Tutelare la biodiversità. L’appello del WWF per difendere le Alpi
Le Alpi sono la catena montuosa più popolata (le abitano 14 milioni di persone) e più sfruttata al mondo: 1.200 chilometri da Nizza a Vienna in una corona di cime e vallate, per 191.000 chilometri quadrati attraverso otto Paesi, di cui 75.000 di foreste (il 39%) e 45.000 di aree agricole (un altro 23%). Le specie animali sono 30.000, quelle vegetali 13.000. L’Italia è l’unico stato europeo che copre tutto l’arco della catena montuosa e, nel biennio 2013-2014, avrà la presidenza della Convenzione delle Alpi, il trattato internazionale che dal 1991 unisce tutti i Paesi alpini con lo scopo di salvaguardare l’ecosistema e promuovere lo sviluppo sostenibile. Una tappa a cui l’Italia si avvia con un buon risultato a suo favore: “Con l’approvazione del protocollo sui trasporti proprio pochi giorni fa, che consentirà il blocco dei progetti autostradali transalpini, l’Italia è finalmente uscita dal ruolo di cenerentola e si avvia al meglio a gestire i due anni di presidenza”, spiega il presidente di WWF Italia Stefano Leoni.
E proprio per accendere i riflettori sulle montagne più importanti d’Europa, l’associazione dedica loro, quest’anno, i due giorni di Biodiversamente, il Festival dell’Ecoscienza- organizzato in collaborazione con l’Associazione Nazionale Musei Scientifici (ANMS) – che il 27-28 ottobre aprirà gratuitamente più di cento musei scientifici, science center, orti botanici, acquari, parchi naturali e Oasi WWF, con iniziative speciali, laboratori, visite guidate in tutta Italia, da Trento a Napoli, da Genova a Roma, per spiegare al grande pubblico il valore della biodiversità e della ricerca scientifica che la tutela. “In fondo i musei scientifici sono nati proprio per documentare la biodiversità, anche se nel 1800 non si usava ancora questo termine”, riflette Giacomo Giacobini, presidente di ANMS.
Nel festival è inserito anche il concorso Narratori delle Alpi, realizzato in collaborazione con LaStampa.it: tutti sono invitati a “raccontare la propria esperienza di queste straordinarie montagne, dei loro sentieri e della loro natura, inviando racconti, foto e video originali sul sito www.wwf.it/alpi fino al 19 novembre. In palio, ci sono fine settimana nelle fattorie del panda e località alpine. E in concomitanza con il festival, WWF lancerà anche il bando per una borsa di studio dedicata ai progetti di ricerca sulla biodiversità alpina. Al bando possono partecipare candidati con titolo di dottore in ricerca in ambito biologico-ambientale che non abbiano compiuto il 36esimo anno di età. Le domande dovranno essere fatte pervenire entro il 10 novembre. “A pochi giorni dalla chiusura del meeting della Convenzione sulla Diversità Biologica, in India, che ancora una volta ha evidenziato come il capitale naturale non sia tenuto in sufficiente considerazione dai governi del mondo – sottolinea il direttore scientifico italiano Gianfranco Bologna – il WWF ribadisce l’importanza di conoscere e tutelare la natura, evidenziandone il valore, anche economico, e i benefici che garantisce al pianeta e alla vita stessa dell’uomo. Il Festival dell’Ecoscienza è un modo nuovo per spiegarlo al grande pubblico, attraverso i tesori conservati nei musei scientifici, le grandi scoperte dei ricercatori italiani in tutto il mondo e l’esplorazione di quel grande laboratorio a cielo aperto che la natura stessa ci offre”.
Alle Alpi WWF ha dedicato quest’anno anche la settima edizione dei Panda d’Oro, che premiano le buone pratiche di enti pubblici e soggetti privati in tema di tutela della biodiversità. Il riconoscimento, consegnato ieri mattina a Torino, è andato alla Fondazione Cariplo, che dal 2007 al 2011 ha finanziato con risorse proprie 184 progetti per oltre 23 milioni di euro, di cui molti nelle aree alpine in Piemonte e Lombardia, e a due esperienze di turismo sostenibile. La prima riguarda il progetto per la mobilità dolce dell’associazione Le Perle delle Alpi, 27 località turistiche che cooperano su tutto l’arco alpino in 6 paesi diversi (Italia, Francia, Austria, Germania, Svizzera e Slovenia): chi lascia l’auto a casa o non la usa per almeno quattro giorni durante la vacanza, consegnando le chiavi in hotel o all’ufficio turistico, usufruisce di una serie di vantaggi. Sette giorni da orso è invece un programma, avviato nel 2010 dal tour operator Living Dolomiti, per promuovere una maggiore conoscenza di questa specie, “simbolo di una costante e intelligente politica di conservazione e attrattore di un turismo responsabile e sostenibile”. Dimostrazione di come, per usare le parole di Bologna, le Alpi siano “un luogo prezioso dove uomo e natura possono convivere e interagire, e su cui vale la pena investire per proteggere l’inestimabile patrimonio naturale, culturale ed economico che rappresentano”.
Veronica Ulivieri