“Etichetta furbetta”, l’indagine che svela i raggiri alle Direttive UE
Le Direttive europee Ecodesign ed Etichetta Energetica rappresentano una delle più grandi operazioni ambientali della storia europea e mondiale. La loro applicazione potrebbe far risparmiare quasi 400 Euro a famiglia, e a ciò si aggiunge il vantaggio ambientale, dato che il taglio annuale alle emissioni climalteranti sarebbe pari a 500 milioni di tonnellate di CO2, l’1,5% delle emissioni mondiali.
Purtroppo, però, queste Direttive non sempre vengono applicate e i consumatori spesso non sono in condizione di scegliere correttamente i prodotti in vendita: alcuni sono meno efficienti di quanto dichiarato sull’etichetta, altri sono privi delle indicazioni energetiche che dovrebbero essere fornite al consumatore. I mancati risparmi derivanti da queste infrazioni aumentano inevitabilmente i costi familiari, mettono sotto stress le reti elettriche dei Paesi membri e contribuiscono negativamente al cambiamento climatico.
Ad indagare a fondo questo scenario è stata Legambiente attraverso un’indagine dal titolo “Etichetta furbetta”. Realizzata in collaborazione con Movimento Difesa del Cittadino, la ricerca si inserisce nel progetto pilota MarketWatch che unisce sedici realtà della società civile che vanno ad affiancare le istituzioni nel settore del controllo di mercato a livello europeo nel campo delle etichette energetiche. L’obiettivo è quello di monitorare la corretta applicazione della direttiva sull’etichetta energetica nei negozi online e fisici sia le dichiarazioni dei produttori e la veridicità delle etichette dei prodotti.
Sono stati analizzati 5 tipi di prodotto (tv, frigoriferi, refrigeratori per il vino, forni elettrici e condizionatori) e quattro tipi di negozi: le grandi superfici di vendita di mobili, ipermercati con un corner per gli elettrodomestici, grandi superfici specializzate e siti di vendita online. Dalla ricerca è emerso che su un totale di 2522 prodotti il 30% dei prodotti presi in esame nei negozi fisici non è etichettato correttamente. Più grave la situazione per i negozi online dove soltanto il 10% dei prodotti – o poco più – riporta le informazioni energetiche in maniera esaustiva e corretta. Frigoriferi, freezer, forni elettrici risultano essere i prodotti venduti quasi sistematicamente con l’etichetta, mentre televisioni, cantinette e condizionatori sono invece quelli hanno un livello di etichettamento molto inferiore e ciò dipende dal punto di vendita. Le cantinette sono state scelte perché legate a un prodotto simbolo per l’Italia come il vino, e per avere nel paniere anche un prodotto che si riferisce a un consumo non strettamente domestico. Il condizionatore vanta, invece, il maggiore trend di diffusione degli ultimi anni, responsabile, infatti, dei picchi di consumo estivi (che corrispondo anche ai picchi di consumo massimi annuali).
Per quanto riguarda invece le tipologie di non conformità riscontrate, dalla ricerca emerge che le principali riguardano più che altro il mal posizionamento dell’etichetta, spesso collocata in angoli ciechi o a più di due metri di altezza rendendo difficile o delle volte impossibile la lettura. È poi possibile imbattersi in etichette fotocopiate, scritte a mano o al computer dal personale del negozio. Invece altre etichette, anziché esplicare i contenuti, confondono il consumatore. Per quanto riguarda i negozi online, le irregolarità che emergono dalla ricerca sono differenti essendo diverse le modalità di comunicare il contenuto delle etichette. Nelle vendite tramite internet, dove è maggiore la quantità di prodotti privi di etichetta rispetto a quelli fisici, si riscontra però una frequente dispersione delle informazioni di base in più pagine, con alcune informazioni disponibili subito a fianco dell’immagine del prodotto, altre reperibili nella stessa pagina ma più in basso, altre con un click in una scheda tecnica, altre ancora in unascheda “caratteristiche”. Altre volte invece si riscontrano casi di informazioni limitate, come ad esempio la sola classe energetica, ma senza il consumo annuale, oppure prive del dato sul rumore, laddove previsto, o dei coefficienti prestazionali (SCOP/SEER) per i condizionatori.
“Dalla ricerca – spiega Davide Sabbadin, responsabile in Italia del progetto MarketWatch – emerge quindi un quadro non completamente soddisfacente dell’applicazione della normativa europea, in particolar modo nel mondo dell’online. Per questo crediamo che sia fondamentale la formazione dei professionisti del settore per colmare quel gap cognitivo che il cittadino può avere davanti all’etichetta energetica”. In particolare rimane quasi completamente inapplicato, per ora, l’obbligo di consegna della scheda tecnica a richiesta del consumatore nei punti vendita esaminati, un preciso requisito della normativa Ecodesign. E a nulla vale l’introduzione delle nuove tecnologie: in un paio di casi, anche di fronte alla possibilità di scaricare con smartphone delle informazione aggiuntive in tempo reale tramite QrCode presenti sul prodotto, la scheda tecnica non era presente tra le informazioni disponibili, che si limitavano ad informazioni di carattere commerciale e prestazionale.
Nonostante l’applicazione della normativa UE lasci alquanto a desiderare, Bruxelles non si ferma e lancia nuove regole sull’ecodesign che hanno per protagonisti gli aspirapolvere. Dall’1 settembre, infatti, nei negozi si potranno acquistare solo quelli a potenza ridotta: al massimo 1.600 Watt, contro i 1.800 attuali. A partire dal 2017, poi, la riduzione sarà ancora più consistente e porterà la potenza massima a 900 Watt. I cittadini europei “Useranno meno energia per le stesse performance”, assicura Marlene Holzner, portavoce della Commissione UE, in questo modo i cittadini “risparmieranno e l’Europa nel complesso userà meno energia. Il numero di Watt non indica automaticamente quando bene pulisce un aspirapolvere, ma soltanto quanta energia elettrica viene consumata dal motore”.
I nuovi modelli immessi sul mercato dovranno comunque superare un test pratico che misura le performance nella raccolta della polvere, assicura Bruxelles. Le nuove regole, infatti, riguardano anche l’efficienza in termini di pulizia, il livello di rumore prodotto dall’apparecchio, l’efficienza energetica, la ri-emissione di polvere nell’aria e la durata. Cambieranno anche le regole sull’etichettatura: per la prima volta, il “voto” da A a G dovrà segnalare le performance dell’apparecchio sotto tutti i diversi aspetti: pulizia, rumore, consumo.
Beatrice Credi