L’UE definisce la nuova strategia contro i cambiamenti climatici e punta sulle assicurazioni
Il riscaldamento atmosferico è un fenomeno che, in Europa, sta avvenendo più velocemente che in altre parti del mondo. Nel decennio scorso la temperatura media della superficie terrestre del Vecchio Continente è aumentata di 1,3°C rispetto all’epoca preindustriale, a fronte di un aumento medio nell’intero pianeta di 0,8°C. Il bacino mediterraneo, le zone montane, le pianure densamente popolate, le zone costiere, le regioni più remote e l’Artico sono zone particolarmente vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici. Inoltre, tre quarti della popolazione europea vive in aree urbane esposte ad ondate di calore, incendi e siccità, principalmente nell’Europa meridionale. Le inondazioni o l’innalzamento del livello del mare, con conseguente rischio di erosione costiera, sono fenomeni che si manifestano specialmente a Nord. Ciò significa che, sebbene questo fenomeno non provochi dappertutto gli stessi effetti, che variano secondo le condizioni climatiche, geografiche e socioeconomiche, è palese che nessuno Stato membro sfugge ai cambiamenti climatici. A causa dell’intensificarsi di questo tipo di eventi è probabile che le catastrofi assumano dimensioni più vaste, destinate a tradursi in ingenti perdite economiche, problemi di sanità pubblica e perdite umane.
Per scongiurare questo tragico esito la Commissione Europea ha presentato due documenti: “La Strategia UE di adattamento ai cambiamenti climatici“ e il “Libro verde sulle assicurazioni nell’ambito delle catastrofi naturali e di origine umana”.
La Strategia introduce un quadro normativo e meccanismi per rendere l’UE più capace di affrontare gli effetti attuali e futuri dei cambiamenti climatici. “Aiuterà i governanti dei paesi europei a scegliere le soluzioni migliori nell’interesse dei loro cittadini, in modo da stimolare la crescita e l’occupazione ed evitare di dover affrontare domani ingenti costi umani, economici e ambientali.”. Ha dichiarato Connie Hedegaard, Commissaria responsabile dell’Azione per il Clima.
Gli obiettivi che con questo documento la Commissione vuole raggiungere sono quattro. In primo luogo, l’Esecutivo di Bruxelles incoraggerà tutti gli Stati membri e le città, ad adottare strategie di adattamento globali (al momento sono quindici i Paesi che hanno legislazioni di questo tipo). Cercherà poi di integrare sempre più la “questione clima” in politiche come l’agricoltura, la pesca e la politica di coesione, facendo sì che l’Europa possa contare su infrastrutture all’avanguardia e promuovendo l’uso delle assicurazioni per tutelarsi contro le catastrofi naturali e d’origine umana. Inoltre, si propone, prendendo atto dell’attuale scarsità di conoscenza in materia, di dare maggiore impulso alla piattaforma europea sull’adattamento ai cambiamenti climatici (Climate-ADAPT), per farne l’istanza di riferimento circa le informazioni in UE. Infine non si può trascurare il settore economico. Si stima che il costo annuo del mancato adattamento ai cambiamenti climatici ammonti almeno a 100 miliardi di Euro nel 2020, per salire a 250 miliardi nel 2050. Oltre a promuovere una crescita sostenibile, la Commissione si impegnerà dunque a stimolare investimenti creando nuovi posti di lavoro in settori quali l’edilizia, la gestione delle acque, le assicurazioni, le tecnologie agricole e la gestione degli ecosistemi.
Il Libro verde lancia, invece, una consultazione pubblica, aperta fino al 30 giugno 2013, attraverso la quale si vuole raccogliere opinioni sul grado di adeguatezza e disponibilità dei tipi di assicurazione legata a catastrofe naturale attualmente sul mercato. Lo scopo è quello di sensibilizzare le persone a questo tema e valutare se, per migliorare il mercato in questo settore, è utile intervenire a livello UE. Più in generale, poi, questa iniziativa apporterà nuove conoscenze e concorrerà a fare dell’assicurazione uno strumento di gestione delle catastrofi, contribuendo in tal modo a forgiare una cultura condivisa della prevenzione e della mitigazione dei rischi. Oltre alle perdite umane, esse provocano ogni anno danni dell’ordine di miliardi di euro, che incidono sulla stabilità economica e sulla crescita. Talvolta gli effetti superano i confini nazionali e minacciano vaste zone dei Paesi confinanti. I costi di eventi particolarmente catastrofici, seppure circoscritti a livello locale ma non adeguatamente coperti da un’assicurazione, possono gravare pesantemente sul bilancio del paese colpito. Michel Barnier, Commissario per il Mercato interno e i servizi ha affermato in proposito: “Aumentano le calamità naturali e quelle provocate dall’uomo, eppure non sfruttiamo ancora appieno la capacità del settore assicurativo. Occorre ricercare soluzioni a livello europeo, così come è necessario trovare strumenti comuni per prevenire le catastrofi e sensibilizzare i cittadini e le imprese”.
Dalla Sessione Plenaria del Parlamento Europeo arriva, invece, in parallelo, la notizia che gli Eurodeputati hanno rifiutato la proposta della Commissione di rinviare le aste per aumentare i prezzi delle quote per rilanciare il mercato del carbonio dell’Unione Europea, il sistema di scambio di emissioni (ETS). Contro la proposta della Commissione si era già espressa la Commissione parlamentare Industria dichiarando che l’aumento artificiale del costo delle quote avrebbe aggravato quelli per l’industria. Il no del Parlamento è, secondo il direttore per la politica climatica europea di Greenpeace, Joris den Blanken ”un fallimento storico, visto che con i prezzi del carbonio già ai minimi, il voto mina ulteriormente la sicurezza degli investimenti nelle tecnologie a basse emissioni di carbonio”.
Beatrice Credi