L’esame di maturità dei futuri Commissari UE. Chi verrà promosso?
Per quanto riguarda la designazione della nuova Commissione Europea l’UE è giunta alle battute finali. Manca solo il nullaosta del Parlamento Europeo che, tuttavia, si ottiene solo dopo quello che potremmo definire un vero e proprio “esame di maturità”. Sono, infatti, iniziate ufficialmente oggi le audizioni di ogni candidato davanti alle Commissioni parlamentari attinenti all’incarico attribuito. Le fasi che condurranno alla nomina o meno sono essenzialmente sei. La prima è caratterizzata dall’invio di cinque domande scritte – due generali uguali per tutti e tre specifiche per area di competenza – recapitate in anticipo ai Commissari designati e alle quali questi ultimi dovranno provvedere a rispondere sempre in forma scritta e prima dell’audizione. La seconda consta di un’audizione di tre ore davanti ai deputati delle Commissioni parlamentari relative, durante la quale il candidato dovrà pronunciare un discorso di 15 minuti e rispondere in seguito ad alcune domande. La Commissione responsabile dovrà poi stabilire una valutazione entro ventiquattro ore dall’audizione. Se non soddisfatta potrà anche inviare altre domande scritte. Dopodiché, un rapporto di valutazione per ogni commissario candidato è inviato alla Conferenza dei presidenti di commissione e alla Conferenza dei Presidenti del Parlamento UE, che, a meno che non decida di richiedere maggiori informazioni e un confronto, dichiarerà l’audizione conclusa. Il Presidente della Commissione Juncker riceve a questo punto tutti i rapporti di valutazione e, dopo essersi consultato con i gruppi politici in seno al Parlamento Europeo, presenterà la squadra e le priorità politiche durante la sessione plenaria. Solo dopo il dibattito, i deputati decideranno, a maggioranza, la composizione della Commissione per i prossimi cinque anni.
Per ascoltare tutte le audizioni dei probabili prossimi Commissari legati alle tematiche ambientali dovremo aspettare la fine della settimana. Quello che però possiamo fare è vedere alcune delle domande che sono state loro già inviate in forma scritta.
La Vicepresidente e Commissario all’Unione Energetica Alenka Bratusek, per esempio, dovrà esporre, il 6 ottobre, davanti ai Deputati le priorità in tema di energia, con quali tempi intende realizzarle e quali sono le principali azioni legislative e non, che intende mettere in campo. A Phil Hogan, candidato per il ruolo di Commissario all’Agricoltura e allo Sviluppo Rurale, sono state poste, invece, due domande specifiche circa i rapporti che un futuro la sua Direzione Generale intende tenere con la Commissione AGRI del Parlamento, soprattutto riguardo gli accordi sul commercio internazionale. La sua audizione è prevista per il 2 ottobre. Il 29 settembre sarà invece la volta del maltese Karmenu Vella che, in tema di ambiente e pesca sarà interrogato principalmente sulla riforma della Politica Comune della Pesca.
Ma la domanda vera, a questo punto, è: il team di Juncker passerà le audizioni del Parlamento Europeo? Sì perché sarebbe la prima volta nella storia delle udienze, che vengono accettati tutti i candidati. E l’Italia dovrebbe ben ricordare il caso di Rocco Buttiglione sul cui nome i deputati hanno posto il veto a causa delle posizioni “tradizionaliste” sul ruolo delle donne e degli omosessuali nella società.
Ma chi è il più vulnerabile di questa tornata? Molti sono pronti a scommettere sullo spagnolo Miguel Arias Canete, in corsa per il posto di Commissario per l’Azione sul Clima e l’Energia. Nelle domande a lui rivolte, i Deputati europei alludono ai suoi potenziali conflitti di interesse con l’industria del petrolio, visto che sé tato presidente di un’azienda petrolifera e possedeva – pare le abbia vendute – diverse azioni di aziende che si occupano di stoccaggio di combustibile. “Come farete a garantire personalmente la buona qualità delle proposte legislative, la piena trasparenza delle attività di lobby (diretta a voi e ai vostri servizi), e la consultazione costante ed equilibrata con tutte le parti interessate tenendo conto anche della necessità di effettuare valutazioni d’impatto approfondite?”, si legge nel documento ufficiale che contiene le domande ai futuri Commissari.
