Glifosato: prosegue l’iter di divieti e restrizioni. Ma l’erbicida continua ad essere utilizzato, anche in Italia
La saga del glifosato continua e si arricchisce di una nuova scadenza italiana, quella del 20 settembre, data in cui il decreto dirigenziale del 9 agosto del Ministero della Salute prevede che i produttori del settore adottino ”ogni iniziativa, nei confronti degli utilizzatori, idonea ad assicurare un corretto impiego dei prodotti fitosanitari“, con particolare attenzione all’etichettatura e al divieto totale di utilizzo in alcuni contesti.
Ma cerchiamo di ricostruire gli ultimi passaggi, durante il periodo estivo, della vicenda europea che riguarda l’erbicida più diffuso al mondo, al centro della controversia scientifica internazionale sulla sua presunta cancerogenicità: considerata “probabile” dallo IARC (l’organismo scientifico al servizio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità), e “improbabile” dall’EFSA (l’Autorità UE di Sicurezza Alimentare, che ha sede a Parma).
La Commissione Europea, come avevamo già scritto a luglio, ha approvato una proroga di 18 mesi dell’autorizzazione, scaduta il 30 giugno scorso. “Dopo che gli Stati membri non sono riusciti ad assumersi le loro responsabilità riguardo alla decisione di prorogare l’autorizzazione del glifosato, la Commissione ha deciso di approvarlo per un periodo di tempo limitato, fino a quando l’Agenzia UE per i prodotti chimici (ECHA) pubblicherà la propria opinione, entro la fine del 2017 al più tardi”, dichiarava il portavoce della Commissione per l’Ambiente e la Sicurezza Alimentare, Enrico Brivio.
Mentre parallelamente, in Italia, il Ministro alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, in riferimento alla posizione dell’Italia, rivendicava ”l’iniziativa che l’Italia ha assunto insieme ad altri paesi europei, per fare in modo che si discuta approfonditamente sul tema”. “Fino a qualche settimana prima della scadenza del 30 giugno, infatti - ribadiva il ministro - la proroga dell’autorizzazione per parecchi anni sembrava scontata. Poi si è pensato di porre l’accento sui problemi legati alla sostenibilità di questa scelta e credo di poter dire che abbiamo ottenuto alcuni risultati”. E sul fatto che, alle ultime votazioni, il nostro Paese avesse spostato le proprie intenzioni di voto dalla posizione contraria all’astensione, aggiungeva: “Per quel che ci riguarda, il governo va avanti con l’obiettivo Glifosato Zero, da raggiungere entro i prossimi anni. Ci sono delle scelte a livello nazionale che possono essere prese a prescindere dall’autorizzazione europea”…
Successivamente, la Commissione Europea rilascia un ulteriore “regolamento di esecuzione (UE) n.1313 del 1° agosto 2016″, che modifica le condizioni di approvazione della sostanza attiva.
E arriviamo al 9 agosto, quando il Ministero della Salute emana il decreto dirigenziale (entrato in vigore il 22 agosto), il cosiddetto “Divieto del Glifosate”, che regola l’impiego di prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva glifosate nelle aree frequentate dalla popolazione, in particolare da bambini ed anziani; come parchi, giardini, campi sportivi e aree ricreative, cortili e aree verdi all’interno di plessi scolastici, aree gioco per bambini e aree adiacenti alle strutture sanitarie. E introduce anche un divieto dell’impiego agricolo in pre-raccolta (una fase in cui si cerca, normalmente, di ottimizzare il raccolto e migliorare la trebbiatura).
Il decreto specifica inoltre che “entro il 5 settembre 2016 le imprese titolari delle autorizzazioni per prodotti fitosanitari sono tenute a presentare le etichette opportunamente modificate” ai fini della pubblicazione nella banca dati del Ministero della Salute, nonché “a ri-etichettare, entro il 20 settembre 2016, i prodotti fitosanitari non ancora immessi in commercio” e a fornire ai rivenditori un facsimile delle nuove etichette per le confezioni dei prodotti giacenti presso gli esercizi di vendita, al fine della loro consegna all’acquirente.
Ora quali saranno i prossimi passi? Il principio di precauzione, una delle conquiste della civiltà giuridica europea, verrà esteso ad altri contesti di utilizzo?
Francesca Sirico