Green Week 2014: la progettazione ecocompatibile come tappa fondamentale dell’economia circolare
Si è appena conclusa la Green Week, la settimana che, come ogni anno, l’Unione Europea dedica all’ambiente. Un appuntamento diventato ormai imperdibile; basti pensare che l’edizione 2013 ha attirato circa 2.100 partecipanti provenienti da governi, imprese e industria, organizzazioni non governative, mondo accademico e media.
La tematica scelta per il 2014, attorno al quale ruotavano i dibattiti e gli eventi organizzati, è stata l’economia circolare come mezzo per rendere efficiente l’uso delle risorse senza sprechi e creare posti di lavoro. Una economia di questo tipo è la soluzione logica per un mondo in cui le risorse sono limitate. È un luogo dove quasi nulla è sprecato, dove il riutilizzo e la rigenerazione dei prodotti è diventata una pratica standard, e dove la sostenibilità è integrata nel tessuto della società.
Nel 2014 la Commissione presenterà le nuove proposte che consentiranno all’Europa di sbloccare il potenziale dell’economia circolare, sottolineando la necessità di cambiare il nostro modo di agire. Ci sarà anche un focus sulla migliore gestione dei rifiuti, e su come ciò potrà aiutare l’UE a utilizzare le proprie risorse in modo più efficiente.
Le politiche adottate nell’UE sono state relativamente efficaci nel rendere la produzione industriale più ecologica e nel favorire processi più efficienti, contribuendo a ridurre l’inquinamento e i rifiuti e aumentando i livelli di riciclaggio. Tuttavia, è necessario fare di più per promuovere il concetto di efficienza dei materiali e introdurre le ecotecnologie più innovative nei processi produttivi.
Di tutte le conferenze organizzate durante la Green Week è stata proprio quella dedicata alla progettazione di prodotti e processi produttivi basati su principi di economia circolare ad avere un forte impatto. Proprio perché qui è racchiuso il potenziale di riduzione dell’impronta ecologica della produzione e del consumo.
In una società dominata dall’immagine che impone i propri dogmi anche nel consumo, la sfida è quella di non rinunciare a design eleganti ma allo stesso tempo fare un uso migliore dei materiali e limitare la quantità di rifiuti. La progettazione svolge un ruolo fondamentale nelle prestazioni ambientali dei prodotti nell’arco del loro ciclo di vita. La Direttiva dell’Unione Europea sulla progettazione ecocompatibile fornisce un quadro di riferimento per stabilire requisiti minimi per i prodotti di uso quotidiano. Tuttavia, La Commissione propone di estendere questi requisiti, fatto che consentirebbe di occuparsi di settori prioritari come i dispositivi che utilizzano acqua e i materiali da costruzione.
Poiché il recupero dei costi di investimento su vasta scala nella produzione industriale richiede molto tempo, le imprese necessitano di un sostegno finanziario e di un quadro normativo stabile per investire in processi più efficienti. Le aziende possono migliorare la loro efficienza attraverso l’attuazione di sistemi di gestione ambientale quali l’EMAS (il sistema comunitario di ecogestione e audit), un sistema volontario che aiuta le organizzazioni a ottimizzare i propri processi di produzione e a utilizzare le risorse in modo più efficace. Infine, è necessario esplorare le potenzialità di incremento della sostenibilità delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC).
Non a caso, uno dei sei progetti selezionati come “Best of the Best” per le categorie LIFE Environment e Information 2013 è Energ-ICE. Coordinato dalla struttura italiana di Dow Polyurethanes R&D, in partnership con due società del Gruppo Cannon (Afros e Crios), Federchimica e co-finanziato dalla Comunità Europea con 1,3 milioni di Euro nell’ambito del programma ambientale LIFE, il progetto ha come fine la riduzione dell’impatto ambientale di frigoriferi, congelatori ed altre macchine del freddo energivore. Sfrutta una innovativa tecnologia di schiumatura di poliuretani per l’isolamento di questi elettrodomestici, utilizzando ciclopentano come agente espandente. I risultati sono notevoli: fino al 10% di di risparmio energetico rispetto agli apparecchi di tipo A+/A++, e una riduzione di emissioni di anidride carbonica del 10%, come certificato dalla metodologia Life Cycle Assessment (LCA).
Rimane però un fattore fondamentale da considerare: la globalizzazione. Il numero dei beni di consumo e delle forniture industriali importati in Europa è, infatti, aumentato in modo significativo negli ultimi anni. I materiali vengono estratti e trasformati in altre parti del mondo, quindi vengono trasportati nei Paesi europei, con conseguenti effetti negativi sull’ambiente. Spesso le zone di produzione sono Paesi in Via di Sviluppo, sottoposti a pressioni sempre maggiori. Inoltre, molti Stati produttori stanno crescendo rapidamente anche dal punto di vista demografico. Ciò significa che a livello mondiale cresce il fabbisogno di risorse e di energia. Siccome i modelli di consumo occidentali sono ormai consolidati e presi come esempio di benessere e ricchezza, le pressioni sull’ambiente aumenteranno ancora più drasticamente.
L’UE si sta adoperando per promuovere le buone prassi a livello internazionale, favorendo politiche di produzione e consumo più sostenibili nell’ambito del programma quadro decennale sulla produzione e il consumo sostenibili delle Nazioni Unite detto processo di Marrakesh. Altri sforzi saranno incentrati sulla politica commerciale e sul dialogo industriale per eliminare le tariffe sugli scambi per le tecnologie a bassa emissione di carbonio e i prodotti e servizi rispettosi dell’ambiente.
Legato a questo tema tra gli eventi cosiddetti satellite della Green Week – organizzati durante tutta la settimana e anche nel mese di giugno sull’intero territorio dell’Unione Europea – c’è un’iniziativa tutta italiana che suscita curiosità. Avete mai sentito parlare di biomimetica (biomimicry)? Si tratta dell’applicazione dei processi biologici e biomeccanici della natura alle attività e tecnologie umane. La natura viene vista come modello alla luce del fatto che tutti i sistemi naturali rispettano alcuni fondamentali principi: funzionano secondo cicli chiusi: non esiste cioè il concetto di rifiuto; si fondano su interdipendenza, interconnessione, e cooperazione; sfruttano l’energia solare; ed infine rispettano e moltiplicano la diversità. Due gli esempi più conosciuti e citati. Il velcro è ispirato alla forma uncinata dei semi vegetali e studiando i fiori di loto è stato possibile realizzare superfici autopulenti. La conferenza – che si terrà il 13 giugno a Matera ed è stata organizzata dall’Università degli Studi della Basilicata in collaborazione con la Camera di Commercio di Matera e quella italotedesca – ha lo scopo di aumentare la conoscenza della biomimetica come strumento potenziale per le innovazioni sostenibili che aumentano la creazione di economie circolari.
Beatrice Credi