Un RestrucTour molto istruttivo
Giunta alla XXII edizione Restructura, la storica fiera dell’edilizia al Lingotto di Torino, ha deciso di avvicinarsi alla crescente sensibilità ambientale del pubblico e dei professionisti concentrandosi quest’anno sul tema “L’ambiente naturale dell’edilizia“. Scelta che ha decisamente pagato gli sforzi organizzativi. La manifestazione ha infatti chiuso domenica con 490 espositori da 14 regioni italiane e 28.000 visitatori - un +15% (per altro in tempi di crisi), miglior risultato di sempre. Segno che la green economy ”tira” anche nel campo dell’edilizia.
Interessante e lodevole novità di quest’anno i RestrucTour, guidati da GAT, l’Associazione Giovani Architetti di Torino, che hanno registrato il tutto esaurito in tutte e tre le giornate di programmazione.
La formula è semplice ma efficace: radunare, su prenotazione, una cinquantina di persone per volta e portarle gratuitamente, con un bus, a “toccare con mano” cosa vuol dire architettura sostenibile. Se siamo d’accordo sul fatto che la sfida ambientale possa essere vinta solamente grazie ad una diffusa conoscenza dei problemi e delle soluzioni disponibili e all’adozione di comportamenti virtuosi da parte del singolo cittadino, dobbiamo allora convenire che non c’è nulla di meglio dell’esperienza diretta. Meglio di qualsiasi manuale sul tema o di un generico invito da parte dei “grandi” della Terra.
La visita ai due edifici proposti, oltre a suggerire ottime idee per i propri interventi di ristrutturazione o costruzione ex novo, consente di proiettarsi nella quotidianità dell’abitare una casa sostenibile – cosa non scontata nè banale, tanto che l’agenzia Casa Clima di Bolzano prevede, per le case che ottengono l’omonima certificazione, addirittura un “manuale di istruzioni” per l’abitante.
L’efficacia dimostrativa del tour conferma, per altro, la bontà dell’intervento pubblico, di cui ha potuto beneficiare il primo edificio visitato, grazie al finanziamento previsto dal Bando Regionale per l’Incentivazione di Interventi Dimostrativi in Materia Energetico-Ambientale del 2007, un contributo che ha consentito ai committenti di risparmiare ben 74.331,44 euro sulla ristrutturazione (il 40% dei costi ammissibili), a fronte della loro disponibilità a fungere da “cavie” dell’esperimento.
In realtà, i futuri abitanti del rustico di San Secondo di Pinerolo, trasformato in unità abitative “altamente performanti” dallo Studio Erredi Associati di Torino, dovranno solamente testare la possibilità di resistere alle temperature estive senza alcuna forma di condizionamento attivo, sfida che gli architetti Alessandro Riccardi e Giuseppe Doto considerano già vinta grazie ai numerosi accorgimenti passivi realizzati. Per il resto si tratta infatti di tecniche e materiali collaudati (benché ancora poco diffusi in Italia), che hanno consentito di trasformare, attraverso una progettazione attenta e ragionata, un tipico fabbricato rurale piemontese in un edificio residenziale energeticamente autosufficiente – il primo in Piemonte ad ottenere la certificazione Casa Clima in classe A+.
Murature compatte, rapporti congrui tra superficie di pavimento e volumi riscaldati, finestre a taglio termico, isolamento “a cappotto” delle superfici opache e inclinate, sono solo alcune delle attenzioni adoperate per ridurre i famigerati “ponti termici” e consentire l’ambito risparmio energetico. L’Arch.Riccardi fa ricorso ad una felice immagine: “é come avere un secchio d’acqua bucato. E’inutile pensare alle modalità di rifornimento dell’acqua se prima non si tappano i buchi!” Solo dopo un’attenta analisi per ridurre strutturalmente gli sprechi si sono dunque aggiunte soluzioni impiantistiche come pannelli fotovoltaici, impianto geotermico a pompa di calore, sistemi radianti a bassa temperatura e la cosiddetta “ventilazione meccanizzata e controllata” – una meraviglia di semplicità (ed economicità) che consente di ricambiare l’aria espellendo quella viziata e pre-riscaldando quella fredda in entrata alla temperatura di 18/19°.
Non meno sorprendente la palazzina residenziale realizzata nel Comune di Roletto – primo edificio di nuova costruzione, nella Provincia di Torino (e terzo in Piemonte), ad ottenere la certificazione Casa Clima in classe A.
Anche qui lo Studio di Architettura pinerolese di Paolo Ferrero, Andrea Graziano e Patrick Losano ha puntato sulla riduzione delle dispersioni termiche e sull’architettura “passiva”, integrandone i risultati con un’ottimizzazione dell’impiantistica. Visitando il locale caldaia si fa fatica a credere che una caldaietta da 20.000 Kl (normalmente utilizzata per un singolo alloggio di piccole dimensioni) possa soddisfare le esigenze di 7 alloggi disposti su due piani. La produzione di acqua calda sanitaria avviene invece grazie a collettori solari (solare termico) posizionati sul tetto - piano e coperto da un tappeto di erba verde, per facilitare il recupero delle acque piovane. che serviranno per l’irrigazione dei giardini.
E’ significativo notare che se il consumo energetico di una casa tradizionale è in media 150 kilowatt/ora all’anno per metro quadrato, in una casa di classe A siamo sotto i 30. L’immobile di Roletto è certificato per 25 kWh/m2a, mentre quello di San Secondo scende addirittura a 13 Kwh/m2a.
Ma tutto questo quanto costa di più in fase di progettazione e realizzazione? Nessuno degli architetti si sbilancia su cifre precise, legate al caso specifico e agli interventi decisi con il committente, ma stiamo comunque parlando di meno del 20% in più – a fronte di un risparmio del 60% (o più) sui costi di gestione. Minimizzare l’impatto sull’ambiente può dunque aiutare a risparmiare parecchio. Vale la pena che anche i più scettici ci riflettano attentamente.
Andrea Gandiglio
Si veda anche il Manifesto per la Sostenibilità di Casa Clima