Ilaria Venturini Fendi. Non solo moda
Il 14 novembre a Seoul, in Corea, Ilaria Venturini Fendi, ha ricevuto dalle mani di Franca Sozzani, direttore di Vogue Italia e ambasciatrice della campagna Fashion4Development, il primo World Fashion Grand Prize per la categoria Ethical Fashion Design, come riconoscimento del lavoro svolto nella moda con il suo marchio Carmina Campus. Il premio, istituito dal World Fashion Development Program, un’organizzazione no-profit con sede a New York presieduta da Evie Evangelou, intende offrire un riconoscimento a chi opera nel settore moda innovando, in senso etico e sostenibile, la propria impresa. Le categorie premiate includono Fashion for Humanity, Fashion Design e Green Fashion. Ma l’impegno ambientale di Ilaria Venturini Fendi va oltre le motivazioni riconosciute dal premio. La nostra inviata Agnese Pellegrini l’aveva incontrata qualche settimana prima della nomination, per raccontare, ai lettori di Greenews.info, la storia personale e professionale, a tutto tondo, di un altro esemplare di ”Campioni d’Italia“.
“A chi mi chiede che lavoro faccio, rispondo l’imprenditrice agricola con l’hobby del riciclo”.
Ilaria Venturini Fendi è passata dalle stelle alle stalle, ma nel senso autentico della parola. Perché, dopo una vita trascorsa nel mondo patinato della moda (figlia di Anna, una delle tre sorelle che hanno creato l’impero del fashion, e direttore creativo degli accessori Fendissime), qualche anno fa ha deciso di acquistare I Casali del Pino “spinta da un forte bisogno di vivere la mia vita con ritmi diversi. In questo luogo convertito al biologico, ho covertito anche me stessa, cercando di mettere salde radici nella terra, grazie alle quali sono tornata a un progetto di design basato sul riuso di materiali, con un interesse e una passione che avevo perso. Ora sono a mio agio nell’equilibrio di questo doppio ruolo”.
La svolta personale e artistica di Ilaria è stata l’agricoltura biologica. La sua azienda, all’interno del Parco di Veio, a soli 8 km in linea d’aria dal Colosseo, si estende su 174 ettari di campi e colline, su cui pascolano ovini da latte e altri animali allevati allo stato brado. Gli antichi casali del borgo sono in corso di ristrutturazione in base a un progetto di architettura stostenibile e recupero artistico e ambientale, che applica tecnologie innovative o il ripristino di usi di antica tradizione. Il progetto prevede la creazione di un agriturismo biologico, mentre è già in funzione il ristorante durante i fine settimana.
È in questo scenario che, dopo alcuni anni dedicati interamente alla terra e caratterizzati da un profondo cambiamento di stile di vita, il suo lato creativo è tornato ad affacciarsi, insieme a grande sensibilità verso le cause ecologiche e umanitarie. La passione per la terra, del resto, Ilaria l’aveva ereditata dal padre, che nel tempo libero la portava con sé in campagna, accanto agli animali, mostrandole l’equilibrio fragile della natura. D’altro canto, la madre Anna aveva trasmesso a Ilaria la passione per l’alta sartoria e una dose ingente di creatività. Per questo, oggi Ilaria è tornata “alla moda”, ma con un interesse tutto particolare: nasce così Carmina Campus, un progetto legato al riciclo e riuso di materiali per una creatività sostenibile.
Nella scorsa primavera, ai Casali del Pino, Ilaria ha organizzato la seconda edizione di Floracult, mostra mercato florovivaistica pensata per ricreare l’ambiente dei grandi “maestri giardinieri” che alla fine dell’800 sperimentavano e divulgavano con successo i segreti e i piaceri del giardinaggio. L’idea è nata dalla collaborazione con Antonella Fornai, designer di giardini, o “giardiniera” come ama definirsi, oltre che curatrice di mostre florovivaistiche di successo.
“Natura è cultura - spiega Ilaria – ed è per questo che abbiamo realizzato Floracult, un’occasione per parlare di salvaguardia ambientale, sostenibilità e passione per il verde, offrendo a un pubblico non necessariamente esperto la possibilità di scoprire, ritrovare o far conoscere meglio specie vegetali interessanti per le loro qualità estetiche, botaniche o decorative”. Oltre 100 i vivaisti-produttori che hanno elargito i loro consigli, e la possibilità di approfondire temi come il riciclo e riuso di materiali, l’artigianato e le arti visive legate alla natura, l’editoria che si occupa di piante, ecologia, architettura ambientale.
Nella scorsa edizione, particolare risalto è stato dato alla presentazione del Compost e alle colture idroponiche e biodinamiche, innovative tecniche di coltivazioni fuori suolo che consentono produzioni controllate durante tutto l’anno anche in ambienti sfavorevoli e sistemi sostenibili per la produzione agricola che rispettino l’ecosistema.
Agnese Pellegrini