L’eredità di David Suzuki. Proposta per un futuro sostenibile
Per la rubrica “Racconti d’Ambiente” pubblichiamo oggi un estratto del libro “L’eredità” di David Suzuki, edito da Orme Edizioni (pag. 125, 12.00 euro).
Fin dalla loro comparsa sulla Terra, gli esseri umani si sono radunati intorno a un fuoco per soddisfare il loro bisogno più elementare – la compagnia – riaffermando i legami tra consanguinei e membri della stessa tribù, condividendo esperienze e opinioni, e riflettendo insieme sui grandi interrogativi che ci assillano dalla notte dei tempi:
Chi siamo?
Come siamo arrivati qui?
Perché siamo qui?
Verso dove stiamo andando?
La risposta a queste domande è profondamente legata al luogo di appartenenza, basti pensare agli Inuit dell’Artico, ai San del deserto del Kalahari, agli aborigeni australiani e alle popolazioni indigene che occupano zone diverse del continente americano, dalle foreste pluviali alle praterie, fino alle montagne. Nel corso dei millenni, un numero infinito di racconti, canti e sogni ha espresso i molteplici modi in cui la mente ha immaginato la nascita del mondo.
In un lontano passato, il bagaglio di esperienze, osservazioni e intuizioni man mano accumulate forgiò le risposte a questi antichi quesiti creando la nostra percezione del mondo. Secondo gli Haida, una popolazione della costa nord-occidentale del Nord America, un giorno Raven raccolse il guscio di una conchiglia e lo lasciò cadere su una spiaggia di Haida Gwaii, un arcipelago di isole anche conosciute come Queen Charlotte Islands. Da quel guscio nacquero i primi esseri umani. Secondo il mito norvegese della creazione, il corpo del gigante Ymir diede origine alla Terra, dal suo sangue si formarono gli oceani, dalle sue ossa le montagne e dai suoi capelli le foreste. Ovviamente, i miti della creazione nons ono fatti per essere interpretati alla lettera. Il loro significato profondo, o gli insegnamenti che se ne possono trarre, spesso si celano sotto un fitto strato di elaborazioni, superstizioni e metafore, che talvolta li rendono troppo inverosimili per essere considerati più di una favola.
Gli esseri umani si riuniscono e comprendono il significato dell’universo, la nostra cosmologia.
BRIAN SWIMME, cosmologo
Sono un uomo di scienza e oggi la scienza è la fonte delle potenti intuizioni che sono divenute parte del racconto moderno dell’origine dell’uomo. Ma le storie della creazione che traggono origine dalla scienza sembrano molto distanti dalla nostra esperienza quotidiana e bizzarre quanto quelle dei miti del passato, e il loro vero significato va estrapolato dal linguaggio arcano.
Immaginiamo un inizio avvenuto quattordici miliardi dianni fa, in cui l’intero universo era contenuto in un punto della grandezza di un puntino tipografico su una pagina. Consideriamo il Big Bang, un’esplosione a una temperatura così elevata da rendere impossibile l’esistenza della materia. Man mano che si andarono raffreddando nell’universo in espansione, immense nubi di gas turbinosi si condensarono in particelle di materia e stabiliscono così le leggi fisiche fondamentali che regolano il cosmo intero. È sconcertante per la nostra immaginazione pensare che enormi nubi di atomi, tenute insieme dalla forza di gravità, finirono per fondersi in un numero infinito di stelle, che d’un tratto accesero le loro fornaci nucleari e, in un istante cosmico, illuminarono i cieli.
Ispiratrice è anche la rappresentazione scientifica dell’evoluzionedella vita sulla Terra, un’autentica saga di resistenza e adattabilità. Dopo centinaia di milioni di anni su un pianeta sterile una singola cellula spuntò nell’oceano e s’impose su tutte le altre per diventare la madre di ogni forma di vita terrestre. I suoi discendenti invasero ogni angolo del pianeta, diversificandosi in un numero infinito di specie all’interno di un ambiente in continuo mutamento.
All’inizio della storia della vita, la Natura cominciò a forgiare nuove specie in grado di adattarsi ad habitat già occupati da altre specie. Dal periodo Archeozoiconessuna cosa vivente si è più evoluta da sola.
VICTOR B. SHEFFER, zoologo
David Suzuki*
*È uno degli ambientalisti più attivi e influenti della sua generazione. Grande divulgatore, autore di una cinquantina di pubblicazioni, ha condotto le sue battaglie attraverso l’università, i giornali, le radio e le televisioni fino a raggiungere la fama mondiale con il programma The Nature of Things (titolo ispirato al De rerum natura di Lucrezio), trasmesso in più di quaranta paesi. Per il suo impegno ha ricevuto una lunga serie di riconoscimenti internazionali ed è stato dichiarato nel 2008 uno degli intellettuali canadesi più influenti nel mondo. Per saperne di più visitate il sito della David Suzuki Foundation www.davidsuzuki.org.