“Gli amministratori locali sono più coraggiosi”. Intervista a Tessa Gelisio
Tessa Gelisio, 34 anni, giornalista e conduttrice tv, è l’ambasciatrice dell’ambiente sui media italiani. Suo il volto di trasmissioni come “Oasi” (La7), “Pianeta mare”, “Lo spettacolo della natura” e “Life” (Rete4). Numerose anche le collaborazioni con la carta stampata, con servizi dall’Amazzonia per il Corriere della Sera e consigli e interviste rigorosamente in chiave “eco” per settimanali e riviste. Infine la creazione di “For planet onlus”, con cui raccoglie fondi per progetti di recupero di habitat a rischio.
D) Tessa, il tuo è un impegno per l’ambiente che parte da lontano.
R) Ho avuto la fortuna di crescere in campagna, vicino al mare: a Rosignano, nel Livornese, tra il giardino, l’orto e un bosco meraviglioso. Ho avuto una predisposizione naturale verso gli animali, e dei genitori convinti ambientalisti, che mi hanno instillato amore per la natura.
D) Come sei riuscita a rendere una passione la tua professione?
R) Ho costruito il mio percorso attraverso il mondo dell’associazionismo e del volontariato sin da piccola (come iscritta al Wwf e militante in Legambiente, ndr) formandomi quindi delle competenze sul campo. Poi a Milano, quando all’università studiavo Scienze Ambientali e mi mantenevo facendo la modella, ho iniziato a scrivere. E da giornalista sono riuscita a occuparmi dei “miei” temi.
D) Hai incontrato difficoltà, agli inizi, ad ottenere spazi per trasmissioni sui temi dell’ambiente?
R) Lavorare costantemente dal 2001 è stata una fortuna, per cui non posso dire di aver incontrato difficoltà. Ma certo proporre e far nascere trasmissioni come le mie non è affatto scontato, perchè si tratta di programmi considerati ancora di nicchia. Con “Life” sono riuscita a riportare i documentari in prima serata su Mediaset, dopo tanti anni. Un programma di ecologia pura è ancora arduo per il grande pubblico. Ma ci sto lavorando.
D) Qual è stata l’esperienza che ritieni più significativa?
R) Umanamente e professionalmente ho avuto tantissimo grazie al mio lavoro e ai frequenti viaggi in Sud America. Tre anni fa sono stata in Amazzonia presso gli Indios Zo’e, che vivono iperprotetti dal governo brasiliano all’interno di una zona chiusa. Le visite alla riserva sono permesse con il contagocce, una decina l’anno, e ci si arriva avventurosamente. Si tratta di persone completamente fuori dall’evoluzione, praticamente al neolitico. E’ stata un’esperienza molto forte. Mi ha colpito che la prima cosa che ti chiedono è come ti chiami e chi siano tuo padre e tua madre. Hanno questi punti di riferimento, non come noi, che nel far conoscenza chiediamo piuttosto che lavoro fai. Presso questi Indios non esiste proprietà privata. E infatti una bambina mi ha preso il marsupio, ha tirato fuori tutto, ma poi ha rimesso a posto e me lo ha ridato. Per loro è normale, voleva vedere questi oggetti, non prenderli.
D) A quali progetti stai lavorando con la tua associazione, “For planet onlus”?
R) I progetti di For Planet sono diversi, in Argentina, Brasile, Bolivia. Per seguirli vado almeno una volta l’anno in quei posti. In Brasile si trova ancora la vera foresta, come nella Riserva dello Xixuaù, duecentomila ettari di foresta primaria preservata, con caimani, scimmie e delfini rosa. Stiamo cercando di formare guardie forestali e raccogliere fondi perchè la comunità si autogestisca attraverso l’ecoturismo, quindi attraverso la conservazione. In Argentina abbiamo acquistato seicento ettari di terra per ampliare una zona protetta. In Bolivia abbiamo contribuito con un partner locale a costruire un ecoturismo e in un’altra comunità , dove una specie di pappagallo è in via d’estinzione, stiamo lavorando a riforestare una zona e a costruire una scuola. Vogliamo incentivare le comunità locali a preservare attraverso uno sviluppo oculato, autogestendosi come un parco nazionale.
D) Tornando all’Italia, pensi che la politica faccia abbastanza per l’ambiente? Percepisci più sensibilità rispetto agli anni passati?
R) La politica nazionale è indietro anni luce, ma a livello locale è più avanti, più coraggiosa. Le politiche per l’ambiente sono state a lungo vittime dell’ideologia, per cui la proposta di uno schieramento era avversata a priori dallo schieramento opposto. Oggi c’è più trasversalità, ma il problema sono i tagli ai finanziamenti. Una classe politica anziana come la nostra ha forse meno conoscenze e meno sensibilità delle nuove generazioni.
D) I tuoi prossimi progetti?
R) Ho appena affiancato la trasmissione “Cotto e mangiato” a “Pianeta mare”, mi basta così! Anche in cucina porterò l’ecologia, con prodotti biologici, di stagione, equosolidali, italiani. La cultura alimentare può rispettare ambiente e salute, con un occhio anche al risparmio energetico.
D) Milano, la tua città. Cosa ti piace e cosa cambieresti?
R) Mi piace l’accoglienza dei milanesi. Esteticamente è troppo grigia, con l’aria spesso pesante per il troppo cemento. Al nuovo sindaco chiederei più verde, piste ciclabili e in generale sostegno alla mobilità.
Cristina Gentile