A piedi per Milano, la città dell’Expo
Proseguono le “Divagazioni cantautoriali di mobilità elementare” di Orlando Manfredi, in arte Duemanosinistra, alla ricerca della densità di significato – umano e ambientale – delle città e dei luoghi che ci circondano, indagati rigorosamente a piedi, con zaino e chitarra. Non poteva mancare Milano, la capitale della moda.
“Il mio nome è Bond. James Bond”. L’unico posto in Italia dove una frase così la prendono bene si trova a Milano. E’ l’Admiral Hotel, sede del primo museo dedicato al popolare agente segreto con licenza di uccidere. Negli anni in cui tutte le grandi strutture della zona Fiera chiudevano baracca e burattini per il decentramento della Fiera Campionaria, lo strano hotel di via Domodossola si reinventava all’insegna di un trasformismo alla 007, prendendo in parola il suggerimento di Bond secondo il quale “si vive solo due volte: una per te e una per i tuoi sogni”. Sogni che son strategie di sopravvivenza in tempi di Crisi.
Perfettamente calato nella parte, mi sento l’agente segreto che indaga a piedi la Milano in trasformazione, la Milano della mobilità (quella che vanta un efficiente servizio di bike sharing con più di 170 stazioni attive), quella dello sviluppo sostenibile (che ha visto nascere più di dieci anni fa, da un’azienda di agricoltura biodinamica, il Gruppo Lifegate, modello di impresa che oggi è un network di comunicazione people planet profit). La Milano smart e quella baùscia.
Per cominciare il passeggiatore sabaudo vive sottopelle lo “smarrimento urbanistico” di chi è abituato alla pianta romana perfetta, tutta ascisse e ordinate, tutta quadrettoni – a prova di scemo, insomma. Milano ricorda più una spirale concentrica.
La zona del vecchio polo fieristico è di nuovo al centro di enormi trasformazioni: c’è l’Expo, gente! Ciò che un tempo raccoglieva tutte le idee e le visioni della vecchia Europa sotto il nome di Esposizione Universale è ora un evento internazionale incentrato su un tema collettivo. Parole-chiave di ExpoMilano2015 saranno “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, con particolare riferimento a cibo e alimentazione, rimasti, a dire il vero, l’ultimo specchietto per le allodole in grado di suscitare ancora l’ammirazione del Mondo per l’Italia. Quel che è certo è che questa Expo2015 sarà una vetrina delle pratiche e delle tradizioni alimentari internazionali, delle colture e delle filiere produttive, così come dei progetti di cooperazione per garantire il diritto al cibo e alla salute.
I lavori previsti per accogliere il Sito Expo stanno impiantando una nuova città nella città. Non mancherà un Parco della Biodiversità, un grande giardino di circa 14.000 mq, collocato nell’area nord-orientale del Sito Espositivo, che fornirà un campione della varietà della vita in ambito floristico.
Tra Corso Sempione e i viali che circoscrivono la vecchia zona Fiera, cantieri a perdita d’occhio. Contro un’aria tagliente cammino sulle banchine provvisorie dei lavori di viale Duilio. L’area è stata ribattezzata CityLife, e si prepara ad essere la più grande zona pedonale di Milano, in parte sotterranea, in parte a cielo aperto. Oltre a questa, si snoda in superficie la nuova pista ciclabile che collega il monte Stella al centro della città. Il tutto a inquadrare 168.000 mq di Parco Pubblico CityLife (il terzo parco pubblico del centro di Milano dopo il Parco Sempione e i Giardini Pubblici), con 1.500 nuovi alberi selezionati per garantire continuità con le specie già presenti e biodiversità.
