Roma Sì Muove: otto quesiti per cambiare la città
“Volete voi che Roma Capitale adotti e realizzi un piano di interventi per potenziare il trasporto pubblico e la mobilità sostenibile alternativa all’auto?” E’ questo il primo dei quesiti referendari – in perfetto stile SPQR – proposti dai promotori del referendum romano, riuniti nel Comitato Roma Sì Muove. Dopo il successo dei referendum di Milano, anche la capitale si muove per proporre alla politica un indirizzo preciso riguardo a una trasformazione urbana sostenibile. I quesiti questa volta sono ben 8, e toccano vari aspetti della sostenibilità urbana e, in generale, della gestione della città.
Riguardo alla mobilità pubblica, si propone il rilancio degli investimenti sulle tramvie, la rimodernizzazione delle ferrovie regionali, la ridefinizione delle corsie preferenziali per gli autobus, con la creazione di un servizio diffuso di “bus di quartiere”. Si chiede inoltre la creazione di almeno 400 km di piste e itinerari ciclabili entro il 2015, contestualmente al potenziamento del servizio di car sharing dentro e fuori le zone a traffico limitato.
Per quanto concerne il Piano Regolatore Generale, si chiede la realizzazione di un piano straordinario finalizzato allo “stop del consumo di territorio e al recupero qualitativo ed energetico del patrimonio edilizio e dei tessuti urbani esistenti”: un vero e proprio cambio di paradigma per una città storicamente abituata all’edificazione selvaggia dei “palazzinari” e dei furbetti del quartierino. Per i rifiuti, la proposta referendaria include invece una strategia “Rifiuti Zero”, con l’attuazione di politiche per la riduzione della produzione dei rifiuti e l’estensione a tutto il territorio comunale del modello di raccolta differenziata porta a porta e di un sistema tariffario fondato sulla quantità di rifiuti indiffirenziati corrisposti da ogni famiglia (tariffa puntuale). Per il litorale romano si propone poi l’estensione delle spiagge libere, con un rapporto del 50% rispetto alle spiagge date in concessione ai privati.
Oltre alla sostenibilità ambientale, i quesiti riguardano anche alcuni aspetti etici: l’istituzione di un registro dei testamenti biologici, la tutela delle famiglie di fatto per l’accesso ai servizi pubblici, le modalità di accesso ai servizi pubblici, l’abolizione dei consigli di amministrazione delle società di Roma Capitale.
Finora sono state raccolte circa la metà delle 50.000 firme necessarie per chiamare i romani al voto: il tempo per la raccolta delle firme, di tre mesi, scade il 5 ottobre. Se si raggiungerà il numero minimo di firme, il voto sui referendum si terrà nei primi 6 mesi del 2013; se almeno il 30% dei romani andrà a votare e vinceranno i “sì”, i referendum avranno il valore di un preciso indirizzo per il prossimo sindaco. Per sapere dove firmare o aiutare i promotori del referendum, gli aggiornamenti sono disponibili sulla pagina www.romasimuove.it.
Veronica Caciagli