Quanta plastica abbiamo consumato durante il lockdown? I dati di Culligan
Nei tre mesi passati dall’inizio dell’emergenza coronavirus, una famiglia media di 4 persone, con un consumo medio giornaliero di 2 litri d’acqua (quantità consigliata) ha utilizzato ben 474,5 bottiglie da 1,5 l, pari a 18 kg di plastica. Una scelta che ha comportato l’impiego di 34,2 kg di petrolio utilizzato per la realizzazione del PET e 60,5 kg di CO2 frutto della produzione e del trasporto di questo quantitativo di bottiglie. Il calcolo per una famiglia di 3 persone, è di poco inferiore: 356 bottiglie in PET da 1,5 litri in tre mesi, pari a 13,5 kg di plastica, 25,7 kg di petrolio e 45,4 kg di CO2.
Da marzo a giugno, l’aumento del consumo casalingo di acqua in bottiglia causato dal lockdown (e dalla chiusura delle “casette dell’acqua” comunali) ha inoltre rappresentato un peso sul bilancio economico delle famiglie, pari a 219 € per i nuclei familiari di 4 persone e di 164,25€ per quelli con 3 componenti.
Sono i dati forniti, nella Giornata Mondiale degli Oceani, dalla piattaforma online WaterBattle di Culligan – leader mondiale nel trattamento dell’acqua – dove è stato reso disponibile un simulatore che permette, a ogni famiglia, di misurare il proprio impatto ambientale. Una vera e propria montagna di plastica usa-e-getta concentrata tra le mura domestiche, dove per tre mesi abbiamo concentrato tutti i nostri consumi, 24 ore su 24: dalle confezioni di frutta e verdura agli imballaggi di ogni genere alimentare, dai flaconi dei detergenti alle bottiglie d’acqua. Tutto aumentato dalla convinzione (non sempre corretta) che l’imballaggio possa fornire maggiore “sicurezza” contro le forme di contagio.
“Durante la fase più dura della pandemia, la sicurezza ha occupato senza dubbio il primo posto nei pensieri di ognuno di noi, mentre le tematiche ambientali sono state messe inevitabilmente in secondo piano. È importante però considerare l’emergenza coronavirus come un monito a rispettare maggiormente la natura, per il bene del nostro Pianeta e dell’umanità intera”, ha commentato Giulio Giampieri, Presidente del Gruppo Culligan in Italia. “In questo contesto, non dobbiamo dimenticarci che ridurre l’inquinamento da plastica è una priorità assoluta per salvare i nostri mari, fortemente inquinati da questo materiale. Oggi, in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani vogliamo sottolineare l’importanza di riattivare al più presto tutte le buone pratiche di consumo plastic-free adottate negli ultimi anni, sia in ambito lavorativo che casalingo.”
Mari e oceani ospitano infatti l’80% delle specie viventi – animali e vegetazione marina che popolano le acque di tutto il mondo. Non solo rappresentano dunque la fonte di sostentamento e di vita per milioni di persone sul nostro Pianeta, ma forniscono ben il 50% dell’ossigeno che respiriamo. Un patrimonio inestimabile la cui sopravvivenza dovrebbe essere mantenuta come una delle priorità ambientali ma che ad oggi, nonostante le continue campagne di sensibilizzazione, è fortemente minacciato dall’abuso di plastica e altri inquinanti.