SET-Plan Conference 2014: da Roma parte la Roadmap per l’energia in Europa
Si è svolta a Roma, il 10 e l’11 dicembre scorsi, la settima SET Plan Conference 2014, appuntamento europeo dedicato all’attuazione delle strategie per la transizione verso una economia a basse emissioni.
Il SET (Strategic Energy Technology) Plan, adottato dall’Unione nel 2008, rappresenta infatti un primo passo verso l’istituzione di una politica energetica europea e ne è il suo principale strumento di sostegno. Nel guidare l’intero processo di trasformazione del sistema energetico europeo – dal modo in cui ci approvvigioniamo e produciamo energia a quello in cui la trasportiamo e la utilizziamo – il Piano si pone una serie di obiettivi: imprimere un’accelerazione allo sviluppo della ricerca e al trasferimento tecnologico, conservare una leadership industriale europea sulle tecnologie energetiche low-carbon, incoraggiare la scienza a lavorare sulla trasformazione delle tecnologie energetiche per il raggiungimento dei cosiddetti “obiettivi 20-20-20″ fissati nel pacchetto sul clima ed energia dell’Unione, entro il 2020 e, infine, contribuire alla transizione globale verso un’economia a basse emissioni, entro il 2050.
Declinata su un piano strettamente operativo, l’implementazione del Piano è stata affidata – fin dall’inizio – a iniziative industriali comuni (EIIs: European Industrial Initiatives), a livello europeo, nell’assunzione condivisa del rischio imprenditoriale da parte delle imprese dei diversi Stati Membri, attraverso partership tra pubblico e privato per il rapido sviluppo di tecnologie chiave. In parallelo, dal 2008, è attiva EERA - European Energy Research Alliance - che ha lavorato per allineare le attività di Ricerca e Sviluppo delle diverse organizzazioni di ricerca, con i bisogni e le priorità del Piano per dare vita a una “struttura programmatica condivisa” a livello europeo. Il budget stimato per il SET-Plan supera i 70 miliardi di euro.
L’appuntamento romano della SET Plan Conference, organizzato dall’ENEA – Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile – nell’ambito del semestre di presidenza italiana dell’UE, è stato promosso dalla Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea, con il supporto della Commissione Europea. Due giorni che hanno visto, dunque, tutti gli attori del sistema energetico, in tutto 650 – tra rappresentanti della Commissione, del Governo Italiano e degli Stati membri, la ricerca, l’industria, la business community, cittadini e società civile – confrontarsi sulle trasformazioni del sistema energetico e sul ruolo che, in questo contesto, ricerca e innovazione giocano.
“Ricerca e innovazione sono in grado di dare risposta alle sfide rappresentate dalla sicurezza negli approvvigionamenti energetici e dalle crescenti preoccupazioni sui cambiamenti climatici”, ha detto il Commissario Enea, Federico Testa, “il nesso cruciale energia-clima è reso ancora più saldo dalla concomitanza della Conferenza di Lima sui cambiamenti climatici”.
“Siamo davanti a sfide molto importanti – ricorda anche il direttore generale della DG Energia della Commissione Europea, Dominique Ristori – ridurre le emissioni significa attuare una politica per il clima ma anche per l’energia, che è all’80% all’origine della produzione di emissioni”. E sono quattro, per Dominique Ristori, le priorità che il sistema energetico europeo deve porsi in vista del 2020: riduzione del consumo di energia primaria, focus sulle nuove tecnologie, infrastrutture di collegamento per bilanciare produzione e consumo nell’UE, mobilità elettrica.
“Dobbiamo unire le forze – Paesi Membri, ricerca, industria – nella costruzione di una reale cooperazione europea: non otterremo alcun cambiamento di sistema senza un lavoro congiunto”, ha dichiarato Rudolf Strohmeier, vice direttore generale della DG su Ricerca e Innovazione della Commissione Europea. “Il totale degli investimenti del Piano in nuove tecnologie è così suddiviso: 70% da parte dell’industria, il 20% dai Paesi Membri, il 10% dalla Commissione europea”.