Arrivati a Piazzale Lotto, ci si sbilancia decisamente verso San Siro: il classico posto di cui senti sempre parlare per le zuffe calcistiche di Milan e Inter ma che poi non vedi mai. In fondo al piazzale ci si trova al Lido di Milano! Oltre l’ingresso monumentale austero in stile fascista, si apre un’area verde attrezzata al cui interno vi sono piscine, parchi avventura, e lidoteche, tutto a mappatura free wi-fi. Il Lido contiene la più grande giocoteca di Milano immersa nel verde. Dunque la Milano da bere si dimostra anche, a sorpresa, a misura di bambino.
A lato di via Caprilli si smatassa l’area di San Siro. Lungo il muro di cinta del complesso dell’Ippodromo una serie interminabile di murales accompagna i passi del visitatore. Vengono realizzati ogni anno in occasione della Notte Bianca di San Siro. Dal lato opposto, la pista ciclabile che arriva fino al Meazza e oltre. La bellissima struttura liberty dell’Ippodromo apre al cortile che come un forziere custodisce un piccolo percorso botanico, al cui interno spicca un cedro monumentale dell’Himalaya. Al centro del cortile si erge il Cavallo di Leonardo, maestosa scultura bronzea che si estende per 8 metri d’altezza.
Il progetto risale davvero a Leonardo Da Vinci, che intese realizzare la più grande statua equestre del mondo su commissione di Ludovico il Moro, senza riuscire a portarla a compimento. Più di quattro secoli dopo, nel 1977 Frederik Meijer, il proprietario di una catena di supermercati del Michigan, decise di finanziare l’opera (l’anima nobile del commercio?), a condizione che venisse fuso abbastanza bronzo per ricavare due statue equestri: una per Milano, un per se’! E infatti l’una è stata installata nel 1999 come pezzo forte della collezione privata dei Meijer Gardens. L’altra è arrivata in dono al più anonimo Ippodromo di Milano.
San Siro, appoggiata al verde dei viali residenziali, si rivela attraverso scorci prospettici mozzafiato, volumetrie create dai pieni e dai vuoti che incidono lo spazio. Potente anche la visione dello Stadio Meazza. Al suo interno c’è un Museo dello Stadio di San Siro. Pare che facciano anche fare il giro del campo ai visitatori. Ecco, ora vorrei essere con qualche amico con cui faccio lo stupido, faccio il tifoso anche se non lo sono, per fare il giro del campo insieme…
Così l’agente segreto con licenza di camminare ritorna sui suoi passi, a sera ormai fatta. Nella piazza Buonarroti, si staglia la statua di Giuseppe Verdi. Di fronte al monumento c’è la Casa di Riposo per Musicisti intitolata al maestro. Nel cortile del palazzo ottocentesco si trova anche la cripta in cui sono contenute le spoglie del compositore. Esco dalla cripta dopo una breve visita e girovago nella mia solita mise zaino e mini-chitarra. Passando davanti alla portineria del palazzo mi sento chiamare: “violinista! Violinista! Il concerto è al primo piano!”. “Non devo suonare e poi è una chitarra, non un violino”, rispondo. La signora Ludovica mi fa pensare a una frau Blucher in salsa meneghina. Risoluta, sintetica e senza fronzoli: “Vuole anche lei entrare nella casa di riposo?”, insinua. “Le sembra che io abbia l’età per entrare in una casa di riposo?”. “Mai dire mai”. “Ma cos’è una citazione? Anche lei è impallinata con 007?”. “Prego?”. “Niente, come non detto”.“E comunque la Casa da qualche anno è aperta anche ai giovani musicisti, lo sa?”. “Buono a sapersi”, concludo.“Bene, la saluto. Ha omaggiato il maestro?”.“Sì, ho omaggiato il maestro”.
Orlando Manfredi
Playlist:
Luciano Bianciardi, La vita agra, 1962, Rizzoli
Luca Solina, Milano, 2013, Ideario Edizioni
Enzo Jannacci, Ci vuole orecchio, 1980, Ricordi
Roberto Vecchioni, Luci a San Siro,1971
Virginiana Miller, Malvivente, videoclip di Simone Manetti, 2003
Afterhours, I milanesi ammazzano il sabato, 2008, Universal