Argentina. La forza eolica travolgente della Patagonia
Proseguendo il mio giro del mondo senza aerei ho raggiunto recentemente l’Argentina. Con il mezzo più “sostenibile” che esista qui (è relativo), il pullman, ho viaggiato per la immensa e remota regione patagonica rimanendo travolto dalla sua straordinaria forza eolica. I mezzi hanno difficoltà a circolare su lunghe e strette statali nel mezzo della steppa, con continue impressionati raffiche di vento che destabilizzano anche i camion. La costanza e potenza di questa risorsa rinnovabile ha concentrato l’attenzione di investitori locali e stranieri per realizzare enormi parchi eolici. La Patagonia è una meravigliosa regione che gode di panorami favolosi nell’area andina, ma tra una meta e l’altra della costa vi sono centinaia di chilometri con il nulla. Distese di prati secchi e nient’altro, i lunghi viaggi sono di una noia mortale.
Il governo argentino ha deciso di sfruttare questa area per sviluppare progetti eolici a lungo termine. Quest’anno è stato terminato l’ampliamento del parco di Rawson che ha raggiunto una potenza di 80 MW . Con un investimento di 174 milioni di dollari, in cinque mesi di lavoro a piena potenza ha portato al sistema energetico nazionale 100.000 megawattora creando un risparmio da importazione di combustibili di 25 milioni di dollari e una riduzione di 48.000 tonnellate di emissioni di diossido di carbonio nell’atmosfera. A dieci chilometri di Madryn stanno iniziando i lavori per un nuovo progetto di dimensioni quasi tre volte maggiore con una potenza di 220 MW composto da 119 generatori, che diventerà uno dei più vasti del Sud America.
Il clima del centro nord argentino gode di lunghe giornate solari e rare giornate di pioggia, non a caso producono dell’ottimo vino soprattutto nei dintorni della città di Mendoza. A poche centinaia di chilometri a nord, nei pressi di San Juan, è stato installato il primo parco fotovoltaico nazionale, denominato Canada Honda, con una potenza di 5 MW dall’aprile scorso, ma che dovrebbe raggiungere i 20 MW nel 2013 convertendosi nel parco solare più grande dell’America Latina. Ma confronto ai loro vicini cileni, gli argentini possono e devono fare molto di più per sfruttare questa immensa risorsa. La diffusione delle energie rinnovabili ha avuto un accelerazione nel paese negli ultimi tre anni, grazie agli incentivi statali denominati GENREN. Nel Luglio del 2010 sono stati realizzati 32 progetti suddivisi tra 12 compagnie per un totale di 895 MW, di cui 750 di energia eolica. Ma i finanziamenti per le energie rinnovabili hanno incontrato difficoltà derivanti ancora dalla crisi economica del 2001. Ad oggi l’Argentina si trova infatti in una nuova e difficile situazione economica e il governo non è ancora del tutto convinto di prorogare gli incentivi statali. Una titubanza (nota a noi Italiani) che ha un inevitabile e drastico effetto sugli investitori.
D’altro canto il paese deve risolvere differenti problemi ambientali tra cui i principali legati alla sfrenata deforestazione e alla gestione dei rifiuti. Nel 1914 sono stati registrati 105 milioni di ettari di foresta argentina mentre oggi si è scesi ad una stima tra i 30 e i 45 milioni. La principale causa, pare sia la stessa che sta distruggendo una buona parte dell’Amazzonia ovvero la sfrenata coltivazione di soia per sfamare immensi allevamenti intensivi. Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, invece Buenos Aires è stata invasa dalla propria pattumiera per una settimana, per via di uno sciopero dovuto alle tensioni tra il governo e il sindacato delle compagnie che si incaricano della raccolta rifiuti. Pare sia necessario aumentare la capacità delle aree di raccolta perché le 6.000 tonnellate quotidiane di rifiuti prodotti nella capitale hanno raggiunto il massimo della copertura. Inoltre la maggior parte dei cittadini non pratica la raccolta differenziata, limitandosi a scaricare la spazzatura per strada lasciando il compito ai cartoneros. Un fenomeno che si è sviluppato in seguito alla crisi economica, che ha lasciato troppe persone senza lavoro e in condizioni di estrema povertà. I cartoneros, come i catadores brasiliani, si occupano di rovistare tra i rifiuti alla ricerca di materiale da riciclare che consegneranno, ricevendo una modesta ricompensa, a cooperative specializzate.
Nonostante sia un paese sviluppato, l’Argentina dà l’impressione di essere nel caos, per via delle complessità economiche, politiche e sociali. Una situazione che non aiuta a garantire alla sostenibilità ambientale l’attenzione che meriterebbe. Il governo difficilmente sosterrà a lungo i progetti delle energie rinnovabili, nonostante l’indipendenza energetica possa essere decisiva per l’economia del paese.
Carlo Taglia
Le riflessioni di viaggio complete di Carlo Taglia, documentate da foto e video, sono disponibili sul blog: http://karl-girovagando.blogspot.com/