Leggerezza e semplicità per XAM, l’auto con la carrozzeria in lino
Tutto nasce nel 2007, quando un gruppo di studenti del Politecnico di Torino, a dire il vero pochi all’epoca, si mette a lavorare a IDRA, un veicolo alimentato a idrogeno, con il quale partecipare alla Shell Eco Marathon, una competizione che prevede il coinvolgimento di team studenteschi di tutta Europa.
Grandi riconoscimenti; l’entusiasmo cresce e la voglia di andare avanti anche. “XAM, Extreme Automotive Mobility, nasce in continuità con il lavoro svolto per la progettazione del prototipo IDRA”, spiega Andrea Airale, uno dei 25 studenti del team H2PolitO che ha avuto l’opportunità di seguire le due progettazioni. “Nel settembre del 2010 abbiamo accettato la sfida di partecipare ad una nuova edizione della Shell Eco Marathon, dedicata alla mobilità urbana, e di pensare a un nuovo stile di city vehicle, innovativo e ecosostenibile”.
Ripensare una macchina, in tutte le sue “espressioni”, dal consumo, ai materiali, fino quasi a volerle dare voce per comunicare. “In XAM abbiamo applicato contenuti fortemente innovativi – continua Andrea – per ottenere bassi consumi, garantiti dall’alimentazione ibrida a benzina commutabile ad etanolo, e per progettare una nuova carrozzeria naturale, realizzata in fibra di lino. Terza importante caratteristica è l’interfaccia uomo-macchina touch screen, che grazie alla tecnologia E-Call permette di ricevere immediata assistenza in caso di collisione in una qualsiasi località dell’Unione Europea”.
Semplice e leggera, la XAM pesa circa 190 chilogrammi, è lunga 2,8 metri e alta quasi 1,3; ha una potenza di 2 kilowatt per un voltaggio di 48 volt, e soprattutto consuma poco: 100 chilometri con un litro, per una velocità media, calcolata su circuito urbano, di 30 Km/h.
Pensato per due persone, con interno confortevole e ergonomico, il veicolo si è aggiudicato il prestigioso Design Award della Shell Eco Marathon.
Costo del prototipo? Il progetto ha previsto un investimento di 500 mila euro, il 60% dei quali provenienti dagli sponsor, che gli stessi studenti del team hanno provveduto a cercare.
“Questo risultato è importate a livello di innovazione e progresso - prosegue Andrea, 26enne e prossimo alla laurea – ma soprattutto a livello formativo. Grazie a questi progetti, alle sperimentazioni, gli studenti hanno la possibilità di andare oltre la teoria e fare esperienza pratica. Studiare i contenuti, ma con lo stimolo di doverli poi applicare per costruire un’automobile vera. È l’entusiasmo la prima vera motivazione dei lavori di un team”.
E se domandiamo una previsione per il futuro della ricerca all’interno dell’università: “Io vedo una grande crescita rispetto agli scorsi anni. Il Politecnico di Torino appoggia i team e la ricerca, riconosce crediti formativi agli studenti che ci lavorano, ma soprattutto offre una grande esperienza, davvero impagabile”. Ai ragazzi che partecipano a questi progetti vengono riconosciuti, nel momento in cui entrano in azienda, da 3 a 5 anni di anzianità (anche a livello retributivo), pur essendo al primo lavoro.
La consapevolezza della crescita professionale e del valore dell’esperienza pratica si sta diffondendo, forse, anche in Italia. Insieme alla volontà di investire sui giovani e sulla formazione. Intanto 25 studenti del Politecnico hanno lavorato giorno e notte, si sono appassionati e hanno realizzato una gran bella macchina, semplice, leggera e incredibilmente ecosostenibile.
Alfonsa Sabatino