GAS: a Monopoli si prepara lo “sbarco” di un modello economico alternativo
Per i GAS (Gruppi d’Acquisto Solidale) e i DES (Distretti dell’Economia Solidale), il 13° Incontro Nazionale – o “sbarco”, come lo chiamano loro – che si apre venerdì 28 giugno a Monopoli, in provincia di Bari, sarà un appuntamento decisivo. Per decidere se e come fare il salto, passando da fenomeno ancora ridotto e su piccola scala a valida alternativa ai modelli economici convenzionali. Con una variabile in più che complica le cose, ma apre anche opportunità inattese: “L’Unione Europea per il finanziamento di progetti nei prossimi sette anni punta molto sulla social innovation, di cui anche i GAS vengono considerati un esempio dallo stesso MIUR. “Ecco, la possibilità di ricevere finanziamenti europei rappresenta per noi un’occasione importante, ma anche un rischio da valutare bene: c’è il pericolo che si banalizzi l’economia solidale, confondendola con la green economy”, spiega Virginia Meo, presidente del comitato RES Puglia che organizza lo Sbarco. Due concetti che, per chi si muove nel primo perimetro, non sono sovrapponibili: l’economia solidale ha in qualche modo l’ambizione di rendere più locale e umana l’economia verde, basandola soprattutto sulle relazioni e la sostenibilità anche sociale ed etica.
La sfida di Monopoli, insomma, sarà quella di unirsi e darsi un’identità comune, oppure, in caso di fallimento, rischiare di rimanere tante piccole oasi. Perché le esperienze in atto funzionano, “la grande domanda adesso è come metterle in rete e diffonderle”. Prendiamo per esempio i Distretti dell’Economia Solidale: “Sono reti locali che mettono insieme produttori di beni e servizi come le assicurazioni e la finanza etica, consumatori critici, associazioni. Tutti soggetti locali che si mettono insieme per costruire un’economia basata sulle relazioni, sul rispetto dei lavoratori e dell’ambiente, sulla filiera corta”. Un esempio su tutti, il DES rurale Parco Sud Milano, in cui “è stata costituita una piccola filiera del grano biologico, basata su un patto tra produttori e consumatori. Questi ultimi hanno stimato di quanto pane avrebbero avuto bisogno in un anno, e di conseguenza quanta farina era necessaria, e pre-finanziato gli agricoltori. Sono poi stati individuati i mulini e i panifici per la produzione della farina e del pane”.
Molte esperienze come questa sono nel Nord Italia, dove i gruppi d’acquisto hanno una lunga tradizione, sono più grandi e più numerosi. Ma anche nel Sud Italia stanno nascendo esperienze interessanti: “Nel Meridione i GAS sono più giovani, ma in generale sono più connessi con i produttori del territorio. Forse anche per il fatto che in cittadine come Lecce è più facile incontrarsi rispetto a Milano, qui le relazioni tra consumatori critici e produttori sono più vicine. Se nei gruppi del Nord la riflessione si ferma spesso al consumo critico, nei nuovi GAS nati al sud essa va al di là e diventa una trasformazione culturale che dà a questi gruppi una valenza politica di cambiamento”. Cioè: non solo nuovi consumatori, ma anche nuovi cittadini.
Un esempio di questa evoluzione “culturale” è l’impegno dei GAS pugliesi per la revisione della proposta di legge regionale sul tema. “La Rete dell’economia solidale della Puglia è nata proprio a questo scopo, per cercare di evitare i potenziali danni che il testo così come era stato presentato poteva fare. E la legge poi approvata nell’autunno scorso conteneva molte delle modifiche richieste da noi. Per esempio, si è passati dai finanziamenti a pioggia a quelli su progetti specifici, in modo che anche l’ente pubblico sappia come gestisce i propri soldi. Inoltre, grazie al nostro lavoro, la legge prevede anche che i GAS siano collegati a piccoli produttori, locali e biologici, e che la qualità dei prodotti non sia garantita solo dagli enti di certificazione, ma anche da patti con i consumatori, che vanno a far visita alle aziende e verificano i metodi e i procedimenti”. Tutti presupposti su cui si basa quell’economia di relazioni che sempre di più dovrebbe alimentare i territori attraverso la nascita dei DES.
L’evento di Monopoli, spiegano gli organizzatori, “sarà il momento in cui fare il punto e costruire insieme nuove prospettive e alleanze, per potenziare e accrescere il nostro capitale sociale: GAS, DES, RES e Imprese solidali provenienti da tutta Italia si incontreranno per ragionare insieme di agricoltura biologica, filiera corta, tutela del lavoro, sostenibilità ambientale e molto altro. Per questo la presenza di aziende, enti e associazioni che operano nel rispetto di questi principi arricchisce la manifestazione, rendendola non solo un’occasione per il confronto di idee ma anche un luogo di scambio vero e proprio”. Da cui dipenderà un piccolo pezzo dell’Italia del futuro.
Veronica Ulivieri