Rapporto ENEA: per le rinnovabili italiane servono investimenti in ricerca
Efficienza energetica, ricerca e competitività: queste le parole chiave del nuovo Rapporto Energia e Ambiente dell’ENEA, presentato la settimana scorsa alla presenza del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini presso la Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati a Roma. “Il Rapporto rappresenta un punto di riferimento prezioso – ha dichiarato il Ministro – soprattutto in questa fase in cui il governo attuale, che agisce in un periodo di tempo ristretto e transitorio, si trova ad affrontare dei nodi strutturali del futuro, con scelte che avranno impatti per molti anni.”
Il ruolo dei combustibili fossili va ridimensionato, se si vuole costruire un’economia a basso contenuto di carbonio. La questione non è solo ambientale, ma anche economica: i sussidi alle fonti fossili sono ben 400 miliardi di dollari, nel mondo, contro i 66 miliardi alle fonti rinnovabili (come conferma anche il rapporto della IEA – la International Energy Agency). “Questi numeri fanno abbastanza impressione se paragonati alla discussione nazionale sugli incentivi alle rinnovabili”, commenta il Ministro.
Il Rapporto dell’ENEA si inserisce dunque perfettamente nel quadro della Road Map per la Low Carbon Economy al 2050 dell’Unione Europea, che traccia il percorso di decarbonizzazione dell’economia e lega il cambio della struttura energetica all’aumento della competitività dell’Europa. L’obiettivo di lungo termine è un taglio delle emissioni CO2 dell’80% al 2050: il che implica una sostanziale trasformazione del modo in cui produciamo energia, con una percentuale di energia prodotta da fonte rinnovabile superiore al 90%.
Sul fronte dei costi di attuazione, Helen Doneghue, Responsabile dell’Unità Strategia e Programmazione del Direttorato per l’Energia dell’Unione Europea, sottolinea per altro che “la decarbonizzazione può essere meno costosa del continuamento delle politiche correnti”: con un’opportuna programmazione, trasformare il sistema si tradurrà in un aumento della competitività.
Secondo Carlo Manna, responsabile Unità Centrale Studi e Strategie dell’ENEA, dal lato della domanda di energia globale, emerge chiaramente come la crescita dei consumi si concentri in Paesi emergenti come Cina e India. A livello globale l’effetto riscontrato è di un aumento della domanda del 5% (nel 2010, anno di riferimento del rapporto, rispetto all’anno precedente), con un aumento delle emissioni di gas serra del 5,8%. Sempre nel 2010 le fonti rinnovabili sono arrivate a soddisfare il 13 % dell’offerta primaria di energia, mentre la quota di nucleare è solo del 6%.
Anche a livello italiano la domanda di energia è aumentata (+4,1% rispetto al 2009), trainata dalla lieve ripresa economica (+1,3%). Si conferma però la diminuzione dell’utilizzo del petrolio a favore del gas e un aumento delle rinnovabili. A questo riguardo, il Rapporto evidenzia come, seppur le rinnovabili non abbiamo presentato tendenze molto diverse da altri Stati europei dotati di incentivazione feed-in tariff, nel nostro Paese la crescita della quota delle rinnovabili non è stata affiancata a una politica di sostegno dell’industria, capace di stimolare la nascita di una filiera industriale Made in Italy. Inoltre, il settore ha sofferto della mancanza di risorse pubbliche impiegate nella ricerca e nell’innovazione tecnologica.
Per aumentare la nostra competitività nel settore energetico internazionale e raggiungere allo stesso tempo gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, la ricetta che emerge dal rapporto ENEA è quindi una combinazione di efficienza energetica, rinnovabili e investimenti nella ricerca. “La decarbonizzazione è un processo in atto”, sottolinea Carlo Manna, “ora dobbiamo far crescere la qualità di vita e l’economia, ma senza impatto sulle risorse del nostro pianeta.”
Veronica Caciagli