Tuttavia, la vendita delle quote azionarie è un gesto che per molti non è abbastanza. Contro Canete si sono, per esempio, apertamente schierati i Verdi Europei che, in una lettera al vetriolo tirano in ballo anche la sua famiglia. I Green sottolineano, infatti, che mentre Canete ha tagliato i legami diretti con l’industria del petrolio vendendo le quote di Petrolifera Ducar e Petrologis Canaris, sua moglie, figlio e cognato rimangono tutti sia azionisti sia membri del consiglio di amministrazione di queste aziende. La lettera richiama inoltre l’attenzione sul fatto che i media spagnoli e le ONG hanno sollevato “gravi sospetti che questi interessi personali e familiari sono stati in parte nascosti, attraverso meccanismi di evasione fiscale”. Canete sarà ascoltato mercoledì 1 ottobre sia dalla Commissione per l’industria che da quella per ambiente, due Commissioni che spesso hanno opinioni molto diverse sulle proposte legislative europee.
Voci di opposizione alle nomine si sollevano anche dal fronte dei gruppi ambientalisti Legambiente, WWF, Greenpeace e Lipu che, in vista delle audizioni dei commissari della nuova Commissione UE, hanno scritto agli Europarlamentari affinché prendano seriamente in considerazione i rischi di un pericoloso ridimensionamento delle politiche ambientali e climatiche emersi dalla struttura della nuova Commissione, dalle lettere di missione e dalla scelta dei Commissari. Le associazioni, alla luce di quanto espresso finora in sede europea, temono una preoccupante retromarcia sugli impegni UE in materia di sviluppo sostenibile, efficienza delle risorse, qualità dell’aria, protezione della biodiversità ed azione climatica. La squadra proposta dal Presidente Juncker, infatti, non pare corrispondere alle esigenze di sviluppo dell’ambizione europea in queste aree di intervento. Rischiando, inoltre, di rappresentare un tradimento degli interessi dei cittadini europei per i quali le tematiche ambientali sono un tassello fondamentale dell’azione comunitaria. A tal proposito lascia un po’ perplessi l’assenza tra le materia affidate ai vicepresidenti dei temi dello sviluppo sostenibile, l’efficienza delle risorse e la green economy.
Nello specifico, le quattro associazioni ambientaliste esprimono la loro preoccupazione su dettagli che già nel momento in cui Juncker aveva svelato il team erano saltati agli occhi. In primis, l’accorpamento dei portafogli riguardanti il clima e l’energia nelle mani di un unico Commissario. Segue poi la scelta di mettere questo Commissario alle dipendenze di un Vicepresidente per l’Unione energetica, rischiando di subordinare l’azione climatica agli interessi predominanti del mercato dell’energia.
Altro segnale che fa emergere una propensione della nuova Commissione a far prevalere gli interessi dei gruppi industriali su quelli della salute e dell’ambiente è il passaggio dalla Direzione Generale Ambiente alla DG Industria della responsabilità dei rapporti con l’Agenzia europea sui prodotti chimici – la cui missione è proteggere l’ambiente e la salute dei cittadini da prodotti chimici dannosi e vigilare sulla corretta applicazione del Regolamento REACH che concerne la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche.
Le associazioni criticano poi il mandato ad un Commissario con competenze non solo in materia di Ambiente, ma anche di Mare e Pesca, fatto questo che, coniugato con l’assenza di riferimenti alle priorità ambientali delle politiche comunitarie e alla mancata assegnazione delle tematiche ambientali ad una vicepresidenza, fa temere che ci si voglia orientare verso una deregulation in questo campo.
A queste considerazioni si legano poi le caratteristiche, diciamo personali, dei Commissari scelti. Al già citato Canete al Clima ed Energia si aggiunge Karmenu Vella, candidato per il posto di Commissario all’Ambiente e alla Pesca proveniente da uno Stato membro, Malta, fortemente criticato per il mancato recepimento della normativa sulla protezione della natura.
“Tutto ciò comprometterebbe pericolosamente il ruolo internazionale dell’Europa come pioniere e leader nell’affrontare la doppia sfida della crisi ambientale e climatica”. Scrivono, infine, le associazioni. Le quali invitano gli Europarlamentari “ad impegnarsi affinché queste preoccupazioni trovino una chiara risposta nel corso delle audizioni dei Commissari e Vicepresidenti. In caso contrario, il Parlamento Europeo deve essere pronto a chiedere al Presidente Juncker di rivedere la sua squadra insieme alla struttura e alle priorità politiche della nuova Commissione, in modo da rispondere appieno ai bisogni e alle aspettative dei cittadini europei di questa e delle future generazioni”. Mettiamoci dunque comodi, il bello deve ancora venire.
Beatrice Credi