Agricoltura familiare: alimento dell’umanità
Una settimana dopo il lancio ufficiale dell’Anno Internazionale dedicato alle aziende agricole a conduzione familiare, che le Nazioni Unite celebreranno nel 2014, l’Unione Europea dedica una conferenza a quelle che sono considerate una fonte preziosa di prodotti di qualità e di conservazione del patrimonio naturale ma che sempre più rischia di scomparire.
Nel mondo, oltre l’80% di tutte le aziende agricole è di questo tipo: l’elemento centrale è la famiglia, una dimensione sia economica sia sociale. 500 milioni di realtà fra loro estremamente variegate. Da chi produce solo per la propria sussistenza, a chi è pienamente orientato al mercato, mettendo in campo meccanismi intensivi basati su moderne tecnologie. Questo tipo di aziende, dunque, contribuiscono in modo significativo alla sicurezza alimentare sia attraverso l’autoconsumo, ma anche grazie alla produzione di tipo commerciale.
È necessario, quindi sfruttare questo incredibile potenziale trovando i modi migliori per rendere le aziende agricole a conduzione familiare dinamiche ed efficienti, non solo nella produzione, ma anche nella loro organizzazione. Solo in questo modo si potrà raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo del Millennio dedicato alla lotta contro la carestia in alcune aree del mondo.
Tuttavia, il contributo dell’agricoltura familiare per il benessere dell’umanità va ben oltre la sicurezza alimentare. Contribuisce all’uso sostenibile e alla gestione equa delle risorse naturali e della biodiversità. Fornisce, inoltre, beni e servizi (ecosistemici) pubblici che riguardano l’ambiente ed il paesaggio, garantendo lo sfruttamento di queste risorse a misura d’uomo, in maniera armoniosa e a basso impatto ambientale. Si tratta di un elemento essenziale del tessuto sociale che, nel corso della storia ha salvaguardato le ricche tradizioni, le identità locali ed il patrimonio culturale.
In un periodo di crisi economica, poi, questo modello ha una grande capacità di adattamento, resistenza e recupero della produzione perché è basato sui valori della solidarietà e sulla continuità a lungo termine. Indirettamente, quindi si può dire che l’agricoltura familiare svolga un ruolo di stabilità politica nella maggioranza dei Paesi di Asia, Africa ed America Latina.
Per quanto riguarda l’Europa, dove oltre il 77 % del territorio è classificato come rurale, ci sono 12 milioni di aziende agricole 172 milioni di ettari di terreni agricoli, 25 milioni di persone coinvolte. Sul Vecchio Continente c’è una grande varietà sia in termini di dimensioni sia nell’organizzazione di queste aziende agricole. Grandi e piccole, in montagna o su isole del Mediterraneo, addirittura fino al Circolo Polare Artico e nelle zone più difficili o meno accessibili. In Europa orientale, la fattoria di famiglia si sta lentamente riprendendo dopo anni di collettivizzazione forzata. Di qualunque forma sia non c’è comunque dubbio che l’agricoltura familiare rappresenti la pietra angolare dell’agricoltura europea. È l’archetipo dal quale tutti gli altri modelli si sono evoluti nel corso del tempo.
Una realtà vibrante che fa della sicurezza alimentare, della gestione sostenibile delle risorse naturali e dello sviluppo equilibrato dei territori tre obiettivi chiave in linea con la nuova Politica Agricola Comune appena approvata. Un braccio di ferro di cui abbiamo già ampiamente parlato, che nella sua ultima versione si propone di andare verso un’agricoltura più competitiva, tenendo conto della diversità in termini di dimensioni, produzione ed esigenze di gestione delle diverse realtà locali sparse su tutto il territorio UE.
Tale agricoltura deve quindi svolgere molteplici funzioni: rispondere alle preoccupazioni dei cittadini sul cibo (disponibilità, prezzo, varietà, qualità e sicurezza), salvaguardare l’ambiente e le comunità rurali e consentire un buon sostentamento agli agricoltori.
Per tutte queste ragioni, la nuova PAC garantisce, in primo luogo, un nuovo sistema di pagamenti diretti più mirati a favore dei lavoratori, dei settori e delle Regioni che hanno esigenze specifiche. È fortemente orientata verso l’agricoltura sostenibile - il 30% del budget è, infatti, legato alle azioni volte a preservare l’ambiente e la biodiversità – e prevede misure di sostegno ai giovani, un aspetto importante per affrontare la sfida del rinnovamento delle aziende familiari spesso tramandate da una generazione all’altra.
Il risultato dell’incontro di Bruxelles contribuirà alla Conferenza Regionale Europea della FAO che si terrà ad aprile 2014 a Bucarest.
Beatrice Cedi