Silvio goes to China
Con l’espressione “Nixon goes to China“, coniata negli Stati Uniti nei tardi anni ’70, ci si riferiva allo storico viaggio del presidente Richard Nixon a Pechino nel 1972, che aprì la strada alla normalizzazione dei rapporti sino-americani. Solo un arcinoto anti-comunista come Nixon avrebbe potuto portare a termine quella missione senza destare sospetti.
Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è rimasto, in questo caso, in Italia, dove ha ricevuto ieri il premier Wen Jabao, ma il valore dell’incontro è non per questo meno significativo e potrebbe portare ad un’evoluzione dei rapporti italo-cinesi in una direzione più matura, che possa contribuire ad abbandonare i luoghi comuni per concentrarsi su uno scambio e una cooperazione nell’interesse reciproco. Senza escludere la possibilità che una più salda amicizia tra il nostro paese (strategica porta per l’Europa) e il gigante asiatico non possa facilitare l’instradamento della Cina verso un accordo sulle emissioni – se non a Cancun almeno nel round successivo del 2011 in Sud Africa.
Per adesso ci si è “limitati” ad un accordo di interscambio da 72 miliardi di euro in 5 anni – da qui all’Expo di Milano 2015 – e alla firma di sette accordi istituzionali in campo giudiziario, scientifico, culturale, ambientale ed economico-finanziario, tra cui rientra il memorandum d’intesa siglato dal Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo con il Ministro per la Scienza e la Tecnologia cinese Wang Gang, che intensifica i rapporti di collaborazione fra Italia e Cina in materia ambientale.
Lo ha reso noto un comunicato del Ministero in cui si precisa che i due Paesi lavoreranno assieme sul tema della mobilità sostenibile, incrementando la collaborazione in materia di veicoli elettrici. Il Governo cinese ha infatti chiesto il supporto del Ministero dell’Ambiente Italiano per l’attuazione del programma ‘Mille auto elettriche/ibride in 10 citta” lanciato da Wang Gang nel 2009.
Il progetto, a quanto riferisce la nota, potrà avere interessanti ricadute per le imprese italiane presenti in Cina in settori come elettronica, batterie, componentistica e si inserisce in un contesto segnato dalla nascita di una joint venture fra Fiat e un’azienda cinese, per la costruzione di automobili in Cina.
“L’intesa firmata oggi – ha commentato Stefania Prestigiacomo – rafforza la partnership con il paese che, più di ogni altro al mondo, sta investendo in tecnologie pulite e si inserisce pienamente nella strategia della mobilità sostenibile in Italia. L’impegno condiviso dal Governo e dal mondo imprenditoriale è quello di mettere in campo politiche e misure finalizzate a raggiungere tre obiettivi: la riduzione dell’inquinamento da traffico nelle aree urbane e metropolitane; la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO2 dal settore dei trasporti, oggi il 30% del totale; la velocizzazione del trasporto delle persone e delle merci, elemento chiave di qualità di vita e di competitività dei territori”.
Andrea Gandiglio