Green Leaf e PASTA, le sfide europee per Siena e Roma
Una nuova competizione tra città scalda gli animi dei cittadini europei. Si tratta dello European Greeen Leaf Award, il premio che – nell’ambito della tradizionale competizione per la Capitale Verde d’Europa - riconosce gli sforzi ambientali dei centri urbani più piccoli, precisamente con una popolazione compresa tra 50 e 100mila abitanti. Con una particolare enfasi sugli sforzi compiuti nell’ambito della crescita verde e nella creazione di nuovi posti di lavoro.
Alla sua prima edizione, vede un solo nome italiano tra i finalisti: Siena. Il nostro Paese non ha spesso l’abitudine di vedere le sue città annoverate tra le migliori smart city. E invece la perla della Toscana si contenderà il trofeo – che verrà consegnato a giugno in occasione di una cerimonia che si terrà a Bristol, in Inghilterra – al fianco di Inverness (Scozia), Lappeenranta (Finlandia), Ludwigsburg (Germania), Mikkeli (Finlandia), Mollet del Vallès (Spagna), Strovolos (Cipro) e Torres Vedras (Portogallo).
Siena si è guadagnata la nomination grazie alla pianificazione di azioni virtuose nell’ambito della sostenibilità ambientale, della mobilità urbana, della tutela delle risorse idriche, della lotta agli sprechi e della difesa della biodiversità.
“Il nuovo premio è la dimostrazione che le città più piccole dimostrano un eccellente approccio ambientale. È incoraggiante vedere la qualità dei candidati in questa prima edizione”. Ha commentato il Commissario UE per l’Ambiente, Karmenu Vella. Che ha continuato dicendo: “La mia speranza è che le finaliste siano modelli di ispirazione. Il sistema è come un albero: i piccoli centri sono le foglie, le capitali i rami e la Commissione Europea è il tronco“.
Tra gli indicatori secondo i quali il gruppo di esperti valuterà le concorrenti c’è, naturalmente anche la mobilità. Un tema al centro anche di PASTA, acronimo di Physical Activity through Sustainable Transport Approaches, il progetto di ricerca europeo che analizza le misure di trasporto urbano a sostegno della mobilità attiva. A piedi, in bicicletta e in combinazione con l’uso dei mezzi pubblici.
Tuttavia, l’originalità del progetto risiede nel fatto di valutare gli effetti che questo cambio di abitudine ha sull’attività fisica e le condizioni di salute dei cittadini. Oltre al rischio di infortuni e all’esposizione all’inquinamento. Il progetto finirà nel 2017 ed il consorzio comprende esperti dello sport, della pianificazione dei trasporti, della sicurezza stradale, della qualità dell’aria e naturalmente della salute.
Le città studio sono sette. Insieme a Roma ci sono Anversa, Barcellona, Londra, Vienna, Zurigo e Örebro. Ciascuna ha individuato un campione di 2.000 persone intenzionate a modificare e monitorare il proprio stile di vita, raccogliendo così i dati che verranno messi a disposizione del progetto ed opportunamente analizzati. I partecipanti saranno inizialmente chiamati a compilare un semplice test on line, poi periodicamente delle brevi schede a intervalli regolari, in modo da poter comporre un quadro di sintesi delle varie attività quotidiane. Oltre alla compilazione del questionario base, ogni due settimane verrà inviata una e-mail con un link per accedere a brevi questionari aggiuntivi, sulle abitudini di spostamento e sulle attività fisiche svolte. I questionari aggiuntivi includono anche un “diario di viaggio” e domande su eventi specifici legati alla sicurezza stradale o nel caso si rimanga coinvolti in un incidente, per comprenderne meglio le cause e le possibili conseguenze. I più fortunati avranno anche la possibilità di vincere 25 biciclette pieghevoli.
La capitale italiana ha un padrino d’eccezione: Andrea Manici, il tallonatore della nazionale di rugby. “Sai che andare a lavoro a piedi migliora le condizioni della salute?” con queste parole lo sportivo invita in un video a partecipare al progetto.
Molti studi scientifici dimostrano che chi si muove in città rinunciando ad auto e moto gode di una salute migliore. Ad avallare il progetto dell’Unione Europea la recente ricerca della London School of Hygiene & Tropical Medicine sul British Medical Journal. Che sottolinea come l’uso dei mezzi pubblici incida sul fisico a tal punto che gli effetti sul peso del corpo sono maggiori di quelli ottenuti tramite mortificanti diete o faticosi programmi di esercizio ginnico. Le donne che utilizzano bici, mezzi pubblici o si recano al lavoro a piedi, infatti, pesano 2,5 kg in meno rispetto a quelle che si spostano in auto. Gli uomini invece che scelgono un’alternativa all’automobile pesano 3 kg in meno.
Beatrice Credi