Ostaggi dello smog: l’appello del WWF per provvedimenti strutturali
Di fronte allo sforamento di tutti i limiti degli inquinanti in molte città il WWF sottolinea come sia oltremodo necessario, ormai, che le istituzioni locali, regionali e nazionali agiscano con provvedimenti urgenti ma strutturali, non solo contingenti.
“È certamente positivo, oltreché necessario dare consigli ai cittadini e porre limiti temporanei alla mobilità – scrive in un comunicato l’associazione ambientalista - ma la vera questione è che sono anni che non ci si occupa più in modo serio di intervenire sulle fonti di inquinamento. Sappiamo bene che la responsabilità per questa situazione è del traffico su gomma, dell’uso degli inquinanti in agricoltura e degli allevamenti, delle centrali a carbone, dei riscaldamenti (anche se oggi ancora spenti, per lo più): occorre ridurre l’inquinamento proveniente da tutte queste attività, non c’è più tempo per rinvii”.
Il piano di decarbonizzazione, che il nostro Paese deve varare, potrebbe essere, secondo il WWF, una buona occasione per intervenire con una visione unica e non solo settoriale: abbattere la CO2 “killer del clima”, infatti, servirebbe anche ad eliminare contemporaneamente altri inquinanti che arrecano enormi danni diretti alla salute. “Sono decenni – prosegue la nota – che le istituzioni a tutti i livelli sembrano avere scarso interesse per il traffico urbano e lo sposatamento di persone e merci”.
Il settore della distribuzione merci ha avuto, al contrario, una quasi completa deregulation negli anni, con il rischio che le città “smart” del futuro non traggano nessuno dei possibili benefici dalla rivoluzione tecnologica, ma anzi aumentino il caos e l’inquinamento. “Dal governo alle regioni, passando per i comuni, mai come oggi le parole d’ordine devono essere visione e azione“, conclude il WWF.
Intanto a Torino, una delle città italiane in cui il problema dello smog è storicamente più grave – e dove l’altro ieri il livello di concentrazione delle polveri sottili (PM10) è schizzato a 114 microgrammi per metro cubo (più del doppio del valore limite, fissato a 50 microgrammi) – l’Assessorato all’Ambiente ha invitato i cittadini ad adottare una serie di precauzioni a tutela della propria salute. L’assessore Alberto Unia ha infatti consigliato di evitare attività fisica intensa e prolungata all’aperto – in particolare per gli anziani, i bambini e i soggetti con patologie cardiorespiratorie. L’invito è quello di rimanere il più possibile in ambienti chiusi, evitando anche di aprire porte e finestre. Qualora invece ci si debba spostare a piedi o in bicicletta, l’esortazione è a farlo per il più breve tempo possibile muovendosi lontano dalle vie più trafficate. Una situazione gravissima, in cui il cittadino è – letteralmente – ostaggio dello smog.
Per contrastare questa situazione il capoluogo piemontese ha iniziato, da alcuni mesi, a lavorare sulla diffusione della mobilità elettrica, promuovendo la crescita della rete di ricarica. Proprio a partire dal 16 ottobre, il circuito è stato infatti allargato alle 230 colonnine del car sharing privato di Bluetorino, che svilupperà progressivamente il servizio, fino a 500 unità di ricarica sul territorio cittadino.
“Un’ampia rete di punti per la ricarica – ha spiegato l’Assessore ai Trasporti e alla Viabilità, Maria Lapietra - costituisce un requisito indispensabile per favorire lo sviluppo della mobilità elettrica. Con a disposizione altre 230 colonnine in varie zone della città, i possessori di auto elettriche potranno rifornirsi in modo più facile e veloce. Torino si può oggi considerare come uno dei centri urbani del nostro Paese più attrezzati per incentivare l’uso di mezzi a basso o nullo impatto ambientale. Una condizione che, già in futuro prossimo, potrà portare benefici alla qualità dell’aria e, più in generale, a quella della vita in città.”
Redazione Greenews.info