, Milano, Venezia, Torino, Rimini e altre città. In queste 12 puntate l’orto viene presentato come ribellione, come stile di vita alternativo, come momento meditativo e di avvicinamento tra generazioni. Ci saranno orti straordinari come quello della Giudecca, quello appena nato dei monaci Hare Krishna, l’etnico delle suore di un convento di Roma, ma anche orti di semplici appassionati che hanno trasformato il proprio giardino o balcone in un orto produttivo, come quelli degli utenti di Grow the Planet.
D) Com’è nato il tuo interesse per la sostenibilità?
R) È frutto di una grande passione per la scienza, il mondo animale e vegetale. Mi occupo di ambiente da quasi 18 anni, prima per studio poi per lavoro. Di giorno mi occupo di rischi ambientali al Pool Inquinamento, di notte e nel tempo libero faccio esperimenti in cucina per uno stile di vita più sostenibile.
D) Qual è invece il tuo legame con la cucina?
R) La coltivo da sempre come hobby, ma negli ultimi anni è diventata il mio secondo lavoro, prima di tutto perché adoro cucinare. Non riesco a rinunciare nemmeno in cucina ad un approccio scientifico e di sperimentazione: è praticamente impossibile che ripeta due volte la stessa ricetta senza cambiare qualcosa. Motivo per cui non credo lavorerò mai in un ristorante!
D) Come hai scoperto che si può cucinare con la lavastoviglie?
R) Per caso, grazie a un’amica spagnola che mi ha raccontato di avere letto in rete di alcuni esperimenti di cottura in lavastoviglie. Da quel momento mi si è accesa una lampadina e non ho più smesso di sperimentare fino a quando sono riuscita a mettere a punto una tecnica replicabile, senza rischi e con tanti benefici, anche ambientali.
D) La cosa più difficile che hai dovuto affrontare in questi anni di sperimentazione…
R) Le difficoltà nella sperimentazione non mi fanno paura, ma sicuramente gran parte della mia filosofia e le mie ricette si scontrano con pregiudizi molto diffusi. La cosa più difficile è convincere le persone a superare questi preconcetti.
D) Esiste un alimento che definiresti “il più sostenibile”? E quello più pericoloso?
R) Il più sostenibile è la frutta, purché di produzione locale, meglio se a filiera corta. Il più impattante per l’ambiente è la carne rossa, soprattutto se proviene dall’altra parte dell’Oceano e da allevamento intensivo. Un’attenuante è costituita dalla produzione locale e biologica.
D) A novembre esce il tuo terzo libro…
R) Si chiama Autoproduzione in cucina di Gribaudo Editore. Si tratta di un super manuale per l’autoproduzione domestica. Si parla anche di orto, ma il cuore del libro sono 100 prodotti che solitamente acquistiamo ma che possiamo produrre a casa nostra per mangiare in modo più sano, sostenibile e per risparmiare.
D) L’Italia è il Bel Paese anche per la cucina, ma per le questioni ambientali cosa ne pensi?
R) C’è moltissima strada da fare, sia per aumentare la sensibilità ambientale delle persone sia a livello politico per orientare agricoltura, allevamento e sviluppo industriale verso un minore impatto ambientale.
D) Tu curi un blog tuo, hai collaborazioni con quotidiani, televisioni, associazioni. Qual è stata l’evoluzione dell’interesse del pubblico da quando hai iniziato fino a oggi?
R) È cresciuto molto in questi anni, dalla nascita del mio blog Ecocucina.org. Avere collaborazioni tanto diverse tra loro – il programma su Gambero Rosso, la rubrica su Uno Mattina in famiglia, i libri, One planet food, gli spazi su riviste – mi ha permesso di raggiungere un pubblico molto diversificato. L’interesse è sicuramente in crescita, complice anche la grande attualità del problema degli sprechi alimentari.
Daniela Falchero