“Le scelte ambientali ai cittadini”. Francesco Attademo racconta l’Europa del M5S
Anche oggi Greenews.info ha intervistato un candidato alle elezioni europee 2014, per testarne la sensibilità ai temi ambientali. Francesco Attademo si definisce “un attivista M5s globaltrotter”. Fino all’età di 20 anni ha vissuto in Puglia, poi gli studi a Torino e ora risiede a Bruxelles per lavoro. Organizer degli Amici di Beppe Grillo Bruxelles, Francesco è candidato alle elezioni di maggio nelle liste del Movimento Cinque Stelle nella circoscrizione Nord Ovest. Ecco le sue idee su ambiente, energia ed Unione Europea.
D) Il M5S fin dalla sua nascita nutre interesse per alcuni temi ambientali, principalmente energia e trasporti. Come giudichi la politica che l’Unione Europea ha condotto in questo campo negli ultimi cinque anni?
R) Il Movimento Cinque Stelle è nato sulla base di una certa concezione dell’ambiente. L’interesse non riguarda solo alcuni temi, ma tutto il sistema. Quello che il M5s si è proposto è un cambiamento sociale a livello ambientale. Penso, per esempio, all’idea di considerare i rifiuti come una risorsa e non come qualcosa da bruciare negli inceneritori. O l’idea di una cultura della raccolta differenziata per arrivare a riciclare il più possibile. Anche riguardo ai trasporti e alle infrastrutture, il rispetto dell’ambiente rappresenta la bussola che deve orientare le nostre scelte. La politica ambientale condotta dall’UE non sembra essere stata molto efficace, a parte proclami altisonanti. Basta guardare ciò che accade in tutti gli Stati Membri. Certo non è tutto da buttare, ma il Movimento è rivoluzionario, è altra cosa. Vuole cambiare l’approccio. Non è l’ambiente al servizio dello sviluppo, bensì il contrario. Basti pensare a ciò che accade in Val di Susa con la TAV. Uno scempio oltre che economico, soprattutto ambientale. La sfida è rendere i cittadini consapevoli, promuovere un dibattito e arrivare alle soluzioni che questi giudicano migliori per il proprio territorio.
D) Cosa pensi debba essere prioritario a livello europeo in campo ambientale?
R) Come ho già sottolineato, la priorità è un cambiamento radicale di mentalità. Non si può pensare che il sistema economico sia sganciato dall’ambiente e debba servire quest’ultimo. E’ l’esatto contrario. Ad esempio, il M5s promuove le produzioni locali, che non mirano al solo profitto, ma alla qualità dei prodotti ed al rispetto dell’ambiente. Siamo anche per un cambiamento di rotta in campo energetico. Basta con le energie fossili, o peggio il nucleare. Bisogna pensare a un piano energetico di lungo periodo. Puntando, anche mediante agevolazioni fiscali, a stimolare le energie pulite. In tal senso, il sostegno alla ricerca è cruciale. L’obiettivo dell’Europa dovrebbe essere quello di diventare autonoma dal punto di vista energetico entro il 2050. Obiettivo irrealizzabile se il cittadino non viene coinvolto. Niente può essere calato dall’alto.
D) La politica ambientale è un campo complesso. Caratterizzato spesso da portatori d’interessi diversi e divergenti. Ad aggravare il quadro, poi, la macchina europea, che con un sistema decisionale talvolta lungo e farraginoso rischia di cedere a troppi compromessi. Il M5S è sempre stato euroscettico, tuttavia, non credi che certi problemi comuni siano di più facile risoluzione se gli Stati europei hanno la possibilità di fare scelte condivise in sede sovranazionale?
R) Anzitutto, mi preme sottolineare come l’etichetta di euroscetticismo sia oramai abusata e non si capisce più quale sia il suo significato. Se essere euroscettici significa muovere delle critiche all’attuale sistema allora sì, il Movimento senza dubbio lo è. Ma allora tutti i partiti politici, inclusi PPE e Socialisti, sono euroscettici visto che criticano fortemente la realtà. Penso che ciò sia positivo e, al contrario, gli europeisti hanno fatto e fanno molti più danni. Detto ciò, concordo sul fatto che ci siano dei problemi che possono essere meglio risolti a livello sovranazionale, soprattutto in un mondo globalizzato. Per questo il Movimento si presenta alle elezioni europee. Le procedure sono farraginose e poco trasparenti e noi ci batteremo per garantire più informazione. Inoltre, devono essere i cittadini europei a decidere il proprio futuro e non un gruppo di burocrati. Servono quindi più dibattito e partecipazione. Non solo a livello parlamentare, ma anche per quanto riguarda il Consiglio e la stessa Commissione ci batteremo per informare i cittadini su ciò che accade all’interno.
