Nasce la Rete dei Comuni SIN: “Le bonifiche devono diventare priorità”
Le bonifiche dei Siti di Interesse Nazionale devono diventare priorità della politica nazionale. Lo chiedono a gran voce gli enti locali che si sono riuniti a Mantova per dare vita alla Rete dei Comuni per la Bonifica dei SIN. «Questo è solo l’inizio di un percorso – fanno sapere gli organizzatori – che deve portare la rete a presentare subito la “Carta di Mantova” alla Presidenza del Consiglio, al Ministero dell’Ambiente, al Ministero dello Sviluppo Economico aprendo tavoli di discussione che portino a breve all’avvio delle più improcrastinabili bonifiche».
In Europa i siti da bonificare sono circa 500.000. In Italia, l’ISPRA evidenzia che i siti potenzialmente contaminati sono oltre 15.000, dei quali 6.000 risultano essere accertati, 5.000 contaminati e 3.000 bonificati. 57 di questi siti sono stati definiti di “interesse nazionale per le bonifiche” (SIN) sulla base dell’entità della contaminazione ambientale, del rischio sanitario e dell’allarme sociale (DM 471/1999). I 57 siti comprendono aree industriali (dismesse, in corso di riconversione o in attività), aree che sono state oggetto in passato di incidenti con rilascio di inquinanti chimici e aree oggetto di smaltimento incontrollato di rifiuti anche pericolosi. L’ultimo atto normativo in materia (Decreto Ministeriale 11 gennaio 2013) ha portato 18 siti di interesse nazionale nelle competenze regionali. In virtù di questo recente decreto ad oggi i SIN sono 39 e i Comuni che ricadono in tali aree sono 187 per una popolazione di circa 4,5 milioni di abitanti.
Un territorio inserito all’interno dei SIN deve fare i conti in primo luogo con le criticità sanitarie. Il Progetto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento), finanziato dal Ministero della Salute, ha valutato la mortalità della popolazione residente in 44 siti di interesse nazionale per le bonifiche in un periodo di otto anni prendendo in esame circa 6 milioni di residenti in 298 comuni. Sono state considerate 63 cause di morte, tumorali e non – tra queste ultime, malattie respiratorie, circolatorie, neurologiche e renali. La mortalità osservata supera la media della regione di appartenenza in 24 siti nel caso di tutte le patologie e in 28 siti nel caso dei tumori. In alcune situazioni i nessi causali sono chiari in particolare nei siti caratterizzati dalla presenza di amianto o di altre fibre asbestiformi: l’aumento della mortalità per mesotelioma pleurico è di circa 8 volte tra gli uomini e oltre 9 volte tra le donne a Casale Monferrato e di circa 5 volte in entrambi i generi a Biancavilla (CT).
Anche sulla questione bonifiche l’Italia sconta forti ritardi e mancanze. «Ritardi e mancanze sono cosi gravi da poter indurre la Commissione Europea ad attivare il percorso di procedura d’infrazione (l’ennesima) a carico dei nostro Paese» ha dichiarato Mariella Maffini, assessore all’Ambiente del Comune di Mantova e neo presidente della Rete SIN. «Scoraggiano – ha continuato Mariella Maffini – sia i recenti provvedimenti dell’amministrazione centrale che prospettano la possibilità di bonificare solo laddove “economicamente sostenibile” cosi come i dati emersi dai rapporti elaborati da lSPRA/lSS, da cui si evince che, a partire dall’istituzione dei siti di interesse nazionale, ben poche azioni di bonifica siano state portate a compimento. Siamo ormai motivatamente convinti che le citate criticità non siano risolvibili delegando all’amministrazione centrale ogni incombenza: occorre un nuovo protagonismo da parte nostra, che si traduca tempestivamente nella condivisione sia dei problemi che delle strategie da mettere in campo per dare finalmente avvio a concrete azioni di risanamento ambientale, essenziali per ridare competitività ai nostri territori oltreché per garantire ii diritto alla salute e all’ambiente pulito». Da questo spirito nasce la Carta di Mantova alla quale hanno aderito oltre il 75% degli enti locali inseriti nei SIN.
Nella Carta di Mantova i sindaci chiedono al Governo la dichiarazione dello “Stato di crisi ambientale e sanitaria” per tutti i siti inquinati di interesse nazionale, così da poter avviare percorsi di bonifica con carattere di massima urgenza. Chiedono inoltre la “predisposizione di un piano operativo delle bonifiche da parte dei Ministeri dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare e dello Sviluppo Economico che venga condiviso con i Comuni”. Per fare le bonifiche occorrono però soldi. A questo proposito i Comuni della Rete reclamano “la garanzia di adeguate risorse economiche e umane al Ministero dell’Ambiente, all’ISPRA e alle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente, ciò al fine rendere sempre più efficiente la Pubblica Amministrazione deputata per legge alle valutazioni dei progetti, al rilascio delle autorizzazioni ed alle attività di monitoraggio e controllo, così da accelerare le procedure di bonifica dei SIN”. Sul piano economico i Comuni auspicano infine un “provvedimento affinché la Cassa Depositi e Prestiti finanzi con asse ad hoc la messa in sicurezza, nei siti prioritari, dei fattori di rischio per salute e matrici ambientali, come da progetti esecutivi”.
Giuseppe Iasparra