2025 Blackout. Una storia possibile
Per la rubrica “Racconti d’Ambiente” publichiamo oggi un estratto di “2025 Blackout. Una storia possibile” di Renato Riva (Edizioni della sera, pp. 284 , € 12.00).
«Noi in Corsica abbiamo deciso di non costruire centrali nucleari, già molti anni fa. La Francia è il paese al mondo con più centrali nucleari, da sempre. Negli anni ottanta ne volevano costruire una appena fuori Bastia. Ma noi l’avevamo impedito, i nostri padri l’avevano impedito. Poi, quando l’Italia ha avviato il suo grande piano nucleare nel Dieci, la Francia è tornata alla carica perché aveva bisogno di installare un reattore di nuova generazione e lo voleva fare qui da noi. Lo volevano sbattere in faccia agli italiani che avevano scelto la tecnologia americana per la Sardegna».
«Ti seguo. Vivevo ancora a Milano allora, ero al mio primo anno di Università, quando partì il piano italiano. Ricordo le proteste… Non sapevo però di questo risvolto qui da voi.
«Beh noi ci siamo opposti. Civilmente, ma ci siamo opposti».
«Ma in Italia non se ne è parlato, allora».
«Forse perché faceva più audience parlare delle banlieu parigine piuttosto che di queste scelte un po’ controcorrente, no?».
«Mai sentito niente» dice Chiara che ascolta attenta.
«Comunque: l’assemblea regionale allora deliberò un piano energetico per renderci autonomi».
«Dalla Francia?».
«Da chiunque. Noi qui abbiamo l’acqua delle montagne, il vento, le maree e il sole. Allora producevamo solo il quindici percento del nostro fabbisogno con queste energie pulite. Oggi siamo al settanta e più percento. Riusciamo ad essere indipendenti. Non sempre. Ma quasi sempre».
«Ah, addirittura indipendenti!» fa Marco ammirato
«Sì! Ma, ahimè, quando non lo siamo» continua Max «abbiamo bisogno dell‘energia dalla Francia, che ci arriva con i cavi sottomarini attraverso l’Elba».
«Passa per l’Italia, quindi».
«Sì, per l’Italia!» Max si gusta a fondo un bel sorso di vino chiudendo gli occhi, e continua : «Bene, ce la fanno strapagare, e a volte non ce la danno nemmeno. Ci ricattano. Perché, ancora, vogliono che cambiamo idea e che ci costruiamo la centrale nucleare in casa».
«Davvero?»
«Sì! Ma noi non molliamo».
«Interessante!» dice Chiara con ironia «Interessantissimo! Un braccio di ferro».
«È uno scontro culturale» aggiunge Philippe.
«Ma anche economico, credo» dice Marco convinto.
«Certo, anche economico» concede Max.
«Noi ci crediamo.» continua «La gente ci crede. Ci hanno fatto dei corsi su come gestire la produzione di idrogeno a livello comunale … ci siamo acculturati».
«Di idrogeno?» dice Marco con forza «Idrogeno dici?».
«Sì, idrogeno. Noi ne produciamo tanto, tantissimo. Qui a Capo Corso con i generatori eolici produciamo molta energia che viene trasformata in idrogeno. Abbiamo generatori sulla cima della montagna sopra di noi, li avete visti no?».
«Sì, belli ma… ».
«No, non sono belli».
«Li ho contati e, visti così, sono bestie da un megawatt l’uno… faranno venti megawatt di potenza più o meno».
«Giusto. Poi abbiamo i generatori marini. Sono stati inventati in Italia lo sai? Sviluppati a Pisa ma poi costruiti in America. Brevetto americano. Quelli producono molto, non li vedi ma sono potenti. Stanno dietro l’isola, su fondali di circa dieci metri. Quando c’è il mare grosso è bellissimo vedere il pannello dei megawatt alla mairie che indica la potenza che emettono. E poi ci sono i pannelli solari».
«Eh, questo mi interessa. Che tecnologia avete adottato?».
«Tutta roba nanotec. Fogli morbidi neri e anche quelli trasparenti per i vetri delle case. Risultato? Abbiamo ricoperto tutto il possibile, senza però rovinare l’estetica delle nostre belle case e dei nostri villaggi».
«Sì, infatti non si vede granché. Complimenti. Quindi avete tappezzato tutto il tappezzabile …».
«Sì, mi pare di sì. Questo è quello che si dice».
«E producete idrogeno …».
«Certo. Vedi quel tipo che balla … come un orso?».
«Quale? Quello rosso di capelli?».
«Sì, Lui! Lui, Victor, è il responsabile delle stazioni che producono l’idrogeno del Capo Corso. Era emigrato in Francia, c’è rimasto per molti anni, ma quando si è sviluppato il programma energetico qui in Corsica è tornato subito. Tutti tornano, c’è lavoro e di buon livello».
«Beh, visto come balla, ne ha di energia».
«Lui ti può dire come si pensa di arrivare al cento percento di indipendenza energetica».
«Sarà» fa Chiara ridendo «ma non adesso, mi sembra alticcio…».
«Incredibile» dice Marco «non sapevo che la Corsica fosse così avanzata. Mai sentito parlare di questo. La Francia è considerata un paese non avanzato sulle tecnologie pulite, perché ha questo enorme parco di centrali nucleari che non riesce a smaltire».
«E all’estero» dice Max con un velo di tristezza «la Francia non parla mai della Corsica, che è la sorella povera delle altre regioni».
«In America quando si parla di Europa si dice Germania, Danimarca, Olanda. Paesi di vento, non di sole».
(…)
«Vi manca il solare a basso costo» dice Marco con aria insinuante
«Ci manca il basso costo, solare o no, ci mancano i soldi …».
«Quelli mancano ovunque, Max. Ma voi avete già fatto qualcosa di grande qui».
«È vero. C’è gente che ha dato l’anima per questo. L’Università di Corte per esempio. Hanno svolto per anni un’opera di acculturamento della popolazione per spiegare cos’è la produzione piatta, democratica di energia, la microproduzione e tutti i concetti base per capirci qualcosa».
«E la gente come ha reagito?».
«La gente non è stupida. Capisce eccome, anche perché sono temi che toccano il portafoglio. Inizialmente s’è fatto fatica, ma una volta partiti non è stato difficile convincere anche gli anziani e i meno preparati a seguire programmi dove le cose venivano spiegate come si deve. Poi, per chi voleva approfondire, e per noi giovani che la televisione non la guardiamo mai, c’è di tutto in rete. Quindi non ti sorprendere se qui trovi un certo livello di conoscenza».
Renato Riva*
* Renato Riva, Inzago 1955, e’ ingegnere elettronico, top manager europeo presso una nota societa’ americana del settore dell’information technology. Specialista di vendite e organizzazione commerciale è autore di Organizzare, Innovare, Vendere (Etas Rizzoli, 2008). Appassionato alpinista e sciaplinista ha scritto L’orco di Rhemes (Le Chateau, 2009). E’ membro accademico del GISM, Gruppo Italiano Scrittori di Montagna. Ha creato, insieme a esperti di energia e docenti universitari, il Forum Solare Italiano.