Agroalimentare europeo più sicuro, ma sui semi è scontro aperto
“L’Europa gode dei livelli di sicurezza alimentare più elevati a livello mondiale. Il recente scandalo legato alla carne di cavallo ha dimostrato tuttavia che esistono ancora margini di miglioramento”. Tonio Borg, Commissario per la Salute e i Consumatori, ha così giustificato la proposta di una serie di provvedimenti per rafforzare l’applicazione delle norme in tema di salute e sicurezza lungo tutta la catena agroalimentare. Il pacchetto che si prevede entrerà in vigore nel 2016 ma che ha già scatenato qualche polemica, disegna un approccio alla tutela della salute più moderno e semplice oltre che strumenti di controllo più efficaci per garantire l’effettiva applicazione delle norme. Tenendo, poi, in considerazione il mondo delle PMI e delle microimprese, per incentivare gli investimenti in questo campo, da un lato, l’Esecutivo di Bruxelles ha pensato ad una riduzione degli oneri amministrativi per gli operatori. Dall’altro, ha introdotto una semplificazione della regolamentazione vigente a cui sono soggetti agricoltori, allevatori e operatori del settore alimentare. Non si deve, infatti, dimenticare che, con oltre 48 milioni di lavoratori e un valore di circa 750 miliardi di euro all’anno, questo settore rappresenta il secondo dell’economia dell’Unione Europea in ordine di grandezza.
I principali elementi della proposta riguardano, in prima battuta, la necessità di mettere in campo un sistema di controllo più efficace. La Commissione ha riconosciuto l’esigenza di rafforzare gli strumenti a disposizione delle autorità competenti degli Stati membri per verificare sul campo il rispetto della normativa. Il vigente sistema di tasse destinate a finanziare l’attuazione effettiva di questi controlli verrà esteso ad altri settori che attualmente non ne sono soggetti. Al fine di proteggere la loro concorrenzialità, le microimprese saranno poi esonerate dall’obbligo di pagare queste tasse, ma non da quello riguardante i controlli. Agli Stati membri verrà anche richiesto di integrare pienamente i controlli antifrode nei rispettivi piani nazionali di sorveglianza, nonché di garantire che le sanzioni pecuniarie imposte nei casi di frode si prefiggano veramente finalità dissuasive.
Il pacchetto normativo introdurrà, inoltre, un unico testo legislativo per la disciplina della salute degli animali. Che prevede un sistema comune più efficace di controllo delle malattie. Associato ad un miglioramento delle norme in tema di identificazione e registrazione degli animali, tutti coloro che lavorano per proteggere la catena agroalimentare, tra cui agricoltori e veterinari, potranno reagire rapidamente per limitare la diffusione delle malattie, minimizzando in questo modo le ripercussioni sul bestiame e sui consumatori. Si prevede, inoltre, una classificazione e una graduatoria di priorità per le malattie che richiedono un intervento a livello di UE, auspicando una flessibilità tale da garantire una risposta efficace da parte di tutta l’Unione indipendentemente dai tipi e dalle dimensioni delle diverse strutture e dalle circostanze locali. Per far fronte a rischi nuovi e sconosciuti e per adeguarsi rapidamente ai nuovi progressi scientifici ed alle norme internazionali.
La nuova normativa racchiude anche il potenziamento della disciplina vigente in tema di salute delle piante minacciate sempre più da parassiti e malattie. La presenza di nuove specie nocive è aumentata in seguito alla globalizzazione del commercio ed al cambiamento climatico. Ne deriva l’obbligo di una maggiore attenzione ai flussi commerciali e un miglioramento della tracciabilità del materiale vegetale nel mercato interno. La normativa introduce inoltre meccanismi più efficaci di sorveglianza e di eradicazione precoce dei focolai di nuove specie di parassiti e prevede una compensazione economica per i coltivatori danneggiati.
La proposta arriva poi a trattare il tema del materiale riproduttivo vegetale, sementi comprese. Il 60% del valore delle esportazioni di quest’ultime a livello mondiale proviene dall’UE. La Commissione ha optato, in questo settore, per regole più semplici e flessibili per la commercializzazione delle sementi e di altro materiale riproduttivo vegetale, con l’obiettivo di garantire la produttività, l’adattabilità e la biodiversità della produzione vegetale e forestale europea e di agevolarne gli scambi commerciali. Attraverso una scelta più ampia per gli utilizzatori, che comprenda nuove varietà migliorate e controllate, materiale non rientrante nella definizione delle varietà (materiale eterogeneo), varietà tradizionali e per mercati di nicchia, per le quali le microimprese non avranno l’obbligo di registrazione. Il tutto tenendo in considerazione le condizioni di produzione e le dimensioni delle strutture imprenditoriali coinvolte. Fanno eccezione i coltivatori non professionisti che potranno continuare ad acquistare qualsiasi materiale vegetale ed a vendere le loro sementi in piccole quantità, potendo scambiarle con altri privati senza essere soggetto all’applicazione delle norme.
“Un incredibile regalo fatto ai brevetti e ai titoli di proprietà dell’industria alimentare”, tuona il Coordinamento Europeo Via Campesina (ECVC). Il quale considera la proposta una violenta aggressione ai diritti di agricoltori e giardinieri visto il rafforzamento del controllo burocratico la cui unica conseguenza non può che essere la scomparsa della biodiversità. Una posizione davvero opposta e contraria alle ragioni invocate dalla Commissione Europea circa la volontà di riformare la legislazione esistente. “In questa proposta di legge, si dà ampio spazio alla commercializzazione senza restrizioni sulle piante brevettate. Queste ultime vanno ovviamente a spargersi su tutti i campi, senza alcuna distinzione. Il testo di legge è fatto in questo modo: il contadino, il cui campo è stato inquinato, dovrà pagare una multa all’industria, come se fosse stato lui a rubare i sementi, mentre è proprio quest’ultima che dovrebbe chiamarsi a carico della decontaminazione dei campi dei contadini, tanto più grave è che la maggior parte di queste piante brevettate sono degli OGM nascosti” – ha dichiarato Andrea Ferrante, membro del Comitato di Coordinazione dell’ECVC. Il Coordinamento sostiene poi il diritto degli agricoltori di scambiare i propri semi. Poiché questo rappresenta una prima tappa fondamentale della sovranità alimentare, ma anche la prima condizione dell’esistenza di agricoltori contadini e biologici. Questi scambi sono indispensabili alle selezioni che garantiscono la costante evoluzione della biodiversità. Ed è solo con queste selezioni che si permette l’adattamento locale delle piante all’estrema diversità dei territori e alla crescente variabilità dei climi, senza fare ricorso in modo esagerato a fertilizzanti e pesticidi chimici.
La strada per l’approvazione del Regolamento è ancora lunga, visto che nessun altra istituzione UE è stata ancora interpellata a riguardo, tuttavia, sembra che la proposta della Commissione abbia già scatenato non poche perplessità.
Beatrice Credi