Andrea Satta (Têtes de Bois): quando la musica incontra i pedali
La bicicletta e la musica sono due passioni che lo accompagnano da sempre. Come si legge nella sua biografia “sin da piccolo appassionato di musica, Andrea viene selezionato per partecipare allo Zecchino d’Oro, ma la sobrietà familiare fa naufragare il progetto. Ripiega dunque sulla passione per il ciclismo, ascoltando il Giro d’Italia alla radio e riproponendo la corsa in casa con dei pezzettini di carta – personalizzati con i colori delle squadre – che sposta soffiandoci sopra”.
Lui è Andrea Satta, voce del gruppo gruppo musicale Têtes de Bois. È anche l’ideatore del Palco a pedali, eco-spettacolo sulla bicicletta alimentato a pedali. 128 spettatori volontari, che con le loro biciclette agganciate a uno speciale cavalletto collegato a una dinamo, pedalano per tutta la durata dello spettacolo. In questo modo i ciclisti-spettatori producono l’energia elettrica per illuminare il palco e far suonare i Têtes de Bois.
D) Ultimamente ci sono stati altri esperimenti simili al vostro Palco a Pedali. Non siete “gelosi” dell’invenzione?
R) Siamo molto contenti. Quando qualcuno inventa una cosa che ha un forte potere di suggestione e un valore simbolico come il Palco a Pedali, sono del parere che non bisogna essere custodi gelosi della propria creatività o invenzione. Più artisti lo fanno e meglio è. È un valore che va condiviso. Se i Têtes de Bois hanno inventato il Palco a Pedali, e se qualcuno lo ha già riprodotto o se altri lo rifaranno, a noi sembra una cosa bellissima. Il nostro esperimento in ogni caso rimane il primo e il più grande. 128 persone in bicicletta producono energia per uno spettacolo per mille spettatori. È un grosso spettacolo che si può fare con la propria bicicletta portata da casa e fissata su un cavalletto. E’ una cosa popolare: vai in una piazza e quella piazza funziona a pedali. Ma al di là del fatto che siamo stati coloro che hanno inventato questo avvenimento, penso e vorrei che tutti gli artisti volenterosi di migliorare questo progetto lo facessero in totale libertà. È un’idea che porta con sé un grande messaggio ambientale. Più condivisa è, meglio è…
D) Oggi la bici vive un vero e proprio boom. La vostra sensibilità verso le due ruote l’avete manifestata in tempi non sospetti con Goodbike…
R) Siamo stati molto felici di aver fatto un disco tutto dedicato alla bici. E’ stato molto amato e apprezzato. Al Premio Tenco si posizionò al secondo posto. La bicicletta è semplice, alleggerisce il pensiero e fa veicolare i messaggi. Goodbike è un viaggio sui tempi della bici che sono unici: la velocità nuova che ti fa respirare lo spazio che hai intorno, sensazione che in macchina non puoi vivere perché vai troppo veloce e che a piedi non puoi sentire perché vai troppo piano. La bici ha descritto cento anni di storia e non solo. Attraverso il cinema, la pittura e la canzone. Attraverso i ricordi e la vita di tutti. Prima e anche adesso. Fino a pochissimi anni fa la bicicletta era relegata ad articolo regalo per i bambini o cimelio d’altri tempi, era diffusa in poche regioni d’Italia oppure era vista in una dimensione solamente sportiva e competitiva. Fortunatamente oggi la bicicletta vive una nuova stagione di successo. Al punto che è diventata quasi fin troppo di moda tanto che la pubblicità ha iniziato ad utilizzare la due ruote anche per reclamizzare prodotti molto diversi (come ad esempio i servizi bancari).
D) Sabato 5 ottobre portate il vostro spettacolo alla Maker Faire Rome. Come si colloca il Palco a Pedali all’interno della “fiera degli artigiani del XXI secolo”?
R) Il Maker Faire di Roma si propone come festival dell’innovazione. È un avvenimento che vuole premiare la creatività e l’innovazione anche quando l’innovazione, come nel nostro caso, ha una componente di riuso e riutilizzo. Il Palco a Pedali da certi punti di vista è novità. Ma non lo è assolutamente per altri versi: è un po’ come la bicicletta del nonno che tornando dall’orto accendeva la sua dinamo pedalando. Partendo da questo pensiero ci siamo chiesti: quante lampadine posso accendere? E se riuscissimo a produrre un po’ di Watt potremmo utilizzare l’energia per suonare? Abbiamo studiato e abbiamo verificato che si poteva fare. La creatività, quindi, non nasce da una “rivelazione divina” bensì da una esperienza precedente di qualcun’altro che creativamente può essere rielaborata e poi trasformata in una cosa nuova. Il Maker Faire Rome premia il concetto della trasformazione e del riuso degli oggetti. Quindi il nostro progetto in questa cornice è perfetto.
D) Questa tua sensibilità verso la bici come la traduci nella vita quotidiana?
R) Uso la bici il più possibile e cerco di parlare di questo argomento in ogni occasione. Oltre a fare il musicista e il cantante dei Têtes de Bois sono un pediatra che lavora e combatte regolarmente contro il grande nemico dell’infanzia moderna: la sedentarietà e l’obesità nei bambini. Per cui vedo nella bicicletta un mezzo da prendere come risposta a queste due questioni sotto forma di gioco e non solo di competizione.
Giuseppe Iasparra