Il Parlamento UE approva il 7° Programma d’Azione per l’Ambiente: il “green” in tutte le politiche
Era stato varato nel novembre 2012 dalla Commissione Europea, il Settimo Programma d’Azione per l’Ambiente dal titolo “Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta“, che lancia le sfide da raggiungere e gli obiettivi da qui al 2020. Ora, nell’ultima Plenaria, gli Eurodeputati hanno dato il via libera definitivo al piano che determinerà le linee guida della politica ambientale UE per i prossimi sette anni. Manca solo l’approvazione da parte del Consiglio per poi essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione entro la fine dell’anno, atto che ne decreterà la piena ufficialità.
La Commissione aveva avanzato proposte per proteggere la natura, stimolare la crescita sostenibile, creare nuovi posti di lavoro e avviare l’Europa verso un futuro di prosperità e benessere, rispettando l’ambiente che ci circonda ed assecondandone i tempi. Il testo approvato a Strasburgo rispetta quanto dettato dall’Esecutivo di Bruxelles. Un programma davvero a tutto tondo, che ruota attorno a nove priorità. Proteggere, conservare e migliorare il capitale naturale dell’Unione. Trasformare l’Unione in un’economia a basse emissioni di carbonio. Salvaguardare i cittadini da pressioni e rischi ambientali per la salute e il benessere. Sfruttare al massimo i vantaggi della legislazione UE in materia di ambiente. Migliorare le basi scientifiche della politica ambientale. Garantire investimenti a sostegno delle politiche in materia di ambiente e clima, al giusto prezzo. Implementare l’integrazione ambientale e la coerenza delle politiche, nonché la sostenibilità delle città. Aumentare l’efficacia dell’azione UE nell’affrontare le sfide ambientali a livello regionale e mondiale.
Gli eurodeputati hanno, inoltre, colto l’occasione per fare appello agli Stati membri affinché d’ora in poi facciano rispettare più rigorosamente la normativa ambientale – che sappiamo essere un tallone d’Achille per molti Paesi, Italia compresa. Una delle maggiori criticità risulta infatti essere, il fatto che, spesso, gli impegni assunti a livello comunitario non sono pienamente applicate a livello nazionale, e le regole UE troppo spesso non vengono attuate, rimanendo lettera morta.
Per realizzare questi obiettivi si punta soprattutto ad un’applicazione più dura delle leggi europee, la messa in sicurezza degli investimenti a sostegno delle politiche green e della lotta al cambiamento climatico, così come un’assunzione delle problematiche ambientali più ampia, visto che dovranno essere considerate in tutte le altre azioni UE.
È dagli anni Settanta che l’Europa utilizza questo documento per la programmazione pluriennale degli interventi in questa materia. Tuttavia, con il passare del tempo la situazione del pianeta si è evoluta verso scenari che rendono necessari interventi radicali. Nelle ultime versioni, infatti, si è cercato di superare alcune tendenze dell’ultimo decennio, come il carattere lacunoso e l’attuazione spesso inadeguata delle norme vigenti in materia di politica ambientale, o la mancanza di coerenza nell’affrontare sfide sempre più interconnesse, fino ai problemi legati agli incentivi agli investimenti e all’insufficiente coordinamento dei dati e delle informazioni.
Inoltre, rispetto al contesto di elaborazione del Programma precedente, il sesto, l’attualità è caratterizzata da una grave crisi economica. Per questo motivo le nuove linee di intervento si armonizzano con la strategia globale “Europa 2020” varata dalla Commissione nel 2010 per sostenere una “crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”, facendo di ciò un obiettivo comune da perseguire. Questo, rappresenta una solida base di appoggio per una svolta verso la green economy. Ecco perché sono necessarie riforme strutturali, le sole che potrebbero rappresentare un’efficace opportunità per dare un volto verde all’economia europea.
Nel presentare il nuovo testo, il Commissario per l’Ambiente Janez Potočnik aveva dichiarato già allora: “Il nuovo programma di azione traccia la strada che porterà l’Europa a divenire un luogo in cui la gente potrà vivere in un ambiente naturale sano e sicuro, il progresso economico andrà di pari passo con un’economia verde e sostenibile e la resilienza ecologica sarà un fatto acquisito“.
La Commissaria responsabile dell’Azione per il Clima, Connie Hedegaard, sottolineando l’urgenza di questi interventi, aveva, invece, affermato: “Non possiamo aspettare che sia passata la crisi economica per affrontare le crisi delle risorse, dell’ambiente e del clima. Dobbiamo affrontarle tutte contemporaneamente e quindi integrare le considerazioni ambientali e climatiche nelle nostre politiche. Questa strategia conferisce a politici e imprese la visione di lungo periodo di cui abbiamo tanto bisogno per fare il passo verso una società sostenibile, a basse emissioni di carbonio in Europa”.
Beatrice Credi