D) Queste elezioni verranno ricordate per lo spettro del populismo e dei partiti euroscettici. Un fenomeno trasversale che non risparmia né la destra né la sinistra. Qualunque sia il risultato, gli eurodeputati eletti dovranno trovare un posto all’interno dell’Assemblea. Quale sarà la collocazione del M5s? Una strada potrebbe essere quella di costituire un nuovo gruppo (servono però almeno 25 parlamentari provenienti da 7 Paesi). E’circolata anche la notizia di una possibile entrata nel Partito Verde europeo – sulla falsa riga del partito pirata svedese: indiscrezione infondata o strada ancora percorribile?
R) Ci vuole maggiore chiarezza sul significato dei termini che vengono usati. Altrimenti si rischia di ingannare l’opinione pubblica. Mi viene in mente la definizione che Chomsky dà di populismo inteso come “appellarsi alla popolazione”. Se è così, questa non dovrebbe considerarsi un’accusa, ma qualcosa di positivo. Visto anche che il popolo è il titolare della sovranità. Quindi posso dire che il Movimento è populista ma progressista. Vuole un cambiamento rivoluzionario e radicale, che passi per il coinvolgimento della gente. Ed è proprio questo ciò di cui l’Europa ha bisogno: un maggior coinvolgimento dei cittadini. Solo così si può rilanciare il progetto europeo. Per quanto riguarda il gruppo, secondo le regole fissate nel Comunicato Politico n. 54 – che riguarda le elezioni europee – non ci assoceremo ad altre forze, se non per votazioni condivise. Laddove si manifestasse la possibilità di costituire un gruppo politico con altri deputati che condividono i nostri valori, ciò avverrà su proposta di Beppe Grillo e sarà ratificata tramite votazione in Rete da parte degli iscritti. Nulla è già deciso. Una volta entrati in Parlamento, si inizierà a lavorare e sulla base dei fatti concreti si prenderà una decisione che, in ogni caso, sarà votata anche dagli iscritti. Una cosa però è sicura e tengo a ribadirla, il Movimento non si alleerà né con Marine Le Pen, né con Nigel Farage o gruppi similari. Abbiamo i nostri valori.
D) L’Italia risulta essere tra i più grandi “evasori ambientali” europei. Tra le 106 infrazioni segnalate dalla Commissione il primato assoluto è raggiunto proprio in campo ambientale. Visto da Bruxelles l’impegno ambientale italiano non è certamente all’altezza delle sfide imposte dalla situazione economico-sociale attuale. Quali sono, a tuo parere, alcuni interventi prioritari che il nostro Paese deve mettere in campo? A livello più ampio reputi poi che l’istituzione di un Tribunale Penale Europeo dell’Ambiente e della Salute possa rafforzare la protezione dei diritti ambientali a livello internazionale non solo con regole comuni, ma anche con un sistema sanzionatorio condiviso, rivolto a chi quelle norme le ha infrante?
R) L’Italia, così come l’Europa, dovrebbe dotarsi di un piano energetico e ambientale di lungo periodo. Solo così possiamo veramente affrontare i problemi, anche se ciò non permette di ottenere consenso immediato. Ritengo inoltre che le misure fiscali possano essere un buono strumento da adottare per favorire chi rispetta l’ambiente e usa energia pulita. Inoltre, si deve tenere presente che le scelte da prendere devono tutelare i cittadini e non gli interessi delle multinazionali. Credo, a tal proposito che bisognerebbe impedire che accordi di libero scambio, come il TTIP, – il partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti tra UE e Stati Uniti – entrino in vigore. Accordi del genere sono, infatti, il grimaldello che viene usato per imporre scelte prese da altri che però hanno un profondo impatto sulla vita dei cittadini. Il TTIP, per esempio, l’ingresso di beni e servizi prodotti secondo standard qualitativi ed ambientali più bassi rispetto a quelli europei. Si liberalizza sulla pelle dei consumatori, a discapito dell’ambiente e vantaggio delle multinazionali. Per quanto riguarda, l’introduzione di un Tribunale Penale Europeo dell’Ambiente e della Salute credo che, almeno a livello teorico, possa rafforzare la protezione dei diritti ambientali a livello internazionale. Si tenga a mente però che solitamente, come ci insegnano i casi italiani, chi infrange le norme ambientali raramente paga per gli scempi commessi. Forse sarebbe più efficace lavorare per impedire che certi disastri ambientali vengano compiuti. I cittadini, se ascoltati e coinvolti maggiormente, possono svolgere questo ruolo di sentinelle.
Beatrice Credi