Ecopneus: la seconda vita delle gomme
L’applicazione del Decreto ministeriale 82 dell’11 aprile 2011 impone l’obbligo, per i produttori e importatori di pneumatici, di organizzare, su tutto il territorio nazionale, la raccolta, il trattamento e il recupero di questi materiali. Ma al tempo stesso fornisce un aiuto concreto, tramite contributi ministeriali, all’attività di raccolta gratuita dei pneumatici fuori uso presso i gommisti di tutta Italia.
Il provvedimento darà maggiore trasparenza alle operazioni, mediante il controllo sul contributo ambientale che copre i costi di gestione e recupero dei pneumatici fuori uso, che sarà chiaramente riportato sulla fattura o lo scontrino fiscale per gli acquisti effettuati nelle sei aziende socie di Ecopneus, la società senza fini di lucro, incaricata della gestione, che provvedereà alla raccolta, al trattamento e al recupero. Alla società hanno già aderito i colossi del settore: Bridgestone, Continental, Goodyear-Dunlop, Marangoni, Michelin, Pirelli, che hanno chiesto di esplicitare, nelle ricevute al consumatore, un costo che era già normalmente inserito nel prezzo del servizio di sostituzione. Il contributo ambientale, scorporato in fattura e controllabile in ogni suo passaggio, è destinato a coprire i costi di gestione dei PFU, assicurando che venga sottratto al mercato e alle pratiche illegali, contribuendo alla lotta alle discariche abusive e riducendo, di conseguenza, i costi necessari per la bonifica delle zone contaminate, che ricadono normalmente sui cittadini.
I contributi individuati dal Ministero dell’Ambiente per i produttori soci di Ecopneus, validi a partire dal 7 settembre 2011, e assoggettati a Iva, sono articolati per categoria. Per la categoria A, ciclomotori e motoveicoli (ciclomotori, motocicli, motocarri, ecc.), pesi min-max in kg. A1 (2-8), il contributo ammonta a 1,50 euro. Per la categoria B, autoveicoli e relativi rimorchi (autovetture, autovetture per il trasporto promiscuo, autocaravan, ecc.), pesi min-max in kg. B1 (6-18), il contributo è di 3,00 euro; per la categoria C, autocarri, autobus (autotreni, auto snodati, auto articolati, filoveicoli, trattori stradali, ecc.), pesi min-max in kg. C1 (20-40), il contributo va da 12,10 euro a 23,50 euro. Infine per la categoria D, quella che include macchine agricole, macchine operatrici, macchine industriali (trattori, escavatori, ecc.) il contributo, calcolato in base al peso, varia da 4,00 euro fino a un massimo di 326,00 euro.
Il ritiro dei PFU da parte di Ecopneus è garantito da una rete di operatori, selezionati tra oltre 30mila gommisti, autofficine, sedi di flotte di veicoli, su tutto il territorio nazionale. In questo modo viene anche circoscritto il rischio di incendi incontrollati dei depositi abusivi di pneumatici, che causano la dispersione di sostanze nocive nell’aria e di percolati nel suolo.
L’obiettivo di recupero che la normativa impone ai produttori e importatori per il 2011 è pari al 25% del quantitativo di pneumatici immessi al consumo nel 2010, mentre l’obiettivo finale della normativa è quello di gestire (dal 2013 in poi) il 100% dei pneumatici che ogni anno arrivano a fine vita in Italia, eliminando flussi illegali e non controllati. Ogni anno in Italia sono oltre 380mila le tonnellate di pneumatici fuori uso. Fino ad oggi solo il 20% di questi veniva raccolto ed avviato ad impianti per il recupero del materiale, circa il 50% finalizzato a recupero energetico e il 25% si immetteva in circuiti non controllati.
Redazione Greenews.info