Ed è la Roadmap integrata (SET Plan Integrated Roadmap), lo strumento attraverso cui il SET-Plan intende portare a termine i propri obiettivi e definire le priorità in ricerca e innovazione per l’intero sistema energetico dell’Ue, in modo da superare i limiti che fino ad ora hanno afflitto il lavoro della filiera: l’assenza di coordinamento. L’altro documento cardine per lo sviluppo di SET Plan sarà la messa a punto di un Piano di azione (SET Action Plan) che dovrebbe essere pronto entro il secondo semestre del 2015.
Di queste priorità contenute nella Roadmap e delle sfide che il sistema energetico europeo ha di fronte, hanno discusso gli esperti durante le sessioni della seconda giornata di lavori. Le tre scommesse che l’Europa dovrà cercare di vincere sono: portare avanti processi di empowering nei confronti dei consumatori e accrescere l’efficienza energetica; sviluppare e potenziare il sistema energetico; garantire la sicurezza e competitività di approvvigionamenti da fonti pulite insieme alla relativa convenienza economica.
“Il fattore chiave per il successo di una politica energetica europea”, secondo Riccardo Basosi, delegato per l’Italia del comitato di direzione di SET-Plan, “è la costruzione di una governance unica in cui le priorità nazionali degli Stati membri trovino una sintesi”. Sulla base di questa roadmap integrata, prosegue Basosi, Stati membri e Commissione metteranno a punto un Action Plan in grado di “mobilitare investimenti privati e pubblici (europei, nazionali/regionali) in Ricerca e Sviluppo“.
Quanto alla nostra Strategia Energetica Nazionale, questa è stata “concepita all’interno della cornice del SET Plan, con obiettivi compatibili con lo sviluppo del Paese, i suoi punti di forza e di debolezza“. Le sette priorità per l’Italia da realizzare entro il 2020 sono: favorire l’efficienza energetica; sviluppare le fonti rinnovabili; promuovere un mercato del gas competitivo; sviluppare un mercato energetico pienamente integrato con quello europeo; modernizzare il sistema di governance del settore energetico; ristrutturare l’industria di raffinazione e la rete di distribuzione; aumentare la produzione nazionale di idrocarburi (punto, quest’ultimo, molto criticato dalle associazioni ambientaliste).
“Se il core business di una roadmap integrata, restano le tecnologie innovative, sono le barriere non tecnologiche – come quelle informative e di consapevolezza – che possono aiutare i consumatori a dare una direzione alla loro domanda di energia e a diventare parte attiva nell’approvvigionamento energetico”, secondo Pasquale Di Franco, a capo del dipartimento sull’efficienza energetica di Enea.
“Efficienza energetica, decarbonizzazione dell’energia, tecnologie innovative, ottimizzazione del sistema sono le vere sfide da affrontare”, anche secondo Alain Burtin, direttore dell’Energy Management Program, EDF Group. “Nel mondo, la produzione di energia da fonti rinnovabili è pari al 19% del totale (16% da centrali idroelettriche, 2% dall’eolico, 1% da altre tecnologia come biomasse e impianti eolici offshore): occorre convertire questo sistema di impianti convenzionali, molto distanti dai centri di consumo e ad altissimo voltaggio, in reti a basso voltaggio e molto vicine ai consumatori“.
Il ruolo delle biomasse e le bioenergie in un’economia “low carbon”, l’importanza della cattura e sequestro (o stoccaggio) del carbonio (Carbon Capture and Storage) e quella della tecnologia solare termica completano, secondo i partecipanti della conferenza, un quadro – quello del sistema dell’energia europeo – che, per garantire la sicurezza delle forniture e contribuire alla transizione verso un’economia a basso tenore di carbonio, dovrà incoraggiare e sostenere le attività di ricerca e innovazione allo scopo di sviluppare “tecnologie competitive“.
Ilaria Donatio