Materiali “slow” e a impatto nullo: ecco la bioedilizia 2.0
Bioedilizia 2.0. Se da anni si parla del costruire sostenibile, la novità del 2012 è un cambio di approccio: sono sempre di più infatti le aziende che dalla natura non prendono solo le materie prime (rinnovabili), ma anche le tecniche, con processi produttivi sempre più a impatto ridotto, e i tempi, con ritmi di produzione più lenti e più vicini ai cicli naturali, rispetto a quelli industriali classici. Basta fare due passi nei padiglioni di MADE Expo, la fiera dell’edilizia milanese che si chiude domani, per farsene un’idea.
Negli stand si scoprono prodotti semplici e innovativi al tempo stesso, privi di sostanze chimiche dannose, e facili da smaltire, alla fine del loro ciclo di vita. Prendiamo per esempio i blocchi Editerra, nati dalla creatività di Edilana, azienda sarda ideatrice di pannelli di lana di pecora per l’isolamento termo-acustico. “Si tratta di una fibra molto leggera realizzata con un processo a freddo, unendo alla terra cruda paglia, lana e piante della famiglia della malva. Miele, nocciolino d’olivo e olio di mare fanno stare insieme tutto e aiutano l’asciugatura. Editerra è pensato per una casa passiva, perché ne rallenta i processi di riscaldamento in estate e raffreddamento in inverno”, racconta Daniela Ducato, fondatrice dell’azienda, premiata già nove volte per la sostenibilità dei prodotti. La stagionatura viene fatta al sole, e dura alcuni mesi. “Il punto di partenza sono stati i vecchi mattoni di terra e paglia, a cui abbiamo unito processi innovativi studiati con i giovani ricercatori che collaborano con noi”. Un prodotto che non crea problemi in fase di smaltimento: “Basta interrarlo”, restituendo così le materie all’ecosistema.
Sono nati da una concezione slow dell’edilizia anche i Biomattoni, i tavolati e i pannelli in canapa e calce dell’azienda comasca Equilibrium. Con un processo abbastanza semplice, unendo la pianta essiccata – prodotta a Carmagnola, in provincia di Torino, da Assocanapa – alla calce naturale, si ottengono prodotti dalle molte qualità: “Sono ottimi isolanti, ed hanno la capacità di assorbire l’umidità e di sanificare l’aria degli ambienti interni sterilizzando il vapore attraverso la calce, che è un disinfettante naturale”, racconta il consulente tecnico Egidio Malighetti. “Bisogna solo avere pazienza e tenere conto dei tempi di essicazione della calce”, aggiunge il responsabile della produzione Luca Fratus. La fase di smaltimento è a impatto zero: “Il Biomattone è biodegradabile e totalmente riciclabile: basta frantumarlo e reimpastarlo con acqua e calce”. Nello spazio Green Home Design, l’architetto Aldo Cibic ne dà un’interpretazione di utilizzo magistrale, con il progetto “Coltivare una casa“, in scala 1-1.
Dalla paglia alla canapa, dal sughero al legno: Adp è un’impresa toscana che distribuisce pavimenti e rivestimenti da parete con la corteccia di querce da sughero certificate FSC: “Oltre ad essere ecologici, i pannelli in sughero permettono di non usare colle e altre sostanze chimiche per il fissaggio, perché aderiscono facilmente al pavimento”, spiega l’azienda. Anche qui, come per la canapa, un unico rimpianto: dove è finita la produzione italiana? Il 70% della materia prima mondiale (anche per i tappi) ormai arriva dal Portogallo, leader indiscusso che ha saputo mantenere in vita la filiera. Almeno sul legno ci difendiamo ancora. La trevigiana Itlas produce da diversi anni un parquet a chilometro zero con legni provenienti dal bosco del Cansiglio, certificato PEFC e FSC. “I pavimenti – spiega l’azienda – sono prodotti senza utilizzare solventi, e sono trattati con cere, oli naturali e vernici all’acqua, mentre l’emissione di formaldeide si attiene ai rigorosi standard giapponesi”. Inoltre, “tutta l’energia necessaria per la produzione viene dai pannelli fotovoltaici installati sul tetto dello stabilimento, che hanno permesso di ridurre del 45% le emissioni di Co2; mentre la segatura vergine viene utilizzata per alimentare la caldaia per l’essiccazione”.
Sono solo alcune delle suggestioni che si possono raccogliere in questa caleidoscopica rassegna dei materiali per l’edilizia che è MADE 2012. Chi volesse rendersi pienamente conto dell’evoluzione della ricerca in questo settore può fermarsi a contemplare la library di Material Connexion, una sorprendente banca dati dei materiali innovativi e sostenibili (oggi la più completa al mondo), nata a New York nel 1997 e presente, dal 2002, anche a Milano. Tra le chicche della Material Box – campionario venduto in promozione in fiera e ai nuovi abbonati online – un derivato della carta riciclata che, pressato e lavorato, diventa una superficie rigida ed estremamente resistente per arredi di interior design completamente biodegradabili.
Veronica Ulivieri