Greenpeace Italia: “niente candeline, accenderemo il sole a Lampedusa per festeggiare i 30 anni”
C’è chi festeggia compleanni e anniversari con le tradizionali candeline e chi illuminando con energia pulita e rinnovabile case e paesi. Non poteva essere diversamente per un grande “Campione d’Italia” (ma pure mondiale) come l’associazione ecologista Greenpeace Italia, che per festeggiare trent’anni dalla parte dell’ambiente ha lanciato la campagna di crowdfunding “Accendiamo il sole”, per regalare, finalmente, energia che non inquina ai cittadini di Lampedusa. Abbandonati dallo Stato perché l’isola – oltre a tutti i problemi che deve affrontare quotidianamente – non è collegata alla rete elettrica nazionale e va avanti con energia prodotta dal petrolio, sporca, inquinante e costosa.
Una festa utile, dunque quella dei 30 anni di Greenpeace Italia, che rappresenta l’occasione per fare un bilancio sui risultati di una lunga storia di impegno civile dedicato a far diventare più sana, pulita e rispettosa la nostra società – a volte anche con brusche “terapie d’urto” e campagne sensazionali.
“Dopo trent’anni di battaglie possiamo dire con forza che avevamo ragione noi, come dimostrano i tanti traguardi che abbiamo tagliato. Con la conferenza di Parigi il tema clima è stato inserito nell’agenda politica mondiale, noi in Italia siamo riusciti a far cambiare la strategia energetica di Enel, la prima multinazionale di queste dimensioni a scegliere di andare verso politiche sostenibili ed energie rinnovabili“. Giuseppe Onufrio, Presidente italiano dell’associazione, vuole ricordare anche le tante battaglie portate avanti nel nostro paese “a iniziare dalle lotte contro il nucleare, l’inquinamento a Porto Marghera, le centrali a carbone. Non siamo stati soli, non siamo stati gli unici, ma sicuramente tra i protagonisti principali delle campagne a favore dell’ambiente“.
Un impegno che ha portato consenso come dimostrano i numeri dell’associazione: 77.000 sostenitori attivi, un migliaio di volontari organizzati e suddivisi in 30 gruppi locali, mezzo milione iscritti al sito Internet. Rispetto a quel luglio del 1986 quando David McTaggart, tra i fondatori di Greenpeace International, aprì l’ufficio nazionale a Roma l’esercito ambientale si è moltiplicato: “Nonostante la crisi economica gli italiani ci sostengono – sottolinea Onufrio – La scelta dell’Italia, 30 anni fa, derivò dalla grande mobilitazione e solidarietà finanziaria degli italiani per l’acquisto di Rainbow Warrior II, la nave che sostituì Rainbow Warrior, affondata dai servizi segreti francesi in Nuova Zelanda“. Un altro contributo arrivò con la battaglia del referendum sul nucleare, vinto ed è uno dei pochi sul fronte ambientale, che si svolse nel 1987.
Lotta dura e senza paura, ma anche iniziative “gentili” a beneficio dell’ambiente, sempre nel segno della concretezza: “Abbiamo fornito ai cittadini abruzzesi, dopo il terremoto, degli impianti solari“. Il presidente ci tiene a sottolineare anche i risultati raggiunti nella campagna contro le sostanze tossiche nel ciclo produttivo tessile “in Italia ha avuto un grande riscontro, una grande eco. L’aspetto positivo non sono solo i risultati raggiunti con le grandi firme e le grandi marche, che hanno una maggiore capacità di intervenire nelle produzioni, ma gli accordi con le piccole aziende. E’ un motivo di orgoglio la collaborazione con il distretto tessile di Prato, una parte importante della media e piccola industria che fa un pezzo di strada con noi, per una maggiore sostenibilità ambientale. La gran parte delle imprese sono di piccole dimensioni – spiega Onufrio – quindi il traguardo tagliato è considerevole”.
La lotta dura e pura quindi paga, ma per festeggiare il compleanno Greenpeace porta avanti un’ altra buona azione molto calma ma efficace: “Si tratta anche di un riconoscimento per Lampedusa e per tutte le isole minori costrette ad utilizzare energie che inquinano e che sono molto costose”, spiega il presidente, che denuncia anche il cortocircuito burocratico che ha impedito l’accesso ai fondi di finanziamento per un progetto di solarizzazione del tetto del palazzo comunale di Lampedusa, già autorizzato e poi bloccato. La battaglia per le energie rinnovabili e per la sostenibilità ambientale è ancora in salita, ma l’eta “matura” non sembra ridurre la grinta e l’entusiasmo di Greenpeace Italia!.
Gian Basilio Nieddu